Boris Johnson, ex primo ministro britannico, ha pubblicato sulle colonne del “Daily Mail” un articolo scritto di suo pugno sulla guerra in Ucraina. Un testo che si apre con un quesito: “Cosa diavolo sta aspettando l’Occidente?”. Poi, spazio a descrizioni terribili: “Venite con me nel fango ocra del cimitero di Bucha, oltre la chiesa di Sant’Andrea crivellata di proiettili. Soffermatevi sulle tombe di alcuni dei 416 abitanti di questa città – di cui 9 bambini – che sono stati fucilati dai russi nel tentativo di terrorizzare gli altri. Guardate le foto dei loro cadaveri, con le mani legate dietro la schiena, lasciati in strada a marcire o a essere mangiati dai cani. Guardate con me i resti anneriti di un condominio a Borodyanka, le tubature contorte e i giocattoli dei bambini distrutti. Guardate cosa può fare una sola delle bombe aeree di Putin da 500 kg a un edificio di otto piani. Provate a incontrare gli occhi imploranti delle persone che hanno estratto 162 cadaveri dalle macerie e che hanno cercato i 28 i cui resti non sono mai stati trovati”.



È a questo punto che Boris Johnson invita a sostenere gli ucraini coraggiosi, sottolineando quanto sia nauseante quello che è successo nella periferia di Kiev e in ogni parte dell’Ucraina, con torture, stupri, omicidi di massa. Putin “sta commettendo crimini, spianando intere cittadine in un tifone di bombe e missili. Non ha ritegno. Non ha scrupoli. Ha abbandonato da tempo il minimo rispetto per le leggi di guerra”. BoJo evidenzia poi che non vi sono dubbi sul fatto che l’Ucraina stia vincendo e sia destinata a vincere questa guerra, con l’espulsione delle truppe russe dalla capitale che passerà alla storia come una delle più grandi imprese d’armi dei tempi moderni.



BORIS JOHNSON: “QUELLA DELL’UCRAINA È UNA GUERRA D’INDIPENDENZA”

Gli ucraini, prosegue Boris Johnson sul “Daily Mail”, possono (e lo faranno) cacciare Putin dall’intera Ucraina. Questa è ora una guerra d’indipendenza e la storia ci insegna che le guerre d’indipendenza finiscono solo in un modo. La domanda è quando. Prima riusciremo ad aiutare gli ucraini a raggiungere la loro inevitabile vittoria, prima finiranno le loro sofferenze e prima il mondo intero, Russia compresa, potrà iniziare a riprendersi dalla catastrofe di Putin. Ciò richiede che tutti gli amici dell’Ucraina, raddoppino e triplichino il loro sostegno”.



Le truppe di Putin, ha detto Boris Johnson, sono demoralizzate, in quanto sono a corto di buone munizioni. Nonostante questo, la Russia adesso starebbe preparando un contrattacco e, anche se gli ucraini possono prevederlo e lo assorbiranno facilmente, “avranno bisogno del nostro aiuto per la fase successiva e decisiva: la ripresa del ponte di terra. Si tratta di quella striscia continua di terra conquistata che corre lungo la costa dal Donbas alla Crimea e che attualmente blocca l’accesso ucraino al Mar d’Azov. Se riusciranno a riprendersi il ponte di terra, o ad attraversarlo e a tagliarlo in due, gli ucraini avranno vinto. Per Putin sarà game over”.

BORIS JOHNSON: “NON C’È IL RISCHIO CHE PUTIN UTILIZZI IL NUCLEARE, PERCHÉ…”

Boris Johnson spiega che gli ucraini attualmente hanno bisogno di “fuochi profondi”, cioè di artiglieria a lungo raggio che possa colpire i russi da lontano. Inoltre, servono centinaia di carri armati dagli americani, dai tedeschi, dai polacchi e da molti altri. E il rischio di escalation, secondo l’ex premier britannico, non esiste: “Perché dovremmo temere di provocare Putin, quando ha già dimostrato cosa farà senza che vi sia stata la minima provocazione?”.

Johnson non crede neppure alla guerra nucleare: “Se Putin fosse così folle da passare al nucleare, perderebbe in un attimo tutti gli elettori del mondo – dall’Africa, al Medio Oriente, all’Asia – che attualmente sono disposti a dargli tanta fiducia. Peggio ancora, dal suo punto di vista, perderebbe i cinesi. Farebbe sprofondare la Russia in uno stato di esclusione economica tale da far sembrare moderate le attuali sanzioni. Soprattutto, perderebbe il popolo russo, che sarebbe totalmente terrorizzato dalle conseguenze di una simile mossa. Dunque, diamo agli ucraini tutto ciò che serve per vincere. Adesso”.