Pietro Boria, professore di diritto tributario presso la facoltà di Giurisprudenza della Sapienza di Roma, è dell’idea che l’evasione fiscale in Italia sia un fenomeno sovrastimato in quanto invisibile e, dunque, di difficile misurazione. “Il nostro Paese pubblica una stima effettuata dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb). L’ultimo documento disponibile parla di circa 100 miliardi di evasione fiscale. La metodologia utilizzata è di tipo top down, si parte cioè dall’alto con valutazioni in input di tipo macroeconomico e si arriva a una congettura finale in basso”, ha spiegato a La Verità.
L’esperto tuttavia ritiene che il metodo in questione non sia attendibile. “La ricerca che ho condotto con la mia cattedra ha utilizzato una metodologia di tipo bottom up. Facciamo cioè il percorso inverso, partendo da casi specifici”. I risultati sono molto diversi. “Arriviamo a stimare l’evasione fiscale in circa 15 miliardi. Nel Regno Unito, dove i dati sono molto simili ai nostri come popolazione e Più, con la stessa metodologia si arriva a circa 30 miliardi. Più vicino al nostro esito che a quello dell’Upb”.
Boria: “Evasione fiscale in Italia è sovrastimata”. Il parere dell’esperto
L’evasione fiscale è sicuramente un fenomeno che va avanti sotto traccia, ma Pietro Boria ritiene che si stia eccessivamente puntando il dito conto questo. “Voglio essere preciso. L’evasione esiste e va combattuta, perché è una violazione del patto sociale e costituzionale. L’evasore va sanzionato. Ma non è un fenomeno qualificante del nostro Paese”, ha ribadito. La sensazione del professore è che ci sia alle spalle della sua narrazione una spinta da parte della politica.
“C’è un tema politico chiaro. Parlare di evasione deresponsabilizza la classe governante. Destra e sinistra che in 30 anni di Seconda Repubblica non hanno messo mano a cambiare il sistema. Largamente migliorabile. Staneremo gli evasori è uno slogan comodo”, ha concluso l’esperto.