Il bilancio settimanale finanziario dell’ottava trascorsa si potrebbe riepilogare con una sintetica considerazione: rotazione di portafoglio in atto. Osservando i numeri, i saldi riportati dalle principali asset class sembrano confermare un mutamento di umore generale: mercati azionari e obbligazionari in territorio negativo, mentre, all’opposto, le materie prime registrano l’ennesimo rialzo. Ciò che deve – ancora una volta – far pensare attentamente gli investitori è quanto emerge sul comparto bond (rif. JPM GBI Gl. Usd): le perdite da inizio anno hanno ulteriormente ampliato la loro entità riportandosi a ridosso dei tre punti percentuali. Nell’arco delle sole ultime due sessioni weekly la flessione è passata dal precedente -2,23% all’attuale -2,84%.
Questa pericolosa dinamica non ci sorprende. Il timore era latente e da noi confermato più volte, inoltre, alle attuali quotazioni (sotto la soglia psicologica dei 600 punti), si può certamente presagire un prossimo momentum di accentuato ribasso. I recenti minimi settimanali riportano i corsi ai valori di agosto del 2020, ma, a differenza di allora, l’odierna configurazione grafica e algoritmica sul benchmark obbligazionario internazionale evidenzia una netta demarcazione a favore di un trend ribassista di breve termine con primo obiettivo a quota 595,41 punti. Un possibile ritorno oltre area 603,34 favorirebbe la costruzione di un potenziale trading range che – se concretizzato – potrebbe allentare la tensione almeno in ottica di brevissimo periodo.
Al fine di poter assistere a quest’ultima ipotesi, una correlazione che viene in aiuto è quella con il decennale Usa: il future sul Treasury statunitense ha violato il supporto indicato a 136,50 con un nuovo minimo del 2021 a 135,3281 punti; solo grazie a un auspicato ritorno oltre soglia 136,39 l’attuale trend ribassista verrebbe arginato nel brevissimo periodo con diretta conseguenza (positiva) sul precedente benchmark obbligazionario (rif. JPM GBI Gl. Usd).
Una nota in chiave anticipatoria: prendendo in considerazione il grafico su base settimanale, e tracciando su quest’ultimo il medesimo scenario algoritmico (RSI a 14) già presente sull’indice MSCI World Usd (sottostante rappresentativo dell’asset class equity), appare evidente la forza discendente sui corsi a seguito del completamento della divergenza ribassista tra i prezzi e lo stesso indicatore. Tale oggettivo riscontro è molto utile in sede azionaria e per il suo possibile sviluppo.
Sul versante opposto, l’ottava azionaria che ci lasciamo alle spalle registra una flessione dello 0,439%. Pur essendo una variazione modesta, è opportuno riportare come le ultime sei settimane di mercato hanno visto un numero uguale tra le sedute weekly negative (tre) e quelle positive (tre). Tenuto conto degli attuali livelli raggiunti, della confermata divergenza in essere (tra andamento grafico dei prezzi e indicatore RSI), quest’ultima evoluzione bipartisan (tre vs tre) “certifica” l’incertezza degli operatori. Il nuovo massimo della trascorsa settimana potrebbe rappresentare il cuneo superiore del paventato diamond top (figura ribassista di inversione): l’eventuale discesa dei prezzi al di sotto dei 2.774,54 punti agevolerebbe la definitiva costruzione di quanto finora ipotizzato. Viceversa, ulteriori rialzi (con nuovi massimi), vedrebbero posticipare questa nostra opzione.
Ennesima performance positiva (oltre il punto e mezzo) per le commodities che trovano la loro sintesi nel benchmark CRB Index. Da inizio anno rappresentano la miglior asset class in termini di rendimento YTD (year to date) con oltre dodici punti (+12,412%) di rivalutazione percentuale. Dai minimi di aprile 2020 (101,482) le quotazioni sono cresciute dell’85,87% e – non si può escludere – un possibile e ulteriore apprezzamento nel corso dei prossimi mesi. Il benchmark CRB Index, trainato dal recente trend rialzista del petrolio (il WTI è ormai giunto in area 60 dollari), ha raggiunto e oltrepassato i massimi dello scorso aprile 2019 e il suo prossimo obiettivo (in ottica di medio termine) è individuabile in coincidenza dei massimi del 2018 (oltre 205 punti). L’attuale quadro tecnico circoscrive all’area 182,92 un target ribassista di brevissimo periodo: qualora i corsi dovessero raggiungere tale soglia di prezzo, un primo ingresso potrebbe avvenire sempre tenendo ben presente che l’ideale position keeping è riconducibile a soglia 165 punti.
Sul forex, i movimenti di prezzo sui rapporti Eur/Usd e Usd/Jpy,ci soddisfano parzialmente: se sul primo cross il precedente target individuato (violazione di 1,20) è stato di poco conseguito (minimo a 1,2021), sul secondo, invece, la soglia pari a 107 è mancata al “nostro appello” attraverso un massimo relativo a 106,21. È pur vero che – su quest’ultimo – dalla precedente alert zone a 104,5/105 (quale area media di carico) si è comunque potuto assistere a una buona rivalutazione (in soli dieci giorni): allo stesso tempo, però, riteniamo si debba comunque monitorare i prossimi sviluppi over monthly (rispetto al precedente monito «entro la fine del mese in corso»).
L’ottava in corso potrebbe decretare la definitiva inversione di tendenza (in ribassista) della componente obbligazionaria: particolare attenzione al decennale Usa e di riflesso al JPM GBI Gl. Usd. poiché una loro accentuata flessione comporterebbe un alleggerimento (tattico) anche sul versante azionario. Massima cautela.
—- —- —- —-
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.