La paura, un’emozione che se non adeguatamente affrontata crea non solo un disagio immediato, ma, talvolta, veri e propri traumi. Anche sui mercati finanziari si vivono quotidianamente stati d’animo comparabili al timore e, paradossalmente, si è pensato di poterne misurare l’entità con un apposito indice: il famigerato Vix. Non solo, coerentemente con logica della massimizzazione finanziaria, si è provveduto a creare i regolamentati strumenti finanziari al fine di poter conseguire un potenziale lauto guadagno. Speculare sulla paura, guadagnare sulla paura e – molto spesso – perdere per paura.
Oggi: a una settimana dall’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani, i mercati finanziari internazionali hanno oggettivamente avuto modo di poter vivere l’incombere della paura. Lo scenario di un potenziale conflitto tra Usa e Iran ha catalizzato, e tuttora sta catalizzando, l’attenzione di tutti. L’ansia e l’attesa caratterizzano il trascorrere di ogni singola giornata degli operatori. I trader alternano il loro sguardo sui vari monitor al fine di poter apprendere la notizia di un nuovo attacco. Gli indici borsisti quotano, i prezzi scorrono, e nell’insieme – il tutto – appare paradossale perché il mercato non ha paura, il mercato non sta “premiando” la temuta guerra, il mercato ha vita a sé.
In molti avrebbero ragionevolmente “scommesso” sul possibile crollo dei listini, in molti avrebbero “puntato” al rialzo sullo stesso indice Vix, in moltissimi avrebbero scelto di comprare bond e oro quale tutela premiante per i loro risparmi. Non è avvenuto nulla di tutto questo. Dal 3 gennaio – giorno dell’uccisione del generale Soleimani – i mercati azionari (rif. riportato S&P 500), disinteressandosi, sono saliti.
I bond, con particolare attenzione ai Treasury Note, hanno accusato una flessione. L'”ex” bene rifugio, l’oro, prima è salito (quale continuazione del pregresso trend rialzista in atto) per successivamente scendere. Tutto il contrario di tutto e a conferma di questa – l’ennesima – contraddizione economica/finanziaria, ci arrivano le risultanze dello stesso Vix. Neppure quest’ultimo ha rispettato la propria naturale coerenza: anziché salire ha registrato solo forti cali giornalieri. La paura è stata sconfitta dal coraggio.
Questi sono i mercati finanziari. Gli Usa, Donald Trump, l’Iran e i suoi rappresentati, tutti con tutte le loro quotidiane affermazioni, ma poi: nulla. I prezzi sono dettati da tutt’altro. L’aspettativa e l’emotività hanno sempre giustificato ogni rialzo al pari di ogni ribasso: tutto il resto rimane e rimarrà sempre e solo cronaca. La cronaca di una guerra finora mai iniziata perché non ancora “autorizzata” dal mercato.