«La Russia sta pianificando la più grande guerra in Europa dal 1945». Boris Johnson è convinto proprio come Joe Biden che Vladimir Putin abbia deciso di invadere l’Ucraina. Ma a differenza del presidente americano, nella sua analisi va oltre, soffermandosi sugli scenari che scatenerebbe ciò, cioè lo scoppio di una terza guerra mondiale. Ne parla senza giri di parole nell’intervista rilasciata a Sophie Raworth ai microfoni della BBC. «Ci sono tutti i segnali del fatto che il piano in qualche modo è cominciato». L’intelligence britannica converge con quanto indicato da quella statunitense: la Russia vuole lanciare un’invasione che si spingerà fino alla capitale, Kiev.
«La gente ha bisogno di capire il puro costo in vite umane che potrebbe comportare», ha proseguito il primo ministro britannico. Ha parlato da Monaco, dove i leader di tutto il mondo si stanno incontrando per una conferenza annuale sulla sicurezza. Secondo le ultime stime del governo Usa, il numero di truppe russe dislocate lungo il confine si aggira tra 169mila e 190mila.
UCRAINA RUSSIA, JOHNSON “HO PAURA DI DIRE…”
La Russia potrebbe invadere l’Ucraina in qualsiasi momento secondo i funzionari delle principali intelligence occidentali, ma Mosca ha negato tali affermazioni, parlando di esercitazioni militari. Alla domanda se bisogna aspettarsi davvero un’invasione da parte della Russia e se questa è ritenuta imminente, Boris Johnson ha dichiarato alla BBC: «Temo che questo sia ciò che l’evidenza indica». Il primo ministro britannico ha spiegato anche che Joe Biden ha comunicato ai leader occidentali che la sua intelligence ritiene che le forze russe non hanno progettato solo di entrare in Ucraina da est, quindi dal Donbass, ma anche dalla Bielorussia e dalla zona circostante Kiev. «Ho paura di dire che il piano che stiamo vedendo è per qualcosa che potrebbe essere davvero la più grande guerra in Europa dal 1945 solo in termini di scala pura», ha ammesso Johnson. Quando però si sofferma a parare della potenziale perdita di vite umane, non fa riferimento solo agli ucraini, ma anche «ai giovani russi».