BORIS JOHNSON: “FINCHÈ L’UCRAINA HA FORZA DOBBIAMO ROVESCIARE LE COSE”
«Gli ucraini non vogliono essere forzati a un negoziato, non acconsentiranno a un conflitto congelato nel quale Putin è in grado di continuare a minacciare ulteriore violenza e aggressione»: si dice convinto il Premier inglese Boris Johnson, intervistato dal “Corriere della Sera”, che la guerra in Ucraina non debba concludersi con una “cattiva pace” per Kiev.
Alla vigilia dei giorni decisivi per i vertici G7 e Nato, dove Zelensky si attende un nuovo via libera per l’invio di armi dall’Occidente verso Est, il leader Tory torna ad ammonire la stessa cooperazione internazionale a sostegno dell’Ucraina: «C’è il rischio di una stanchezza sull’Ucraina, c’è il rischio che la gente non riesca a vedere che questa è una battaglia vitale per i nostri valori, per il mondo», continua il Premier del Regno Unito, «ma accelerare per raggiungere una cattiva pace sarebbe un disastro». Riflettendo sulla situazione generale che dalla guerra sta provocando a catena problemi in ogni parte del mondo globalizzato, “BoJo” ammette come «I costi dell’energia, la spinta dell’inflazione, i prezzi del cibo stanno avendo un impatto sulla fermezza delle persone: ma questo non sta avendo un impatto sulla fermezza del Regno Unito». Per questo il Governo inglese si dice del tutto favorevole ad aiutare gli ucraini «a ottenere una capacità di resistenza strategica». Secondo Johnson il momento attuale spinge, anzi “deve spingere” l’Occidente a non mantenere lo status quo nel Donbass e nel resto dell’Ucraina: «questo è il momento per provare a rovesciare le cose. Fintantoché gli ucraini sono capaci di montare una controffensiva, dovrebbero essere sostenuti, con l’equipaggiamento che ci stanno chiedendo».
“PUTIN DEVE FALLIRE MA NON LA RUSSIA”: IL MONITO DI BOJO
In merito alla possibilità di arrivare al più preso a negoziati di pace per far terminare la guerra sul campo tra Russia e Ucraina, la Nato non esclude la diplomazia anche se considera l’offensiva russa di difficile “diminuzione” almeno nei prossimi mesi.
Per il leader britannico Boris Johnson, «è assolutamente chiaro che Kiev non cederà territori in cambio della pace, non faranno un cattivo accordo. Non vogliono essere forzati a un negoziato, non acconsentiranno a un conflitto congelato nel quale Putin è in grado di continuare a minacciare ulteriore violenza e aggressione». Il Premier da Londra sostiene dunque la necessità che la sovranità dell’Ucraina sia ripristinata sul territorio: «il futuro del mondo dipende dal mantenere una forte, robusta posizione sull’Ucraina». In merito alla frase spesso ripetuta in questi mesi da Johnson «Putin deve fallire», il Premier inglese spiega meglio cosa intenda con questa richiesta: «Quando diciamo che Putin deve fallire non stiamo facendo riferimento a eventi a Mosca o alla politica russa: non è questo il mio obiettivo, dobbiamo essere chiari. Cosa intendo è che dobbiamo tornare almeno allo status quo precedente il 24 febbraio: questo è ciò che intendo per fallimento. Significa che le sue forze siano espulse dalle aree dell’Ucraina che hanno invaso finora». In merito, infine, alla considerazione di Papa Francesco circa la “provocazione” che la Nato avrebbe fatto negli ultimi anni contro la Russia, Boris Johnson non polemizza ma non si dice neanche d’accordo: «Lasciando da parte le vedute di Sua Santità, che metterò rispettosamente in un angolo, penso che sia stato sempre ragionevole per la Nato avere una politica della porta aperta. La Nato è una alleanza pacifica, serve a proteggere, non è un’alleanza aggressiva. Posti come la Polonia o i Baltici hanno lunghe memorie di attacchi da entrambe le direzioni e penso che avessero diritto a cercare solidarietà», ha concluso al “CorSera”.