IL PIANO DI BORIS JOHNSON PER FERMARE PUTIN

Il Premier inglese Boris Johnson lancia un piano in “6 mosse” per fermare il Presidente russo Vladimir Putin nella guerra contro l’Ucraina: i punti strategici della “missione Uk” sono stati presentati personalmente dal Primo Ministro nel suo intervento sul New York Times, nei giorni in cui lo steso Johnson aveva più volte ripetuto che «il dittatore Putin la pagherà per i crimini di guerra commessi contro la popolazione ucraina».



Il Premier Uk ritiene ormai necessaria l’azione della comunità internazionale che deve reagire «alla barbara e orribile aggressione» affinché non siano gli storici ma «il popolo ucraino a giudicarci». Serve in primo luogo una «coalizione umanitaria internazionale» che possa intervenire in Ucraina: occorre poi sostenere Kiev in tutti i suoi sforzi di difesa contro l’invasore russo. Serve poi intensificare la pressione economica sulla Russia, proseguendo l’opera già cominciata da Nato, Ue, Usa e dallo stesso Regno Unito. Non solo, la comunità internazionale deve poi resistere «la strisciante normalizzazione delle azioni russe in Ucraina».



“NO FORZE UK IN GUERRA CONTRO LA RUSSIA”

Altro punto evidenziato dal Premier Johnson è la soluzione diplomatica della guerra al più presto: «va perseguita ma soltanto con la piena partecipazione del legittimo governo ucraino». Infine, sesto punto del “piano anti-Putin” riguarda una rapida e immediata «campagna per rafforzare la sicurezza e la resilienza tra i Paesi Nato». Durante il primo viaggio in Estonia pochi giorni dopo l’inizio della guerra ad Est dell’Europa, Johnson aveva ribadito che il Regno Unito «non combatterà le forze russe in Ucraina»; ecco, nel suo intervento sul NYT il Premier lo ribadisce, citando le sue stesse parole in Estonia «Voglio essere chiarissimo su questo punto, non combatteremo le forze russe in Ucraina. E i nostri rinforzi, come questi rinforzi qui a Tapa, sono saldamente entro i confini dei membri della NATO e sono profondamente la cosa giusta da fare». Chiosando l’editoriale sul quotidiano liberal Usa, Johnson conclude «Non è un conflitto della Nato e non lo diventerà. Nessun alleato ha mandato truppe da combattimento in Ucraina. Non siamo ostili al popolo russo e non abbiamo intenzione di mettere in dubbio una grande nazione e una potenza mondiale».

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