Test rapidi per riaprire le discoteche e teatri, e una sorta di passaporto immunitario, che attesti l’avvenuta vaccinazione, per riprendere a viaggiare. Potrebbero essere questi, secondo il primo ministro inglese, Boris Johnson, i passi da cui ripartire in vista di un “cauto ma irreversibile” ritorno alla normalità. Il premier inglese, come riportato dalla BBC, ha detto che i test rapidi a flusso laterale potrebbero essere impiegati da “quei settori dell’economia che non siamo riusciti ad aprire dall’anno scorso. Questa, in combinazione con la vaccinazione, sarà probabilmente la via da seguire“, ha detto. Sebbene lo stesso Johnson abbia sottolineato che è “ancora presto” e ci sono “molte discussioni ancora da fare“, una fonte del governo ha detto che “c’è una lunga strada da percorrere prima di poter riportare la gente ai grandi eventi in modo sicuro“. Johnson, però, ha detto che la gente deve essere “ottimista ma paziente“.
BORIS JOHNSON: “TEST RAPIDI PER RIAPRIRE DISCOTECHE E TEATRI”
Nonostante le parole dell’inquilino di Downing Steet, il ministro dei vaccini Nadhim Zahawi ha detto che il governo ha favorito i test rispetto ai passaporti vaccinali come mezzo per riaprire l’economia, poiché non è ancora chiaro se un individuo vaccinato possa trasmettere il virus. In tal senso si attendono i risultati su due vasti studi non prima di qualche settimana: ma i dati preliminari per il momento sono “davvero incoraggianti“. Questo dibattito, comunque, è la conferma della volontà di prendere in considerazione la possibilità di tornare, appena possibile, ad ospitare grandi eventi affollati. Qualche dubbio sull’attuabilità del processo l’ha espressa Michael Kill, il capo della Night Time Industries Association, secondo cui somministrare test rapidi non sarebbe semplice, anche se fosse il modo in cui i locali come le discoteche sono stati autorizzati a riaprire. Egli ha detto alla BBC che i professionisti sarebbero tenuti a somministrare i test a tampone fuori dal locale, dove i frequentatori dovrebbero aspettare almeno 15 minuti per ottenere un risultato negativo prima di poter entrare. Questo costringerebbe i locali a scaglionare le ammissioni e ad avere procedure in atto per gestire i casi positivi e quelli con cui sono venuti in contatto. Uno sforzo che in molti sarebbero comunque disposti a mettere in conto, pur di vedere riaperte le loro attività.