«Io non conto nulla, qui decide solo Speranza e il Governo Conte»: la chat in questione vede protagonista Angelo Borrelli, Capo della Protezione Civile dal 2017 al 2021 e soprattutto primo commissario all’emergenza coronavirus dall’inizio del 2020 fino alla sostituzione avvenuta con Domenico Arcuri. È lui, assieme al Ministro Speranza e al Premier Giuseppe Conte ad aver gestito i primi mesi dell’emergenza Covid-19, con le fibrillanti giornate fitte di riunioni e vertici d’urgenza con i quali si è preparato il lockdown totale del Paese verso la fine di febbraio e l’inizio di marzo: ebbene, le chat dell’ex commissario Borrelli emergono dalla recente audizione presso la Commissione Affari Esteri del giornalista dell’Espresso Fabrizio Gatti, invitato relazionare sulle chat inedite di messaggi che proprio il capo della Protezione Civile, Angelo Borelli, avrebbe mandato ad un suo ex collaboratore Piero Moscardini nei giorni convulsi dello scorso febbraio 2020.
In sostanza, nel libro inchiesta pubblicato da Gatti sull’emergenza Covid e la gestione del Governo Conte-2 (“L’infinto errore. Storia segreta di una pandemia che si doveva evitare”) si fanno riferimento ad alcuni scambi avvenuti tra l’ex Protezione Civile Moscardini e lo stesso giornalista, conoscenti da molti anni. Tra il 22 e il 23 febbraio, con l’emergenza Covid che purtroppo aumentava giorno dopo giorno, Gatti scrive a Moscardini chiedendo conto del perché la Protezione Civile e il Governo non stessero prendendo provvedimenti emergenziali per quanto stava avvenendo in Lombardia e nei primi focolai in arrivo.
LA “SOLITUDINE” DI BORRELLI
Nell’audizione, Gatti fa riferimento sia alle prime repliche di Borrelli a Moscardini sia cita testuale quanto avvenuto pochi giorni dopo, il 29 febbraio (il “paziente 0” a Codogno già era emerso, ndr): «Piero, scusa lo sfogo, qui ci sono i medici di base in rivolta, non trovano le mascherine adeguate. Ma dove ca…o è la protezione civile? Mica chiedono tende, cucine, soldi. Se entra il contagio in area metropolitana sarà un disastro», scrive il cronista dell’Espresso. La replica è sconvolgente ed è riferita a quanto Borrelli ha comunicato con Moscardini via messaggio (poi inoltrato a Gatti, ndr): «Non hai capito. Qui la parte sanitaria la gestisce il ministro Speranza e i suoi. Non sono un commissario pieno detto tra me e te. Non mi consentono di esautorare il governo. Sono in riunione con il presidente del Consiglio, sei ministri e 21 governatori. Pensi che io possa sostituire tutti questi? Se ci provo mi ammazzano».
Piccola nota a parte segnalata dal giornalista de “La Verità” Francesco Borgonovo, che ha assistito in diretta all’audizione tenuta da Gatti in Parlamento: quando il giornalista ha cominciato a riportare le informazioni sulle chat con Borrelli e Moscardini, il deputato Pd Piero Fassino ha bloccato tutto affermando, «Io non credo che questa sia la sede in cui lei debba riferire i colloqui Whatsapp eccetera. Lei ha tutto questo materiale, e sulla base di questo suo materiale dica quello che lei ritiene rispetto alle origini della Sars, ma non ha nessun senso che lei… Adesso tra l’altro questa è un trasmissione pubblica, non ha nessun senso che lei metta a disposizione di chiunque messaggi eccetera. Tra l’altro non avendo neanche l’autorizzazione di coloro che i messaggi hanno ricevuto scritto». Gatti a quel punto non ha potuto continuare a trattare l’argomento, evento comunque bizzarro in quanto è stato chiamato a testimoniare proprio per le informazioni “segrete” reperite nei giorni caldissimi e difficilissimi dell’inizio pandemia.