Un piano “segreto” per provare ad impedire che i deputati possano bloccare o rinviare ulteriormente la Brexit: per Boris Johnson l’addio all’Unione Europea è stato ed è tuttora il vero “diamante” da ottenere nella nuova era dei Tories post-Theresa May. Ma stavolta il piano per raggiungere la Brexit, come filtra da rumors pubblica sull’Observer domenicale, è di quelli denominabili come “choc”. Chiudere il parlamento perché non interferisca con la legge Brexit per «almeno 5 settimane»: questa sarebbe la proposta fatta da Boris Johnson al suo gabinetto e in attesa che possa essere confermata/smentita le critiche si moltiplicano mentre il neo-Premier si trova al suo primo G7 a Biarritz. A riprova del “piano segreto” vi sarebbero alcune mail scambiate dai consiglieri del Governo Johnson con la richiesta, sostanziale, di un parere legale sulla fattibilità o meno di una chiusura/sospensione dei lavori parlamentari per 5 settimane in modo di vedere interferenze sullo snodo Brexit.
BREXIT, IL PIANO SEGRETO DI BORIS
Il “piano” in realtà è discusso da tempo, ben prima di Johnson e lo stesso neo-premier in più di una occasione si è detto contrario a questa ipotesi, ma per l’Observer il tentativo in sottotraccia vi sarebbe lo stesso. Come evidenziato tanto al G7 quanto nel colloquio con Macron nei giorni scorsi, Boris non ha potuto nascondere la “fragilità” parlamentare di una maggioranza che non riesce ad avere i numeri “solidi” per approvare il piano di Brexit, il che complica ulteriormente le trattative visto che così il Premier non riuscirebbe ad uscire dall’Europa senza accordo con l’Ue, cosa che invece ha minacciato di fare già più volte in queste prime settimane a Downing Street. Come spiega oggi il Corriere della Sera, il governo britannico non ha negato di aver chiesto pareri legali sulla sospensione del parlamento mentre fonti dell’Observer sostengono che il piano «sia piuttosto concreto». Come spiega bene il Post, durante una stessa legislatura può capire che vi siano delle sospensioni per delle sessioni di lavori particolari e quando si concludono portano all’abbandono di tutte le leggi in discussione. Serve la richiesta della regina ufficiale, ma la proposta deve arrivare dal Governo: in attesa dei pareri legali, il tema Brexit promette di far parlare ancora tanto e per molto, non solo in Gran Bretagna. Non mancano certo le polemiche alla possibile “mossa” di Johnson, con i parlamentari dei “Remainers” che attaccano il Governo «oltraggioso qualsiasi piano per sospendere il Parlamento», ha spiegato il ministro ombra alla Giustizia Keir Starmer, mentre per l’ex attorney general Dominic Grieve «Quest’email, se vera, mostra il disprezzo di Boris Johnson per la Camera dei Comuni».