“ECCO COS’È LA DEPRESSIONE”: PARLA EUGENIO BORGNA

Prosegue la rubrica di Eugenio Borgna su “Salute” de “La Repubblica” sulle parole che hanno segnato e segnano lo studio approfondito del “nostro Io”: dopo termini cardini della psichiatria mondiale come “l’ansia” o la “fragilità”, il decano della psichiatria italiana affronta il tema spinoso della depressione.



Al solito Borgna prende il tema in senso “lato” per poi sviscerare tutte le intimità del concetto purtroppo legato a migliaia di persone ogni anno: dopo la crisi dell’individuo e delle proprie relazioni con l’avvento della pandemia, Borgna prova a spiegare come e perché la depressione sia considerata oggi una delle «condizioni di sofferenza psichica più diffuse, se non la più diffusa». Il tema è molto più complesso ovviamente della banale discussione a riguardo e Borgna fissa subito i paletti: «Nell’area di quelle che sono chiamate depressioni è necessario distinguere quelle che sono malattie con una lacerante sofferenza psichica, accompagnata dalla perdita della speranza e dalla nostalgia della morte volontaria, e quelle che non hanno nulla di patologico, e che non sono se non stati d’animo, incrinati di tristezza, che fanno parte della vita normale».



BORGNA, LA DEPRESSIONE E COME CURARLA

Come rileva ancora l’autore e psichiatra Eugenio Borgna, la depressione non patologiche sono assai più frequenti di quelle psichiche in quanto sono la «febbrile testimonianza di sensibilità e di gentilezza, di tenerezza e di timidezza, che sono esposte a brucianti ferite dell’anima». La pandemia in questo senso ha accresciuto e non poco tale condizione: secondo Borgna, durante i lockdown per il Covid «La pandemia si è accompagnata in ogni età della vita alla crescita non delle depressioni patologiche».

Bensì, sono accresciute le depressioni nutrite, spiega ancora Borgna, da «tristezza e di malinconia, che sono sconfinate nella ricerca, o almeno nella nostalgia, della morte volontaria». Secondo lo psichiatra capostipite con Franco Basaglia della cultura a riguardo delle malattie psichiche e della loro cura, occorre distinguere con chiarezza: i farmaci antidepressivi «sono indispensabili nella cura delle depressioni patologiche», non però di quelle non patologiche, che hanno bisogno soprattutto «di ascolto e di dialogo, di accoglienza e di speranza».