EUGENIO BORGNA E LA FRAGILITÀ COME BASE DEL DIALOGO

Prosegue anche questa settimana la particolare rubrica di Eugenio Borgna su “La Repubblica” dove il decano della psichiatria ripercorre le parole e i termini profondi del nostro “Io” collettivo: e così dopo la follia e l’ansia, è il turno della “fragilità” in tutta la sua interezza, ovviamente ben oltre la banale considerazione che ne viene data normalmente. Secondo lo psichiatra tra i più eminenti della tradizione italiana, la fragilità negli slogan è sempre dominata come immagine di «debolezza immatura e malata, inconsistente e destituita di senso».



Invece per Borgna la fragilità nell’animo umano “nasconde” valori come la sensibilità e la delicatezza, la dignità e la tenerezza: «consentono di immedesimarci negli stati d’animo e nelle emozioni degli altri», scrive ancora l’autore che non nasconde l’intento di voler seguire la lezione del grande maestro Franco Basaglia, che per primo «ha rivoluzionato la storia della psichiatria cercando la cura nel dialogo fra medico e paziente».



“LA FRAGILITÀ CHE È IN NOI”: L’EMOZIONE E L’ANIMO IN BORGNA

Imparare a saper riconoscere queste fragilità secondo Eugenio Borgna, intendendo proprio quelle fragilità che «vivono segrete nel cuore delle persone», è quell’operazione con cui ci si incontra ogni giorno ed è un compito «compito che non dovremmo mai dimenticare». L’attitudine all’introspezione, conclude Borgna su “Rep” è fondamentale e cruciale: «attitudine all’ascolto di quello che avviene nella propria vita interiore, è nella donna molto più intensa, consentendole di riconoscere, mai ignorandole o rifiutandole, le fragilità creatrici che sono in lei, e che sono la premessa a fondare relazioni di cura, umane e gentili».



Un dialogo sincero e franco dell’altro e con l’altro è possibile proprio in virtù del riconoscimento di questa “fragilità” all’origine in ciascuno di noi: come scriveva ancora Eugenio Borgna nel suo volume del 2014 “La fragilità che è in noi”, «Ci sono emozioni forti ed emozioni deboli, virtú forti e virtú deboli, e sono fragili alcune delle emozioni piú significative della vita. Sono fragili la tristezza e la timidezza, la speranza e l’inquietudine, la gioia e il dolore dell’anima. E in cosa consiste la loro fragilità?». Nella fragilità, rilevava lo psichiatra anni fa, «nasconde i valori di sensibilità e di delicatezza, di gentilezza estenuata e di dignità, di intuizione dell’indicibile e dell’invisibile che sono nella vita, e che consentono di immedesimarci con piú facilità e con piú passione negli stati d’animo e nelle emozioni, nei modi di essere esistenziali, degli altri da noi».