BORRELL MANDA ARMI ALL’UCRAINA: MA CON QUALE POTERE?
«Questa guerra sarà vinta sul campo di battaglia, le consegne di armi saranno adattate alle esigenze ucraine», e poi «Torno con una lista di armi di cui gli ucraini hanno bisogno. E noi la seguiremo»: così ha parlato lo scorso 10 aprile l’Alto Rappresentante della Politica Estera in Europa, Josep Borrell, scatenando polemiche e contestazioni a livello tanto europeo quanto italiano.
Il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov non ha affatto gradito le parole di Borrell al “Corriere della Sera” e nelle scorse ore ha lanciato la contro-replica del Cremlino alla posizione della diplomazia europea: «Le dichiarazioni del capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, riguardo all’Ucraina cambiano significativamente le regole del gioco». Quando il capo della diplomazia, di un Paese o un’organizzazione – conclude il Ministro di Putin – «dice che uno specifico conflitto può essere risolto solo con mezzi militari, significa che o ha accumulato qualcosa di personale, o ha sbagliato a parlare o ha parlato d’impulso». Armi promesse nel suo viaggio a Kiev da Zelensky assieme alla Presidente della Commissione Europea Von der Leyen, per Borrell la situazione resta fortemente in bilico visto la non piena unità sul tema manifestata ieri nel Consiglio dei Ministri degli Esteri Ue in Lussemburgo: a sollevare il problema in Italia diversi politici “pacifisti”, in generale tutti quelli che ritengono l’Europa un’unione che dovrebbe operare per la pace. Sul quotidiano “La Verità” l’editoriale di Carlo Tarallo pone l’accento sul problema che sottende le dichiarazioni molto discusse di Borrell.
LA VERITÀ: “COSÌ BORRELL MANDA L’EUROPA IN GUERRA”
«Niente sanzioni, niente diplomazia, niente sforzi per un cessate il fuoco: per Borrell l’Europa deve vincere “sul campo di battaglia”, quindi è in guerra all’insaputa dei popoli e dei Parlamenti dei 27 Stati dell’Unione», si legge su “LaVerità” contestando l’effettiva carica politica che ricopre l’ex Ministro degli Esteri di Spagna.
Borrell è infatti Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue, ruolo che fu in precedenza ricoperto anche dall’italiana Federica Mogherini: una vera e propria carica operativa tale ruolo non v’è, tanto che la Russia ha trovato gioco facile nel contestare «l’Ue ha parlato o agito come un’organizzazione militare». Ma chi ha dato i “gradi” al commissario Borrell che non risulta ovviamente essere “capo” di un fantomatico esercito europeo? Non solo, fanno discutere anche le risposte date dal diplomatico spagnolo ai colleghi del “CorSera”: una volta che vengono date le armi all’Ucraina, serve poi del tempo e una buona organizzazione logistica per addestrare le truppe di Kiev. Non potendo inviare soldati europei in Ucraina – pena lo scoppio di una vera e propria terza guerra mondiale contro la Russia – come potrà avvenire l’addestramento? «Non preoccupatevi, sarà fatto in un modo o nell’altro», ha tagliato corto Borrell. Secondo “LaVerità”, l’insieme delle posizioni manifestate dall’Alto Rappresentante dell’Unione Europa restano molto gravi: «non esclude di mandare militari europei in Ucraina e lo confessa candidamente ai media, senza che nessuno gli chieda chi lo ha mai autorizzato a assumere queste decisioni dalle conseguenze imprevedibili e potenzialmente catastrofiche».