Borsa Italiana in vendita: il London Stock Exchange, di cui Piazza Affari fa parte dal 2007, è uscito allo scoperto. Il gruppo ha confermato di aver avviato delle discussioni esplorative che potrebbero portare ad una cessione di Borsa Italiana o della quota in Mts, la piattaforma telematica riservata ai titoli di stato. Questa mossa serve ad agevolare l’approvazione da parte dell’Antitrust europeo l’acquisizione da 27 miliardi di dollari di Refinitiv, provider di dati finanziari e gestore di piattaforme di trading. Ma si tratta di una nuova grana per il governo. Ma per LSE è anche una questione di debiti, non a caso l’agenzia di rating S&P ha spiegato che la vendita di Borsa Italiana “potrebbe contribuire a migliorare i parametri finanziari della Borsa di Londra”, sebbene “le attività italiane siano importanti per l’attuale rating di Lse”. Negli ultimi mesi comunque Borsa Italiana era finita nel mirino di Deutsche Boerse (Francoforte) e di Euronext, che controlla i listini di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, i colloqui sarebbero avviati, del resto l’intenzione di Euronext è di costruire un’infrastruttura paneuropea avendo acquisito anche la danese Vp securities Cresce. Ma attenzione all’ipotesi Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).
BORSA ITALIANA IN VENDITA, IPOTESI CDP MA EURONEXT…
C’è infatti la tentazione del mondo politico di far tornare Borsa Italiana in “patria”. Secondo fonti informate, citate da Il Messaggero, è difficile immaginare di affrontare il dossier in piena crisi. Inoltre, concorrere con Euronext vuol dire impegnarsi in maniera importante dal punto di vista finanziario. E neppure Cassa Depositi e Prestiti può farlo. Ma si può pensare a “blindare” Piazza Affari con la Golden Power, come ricordato dal deputato M5s Davide Zanichelli, che è anche membro della Commissione finanze. Lui e altri 4 deputati hanno depositato una risoluzione in Commissione “per impegnare il governo ad intraprendere ogni iniziativa per concertare un’offerta competitiva in grado di riportare Borsa Italiana nei confini del Paese”. L’idea è di coinvolgere Cdp e un pool di banche e istituzioni finanziarie italiane. Del resto, sarebbe un affare: prima del Covid, Piazza Affari capitalizzava 651 miliardi, cioè il 36,8% del Pil italiano. Secondo un report di Mediobanca, Borsa Italiana – da quando è stata acquistata – ha contribuito per il 56% ai ricavi di Lse.
BORSA ITALIANA IN VENDITA, COPASIR “INTERVENGA GOVERNO”
Borsa Italiana finisce ufficialmente sul mercato e il Copasir incalza subito il Governo. Raffaele Volpi, presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, lo invita a “considerare immediate ed improrogabili valutazioni sugli strumenti utili da mettere in campo per intervenire in senso proattivo in questa vicenda”. Per Volpi deve essere l’Italia a decidere il destino di Borsa Italiana per evitarne “smembramenti” e quindi deve riacquisirne il controllo per deciderne “alleanze e posizionamenti”, evitando così che siano altri a decidere. “Qualsiasi indugio farebbe ricadere sul governo elementi di grave responsabilità di inerzia rispetto ad una necessaria linea di consolidamento del sistema paese in un momento in cui vi è la necessità di traguardare il futuro con la solidità di tutta la filiera economico-finanziaria”, ha aggiunto nella nota il deputato della Lega e presidente del Copasir.