La caduta delle borse ha coinvolto abbastanza indiscriminatamente società e settori: dal petrolio alle banche, dal settore auto fino a quello del turismo i numeri di borsa e le previsioni di utili e ricavi sono decisamente al ribasso. In questo scenario si segnalano pochi settori in controtendenza. Il primo, e più ovvio, è quello legato al settore farmaceutico e della diagnostica. In tempi di coronavirus ed emergenza sanitaria la rincorsa degli investitori a trovare società che riescono o riusciranno a offrire soluzioni per la fine della pandemia è continua. È chiaro che non ci sarà né austerity, né limitazione delle risorse statali e personali per riuscire a curare il virus e poi, si spera, per trovare un vaccino funzionante nel minor tempo possibile. Diasorin, per citare un esempio “nostrano”, viaggia ai massimi di sempre proprio per le soluzioni nel campo della diagnostica. Gli esempi però sono molteplici sia in Europa che negli Stati Uniti.
Un altro settore che non ha risentito negativamente della pandemia è quello delle vendite online. Tutti quotidianamente sperimentiamo come l’unico modo per comprare anche dei semplici pastelli sia un sito di acquisti on line. Lo stesso si può dire anche per grandi elettrodomestici. Amazon viaggia ai massimi di sempre. La quota di mercato dell’online in questi giorni è ovviamente aumentata a dismisura; è inoltre assolutamente possibile che le abitudini dei consumatori si modifichino in modo permanente a danno dei punti di vendita fisici. Significa che nel nuovo mondo “post-pandemia” compreremo tutti di più su internet. Il fenomeno è talmente evidente che a fatica si comprende la passività del Governo di fronte a un’esplosione dei ricavi, e degli utili, per società che pagano pochissime tasse.
A traino degli acquisti online troviamo i servizi di streaming. Anche Netflix, per citarne uno, ha il titolo vicino ai massimi di sempre. La gente a casa, non esce e non va al cinema, e si abbuffa di serie tv dopo la solita dose quotidiana di aggiornamenti sull’epidemia. I più giovani giocano online spingendo i titoli del settore. Spingendoci in avanti potremmo aggiungere tutto quello che fa da supporto allo “smart working” sia software che per le connessioni veloci.
Da ultimo si ascoltano grandi discussioni sulla ripresa delle costruzioni. È un tema che in realtà abbiamo sentito sia dopo la crisi del 2008 che dopo quella del 2011 senza in realtà particolari riscontri nella realtà. Né in Europa né negli Stati Uniti. Questa potrebbe essere una novità, ma occorrono tantissimi soldi e tanto tempo. Le infrastrutture complesse infatti richiedono lunghi tempi per le gare, i progetti e l’esecuzione.
Se dovessimo fare una facile scommessa sembra che il travaso da punti di vendita e supporti fisici verso l’online ormai decennale avrà un’ulteriore spinta in avanti. È una sfida che coinvolge anche la politica nella misura in cui spiazza tantissimi lavoratori, sposta il pagamento delle imposte e rivoluziona le città e i loro spazi.