Ieri il Sindaco di Milano Beppe Sala è intervenuto sul Sole 24 Ore per chiedere attenzione sul ruolo di Borsa italiana a Milano dopo l’acquisizione da parte di Euronext che qualche mese fa ha comprato la società dal London Stock Exchange. Il Sindaco ha sottolineato il ruolo che Milano svolge per il Paese e ha voluto ribadire che il gruppo Euronext può rappresentare una grande opportunità per Milano e per tutto il Paese “solo a condizione che alla nostra Borsa sia assicurata quell’autonomia che le ha consentito di diventare un importante fattore di sviluppo”. Purtroppo i primi segnali, ha continuato Beppe Sala, “fanno dubitare che si stia andando verso questa direzione”. 



È difficile dire quali segnali abbia captato dalla sua posizione privilegiata, ma il Sindaco specifica sia il progetto “Elite” rivolto alle PMI, sia il Mercato Telematico dei Titoli di Stato, sia la preoccupazione che processi di razionalizzazione portino a tagli di posti di lavoro. Sala ha messo immediatamente le mani avanti: “Non si tratta di affermare concetti desueti di sovranismo”, ma “di riconoscere il merito e le qualità delle risorse umane che dalla nostra città hanno dimostrato di poter diventare un polo d’eccellenza a livello europeo”



L’intervento ha raccolto “l’appoggio” di Giulio Centemero, tesoriere della Lega (brianzolo di nascita e milanese d’adozione), che però ha voluto ribadire che “non promuovere Milano per il post Brexit è stato un errore clamoroso” e che non bisogna vergognarsi di essere sovranisti se significa “tutelare l’interesse nazionale e la propria città”. L’ultima frase, in particolare, è la bussola che dovrebbe governare l’appartenenza italiana all’Europa e che, a nord delle Alpi, nessuno ha mai pensato di abbandonare. 

Il dato vero è che l’allarme di Sala avvenga dopo l’acquisizione da parte del gruppo europeo “amico” Euronext che evidentemente pone delle criticità e solleva preoccupazioni sull’autonomia e il ruolo di Milano che con il London Stock Exchange non si ponevano. Sorprendersi però non è lecito per tanti motivi.



La borsa di Milano aveva della specificità, soprattutto lato pmi, che non avrebbero mai potuto impensierire la borsa di Londra con la sua proiezione globale. Nel gruppo inglese Milano, con dietro l’Italia, i suoi risparmi e le sue pmi, non avrebbe mai fatto concorrenza a Londra che infatti ha lasciato fare. Il discorso però non si applica dentro un gruppo che non avrà mai la proiezione globale di Londra e che ha dentro alcuni dei concorrenti del sistema Paese italiano. Il London Stcock Exchange capitalizza per la cronaca cinque volte Euronext.

È infinitamente meglio essere la periferia di una capitale che sta da un’altra parte o dall’altra parte del mondo piuttosto che di una così vicina. È la ragione per cui i francesi per salvare i loro cantieri navali chiamano i coreani e invece buttano a mare gli italiani. Mettersi in un gruppo europeo solo per ragioni ideologiche è stupido perché tutta la storia recente insegna che senza un’attenzione massima del sistema Paese, e forse nemmeno in questo caso, l’Italia è perdente. 

Sala fa ovviamente un discorso “sovranista” nel significato più pieno del termine, ma ha paura di doversi misurare con un’utopia sull’integrazione europea che non esiste e che soprattutto non esiste in nessun altro Paese europeo. L’europeismo italiano è stato un’anomalia che non ha eguali nel resto d’Europa perché l’europeismo francese o tedesco è sempre stato e sarà sempre “sovranista” e sempre perfettamente consapevole degli interessi nazionali. Anche con Angela Merkel ed Emmanuel Macron senza dover agitare lo spauracchio di Marine Le Pen o dell’Afd. 

Oggi la Borsa italiana è all’interno di Euronext e il Sindaco di Milano dopo appena qualche mese sente l’esigenza di pubblicare un appello sul quotidiano degli industriali per una minaccia che si è palesata dopo la cessione dei “nemici” del London Stock Exchange. Ma su queste cose e sull’appartenenza all’Europa in generale l’unica regola è un sanissimo realismo e un altrettanto sano “sovranismo”, per quanto intelligente e lungimirante. Quando si sbaglia recuperare è molto difficile.