Boris Johnson, due giornalisti dietro le decisioni nel Covid?
Come rivela il The Daily Telegraph, Boris Johnson avrebbe preso in considerazione la revoca anticipata delle restrizioni di blocco, ma ha deciso di non portare avanti la misura dopo che gli sarebbe stato consigliato di non farlo perché tale mossa non sarebbe stata popolare tra i cittadini. L’ex primo ministro ha dunque proseguito con le restrizioni, spiegando insieme al governo di essere “guidati dalla scienza”. I messaggi tra lui e altri membri dell’esecutivo avrebbero però mostrato un’altra realtà.
L’opinione pubblica avrebbe avuto un ruolo determinante nella strategia, mentre il paese affrontava la pandemia.
Al centro del processo decisionale ci sarebbero stati due giornalisti, nessuno dei due con un background scientifico noto, che avevano il compito di consigliare il primo ministro sulla strategia da utilizzare con i media. Sarebbero stati loro a convincere Boris Johnson a tornare sui suoi passi e a non allentare in anticipo alcune regole di blocco. Uno dei due sarebbe Lee Cain, direttore delle comunicazioni di Downing Street che una volta lavorava per il Daily Mirror. Il secondo invece sarebbe James Slack, ex redattore politico del Daily Mail, portavoce ufficiale di Johnson ed ora vicedirettore di The Sun. Nel giugno 2020, i due avrebbero detto che sarebbe stato “troppo affrettato rispetto all’opinione pubblica” se avesse posto fine alle restrizioni.
Boris Johnson e i dati “molto sbagliati”
Il 10 maggio 2020, Boris Johnson avrebbe delineato una tabella di marcia contenente passi provvisori che gli avrebbero consentito di sbloccare completamente la Gran Bretagna e ne avrebbe parlato con Matt Hancock, il segretario alla salute, per dire che stava pensando di anticipare la fine del blocco. I suoi consiglieri temevano però un contraccolpo nell’opinione pubblica e l’avrebbero perciò consigliato. Così, l’Inghilterra ha tenuto le restrizioni per altre tre settimane. Il signor Hancock ha infatti convinto il Ministro a rispettare il piano originale e a tenere chiusi negozi non essenziali e addirittura le scuole fino a settembre.
E ancora, in una conferenza stampa del 31 ottobre per annunciare il blocco del 5 novembre, sono stati mostrati grafici che ipotizzavano che 4.000 persone al giorno sarebbero potute morire se non fosse stata intrapresa un’azione di blocco. Lo stesso Johnson in una conversazione privata con membri dell’esecutivo avrebbe descritto i dati utilizzati come “molto sbagliati”, spiegando che ciò avevano affermato il dottor Raghib Ali e il dottor Carl Heneghan, due esperti suoi consiglieri. Il secondo lockdown sarebbe nato perciò proprio così in Inghilterra.