Hanno fatto discutere, creando non poche polemiche, le parole pubblicate sui social da parte di Claudio Borghi, deputato leghista, nei confronti del popolo LGBT. Uscendo allo scoperto su Twitter l’esponente del Carroccio ha infatti sbottato per via delle continue richieste sul vaccino: “Terzo giornalista – cinguetta Borghi – che chiama per sapere se sono vaccinato. Finora sono stato gentile, al prossimo parte il vaf*anculo e la cancellazione dalla lista dei contatti”. Ed ecco il passaggio che sta facendo discutere: “Perchè questi eroi la prossima volta che intervistano un LGBT non gli chiedono se è sieropositivo e se fa profilassi?”.



Parole che hanno scatenato l’ira dei social, e sono molti, in risposta al tweet di Borghi, coloro che hanno accusato il leghista di promuovere il vecchio stereotipo del binomio omosessuale-sieropositivo, paragonando inoltre l’Aids ad una malattia che non ha nulla a che vedere con il covid. “L’Hiv la possono prendere pure gli eterosessuali, fenomeno. vergognati”, ricorda un utente della rete, e nel dibattito si è inserita anche la cantante Paola Turci, che ha commentato con un eloquente “Siamo al delirio”.



CLAUDIO BORGHI, SOCIAL INSORGONO CONTRO IL TWEET: LA REPLICA DI LETTA

All’esponente del Carroccio ha replicato anche il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, che ha scritto sempre su Twitter delle parole durissime: “Coloro con i quali noi dovremmo negoziare e condividere norme contro la omotransfobia…”, riferendosi ovviamente al noto Ddl Zan. “Nessun negoziato con Salvini. Per noi il testo Camera rimane il migliore”, ha aggiunto ancora il massimo esponente dei Dem, ribadendo il concetto sotto al tweet di Borghi.

Quest’ultimo è poi intervenuto per cercare di fare chiarezza: “Basta una minima conoscenza dell’italiano per capire che se si condanna una pratica è il contrario di approvarla”, spiegando che il suo tweet è stato interpretato in maniera erronea, definendo intollerabile “la discriminazione degli omosessuali per assurdi timori di malattie. Condanno tutte le discriminazioni evidentemente per molti sedicenti democratici non è così”, ma le parole non sono bastate a placare le polemiche.