L’ANSIA E LA SPERANZA, PARLA IL DECANO PSICHIATRA EUGENIO BORGNA

«L’ansia è un’emozione frequente, non dovremmo temerla, ma è necessario risalire a quelle che ne sono le cause»: lo dice il decano della psichiatria italiana, Eugenio Borgna, nel suo contributo su “Salute” di “La Repubblica” sui termini profondi del nostro ‘Io’. Dall’ansia alla follia, sono questi i termini studiati e approfonditi da vicino dall’autore nel sottolineare il valore centrale delle parole: «sono le parole che raccontano la nostra anima […] le frasi di un amico, di un familiare o del medico che cura».



Borgna recupera la lezione tenuta da Franco Basaglia all’epoca il quale per primo nel nostro Paese ha rivoluzionato la storia della psichiatria impostando la cura – pur non abbandonando l’approccio farmacologico – nel dialogo profondo tra paziente e medico. Ebbene, lo psichiatra Eugenio Borgna su “Rep” rileva come la parola e il concetto di “ansia” sia ben più complesso di quanto viene comunemente ritenuto: «L’ansia è un’emozione che fa parte della vita e ha molte forme di espressione. La consideriamo di solito come un’emozione dalla quale fuggire il più presto possibile, ed è giusto che sia così, ma senza dimenticare che talora l’ansia ci aiuta a essere attenti nel cogliere meglio il senso degli avvenimenti». Se l’ansia nasce nell’animo umano, scrive ancora Borgna, non va preso come allarme definitivo: «l’ansia è un’emozione fragile e fuggitiva, che tende  spontaneamente a risolversi. Non sempre è così, certo. Ci sono ansie ostinate e ribelli, che non ci lasciano tranquilli, e non ci consentono di svolgere il nostro lavoro, ed è giusto sapere che i farmaci ansiolitici sono ben tollerati».



BORGNA: “FOLLIA ESISTE MA NON È UNICA”

L’ansia secondo Eugenio Borgna è un’emozione frequente e non andrebbe temuta in quanto tale: è necessario però risalire alle reali cause che l’hanno generata. Non solo, «una vita, che non conosca cosa sia l’ansia, è molto scarna, ed è molto povera. Ci rende indifferenti, e incapaci di solidarietà, e di speranza». Dall’ansia alla follia, la seconda parola affrontata nella rubrica su “Salute” mette davanti anche qui Borgna alle “sovrastrutture” che comunemente descrivono la “pazzia” come qualcosa di astruso dalla realtà.



Lo psichiatra cita il suo maestro Basaglia quando sosteneva di non sapere cosa fosse la follia: «Può essere tutto o niente. E’ una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia». La follia esiste, rileva Eugenio Borgna, ma non è unica: «la prima grande distinzione è quella che separa i disturbi psichici di matrice somatica, causati da lesioni delle formazioni cerebrali, delle quali si occupa la neurologia, e i disturbi psichici che non sono riconducibili a questa causa». In conclusione, il decano riflette sulla distinzione che accompagna una diversa sintomatologia: «quella dei disturbi psichici di matrice somatica è contrassegnata dal deserto emozionale e razionale, mentre quella dei disturbi psichici, che non hanno evidenti cause somatiche, è contrassegnata da un diverso modo di rivivere pensieri ed emozioni, e di essere in relazione con i pensieri e le emozioni degli altri».