BORRELL SI SCHIERA CON STOLTENBERG (E SPACCA L’UE): “GIUSTO TOGLIERE DIVIETO ARMI A KIEV, CADE IL VETO DI ALCUNI PAESI”

Se già il segretario generale Jens Stoltenberg aveva diviso la NATO invitando a far cadere il divieto di uso delle armi occidentali, l’intervento di Josep Borrell al termine del Consiglio di Difesa Ue rischia di porre lo stesso effetto per l’Unione Europea. L’Altro Rappresentante Ue per la Politica Estera (di fatto il commissario preposto alla diplomazia europea) ha sposato la linea Stoltenberg, spiegando come secondo la legge della guerra «non c’è contraddizione, nel combattere contro chi mi combatte. Va considerato il rischio di escalation ma va bilanciato il rischio di escalation con la necessità degli ucraini di difendersi. Così è una situazione asimmetrica, con gli attacchi a Kiev che arrivano dal territorio russo».



Dopo aver ultimato le riunioni con i Ministri della Difesa dei 27 Paesi membri, è ancora Borrell ad intervenire per avallare la sua posizione, garantendo un sostegno a quanto ipotizzato dal segretario NATO sul via libera all’uso delle armi contro la Russia di Putin per “svoltare” lo stallo della guerra in Ucraina: «alcuni Paesi Ue fino a poche settimane fa erano contrari a permettere all’Ucraina di usare le armi occidentali per colpire obiettivi militari in Russia ma adesso hanno accettato di modificare questa limitazione». L’Alto Rappresentante Borrell non rivela però quali Stati sarebbero pronti ad appoggiare la proposta della NATO e prova solo in conclusione a “correggere il tiro” per non far sembrare la sua posizione un indirizzo netto dell’Europa: «È chiaro che questa posizione è legittima sulla base del diritto internazionale ma è una decisione individuale dei paesi Ue, nessuno forzerà questa decisione a livello europeo». È lo stesso Borrell poi ad informare che durante il Consiglio di Difesa, gli alleati europei non hanno raggiunto l’intesa – ovvero senza unanimità necessaria – per stanziare 6,6 miliardi di euro all’Ucraina per le armi: «da molti mesi non c’è consenso tra i paesi dell’UE su questo», ha detto il funzionario Ue. Ulteriore conferma che l’unità a Bruxelles sul tema Ucraina è tutt’altro che vicina.



LE REAZIONI DOPO LA ‘SPARATA’ DI BORRELL: DALLA RUSSIA (“SERIE CONSEGUENZE”) A SALVINI (“È UN BOMBAROLO”). CONTE “COSÌ È TERZA GUERRA MONDIALE”

Il leader della NATO nell’intervista all’Economist degli scorsi giorni aveva sottolineato come Kiev abbia il diritto di difendersi, includendo anche «colpire gli obiettivi in territorio russo». A quelle posizione di Stoltenberg aveva subito replicato il Governo italiano (e non solo), specificando che il tema di inviare soldati europei o dare possibilità a Kiev di usare armi occidentali in Russia non fosse affatto sul tavolo. «L’Italia non è in guerra con nessuno», aveva denunciato il vicepremier Matteo Salvini, contestando le posizioni tanto di Stoltenberg quanto del Presidente francese Emmanuel Macron.



Ora il caos internazionale si fa ancora più fitto dopo l’uscita (per alcuni addirittura “sparata”) di Borrell che presuppone un sostegno di alcuni non ben precisati Paesi europei alla proposta della NATO: «Leggevo dichiarazioni farneticanti, pochi minuti, fa di Borrell, che teoricamente dovrebbe rappresentare anche me e il popolo italiano», ha sottolineato il leader della Lega con i giornalisti a margine di un evento Assimpredil Ance a Milano. Per Salvini il commissario Borrell è un sostanziale “bombarolo”, intendendo l’accezione data dal cantautore Fabrizio De Andrè nell’omonima canzone: «vorrebbe che le armi che noi abbiamo mandato all’Ucraina per difendersi fossero usate per attaccare, bombardare e uccidere in Russia. Non parla a mio nome, non parla a nome del popolo italiano», conclude il Ministro che ribadisce l’intento d un’Europa con sempre meno Macron e Borrell, «se qualcuno preferisce Macron alla Le Pen sbaglia». Sulla stessa linea di Salvini anche l’altro vicepremier, nonché Ministro degli Esteri Antonio Tajani: «La posizione di Borrell non è la nostra, siamo per la de-escalation in Medio Oriente e in Ucraina, noi abbiamo una posizione molto chiara, cioè non invieremo militari italiani a combattere, non autorizziamo l’uso di materiale militare italiano fuori dai confini dell’Ucraina».

Secondo il leader M5s Giuseppe Conte, dichiarazioni come quelle di Macron, Stoltenberg o dello stesso Borrell, rischiano di portare l’Europa «alle soglie di una terza guerra mondiale»: i 5Stelle riportano il tema sul prossimo voto delle Elezioni Europee, mentre resta il tema di fondo anche per quanto avverrà dopo il cambio di vertice a Bruxelles. A far comprendere ancor meglio il grado di pericolosità dell’attuale scenario internazionale, sono le dichiarazioni dal Cremlino a rispondere direttamente a NATO e Ue: «La situazione sta peggiorando e il rabbioso fervore militare degli occidentali comincia a dominare», ha tuonato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, in una intervista a RussiaToday, aggiungendo come Mosca ora dovrà prendere misure qualora l’Occidente avanzi guerra diretta contro i russi. Ancor più netta la posizione espressa da Vladimir Putin all’agenzia Tass: «I Paesi europei, specie quelli con un piccolo territorio e un’alta densità di popolazione devono capire cosa rischiano prima di parlare di attacchi nel profondo del territorio russo». Ne ha però anche con la NATO il capo del Cremlino, sottolineando con sarcasmo le uscite di Stoltenberg, «Lo ricordo quando era primo ministro (norvegese) e ancora non soffriva di demenza».