Una settimana a base di Europa. Le principali notizie che hanno influenzato l’andamento dei listini internazionali nel corso degli ultimi giorni individuano il Vecchio Continente come un vero e proprio baricentro per le future azioni politiche ed economiche in ottica lungo periodo. Nell’arco di poche ore si è potuto assistere a importanti nomine: Ursula von der Leyen a capo dell’esecutivo Ue, Christine Lagarde nuovo leader della Bce, Charles Michel alla presidenza del Consiglio europeo e David Sassoli quale nuovo presidente del Parlamento europeo. L’insediamento della francese Lagarde, senza nulla togliere agli altri neoeletti, rappresenta per i mercati finanziari un chiaro segnale: l’ex direttore del Fmi sarà garante di fermezza e indipendenza nella gestione delle proprie azioni sia in chiave strettamente di politica monetaria che di rapporti con i suoi rispettivi colleghi (in primis la statunitense Fed).



Se le istituzioni europee hanno conosciuto i loro nuovi candidati, anche un fronte più interno all’Europea – da molti ritenuto un potenziale rischio per l’intera zona Euro – ha scoperto il tanto atteso esito: l’Italia è riuscita a evitare la temuta procedura di infrazione (ormai non più «giustificata») a firma della Commissione Ue. Si tratta di un significativo ridimensionamento sul versante della tensione che poteva nuovamente incombere sul mercato obbligazionario domestico. Gli operatori hanno subito reagito con importanti posizionamenti (fin da inizio di ottava) sui nostri titoli di Stato capitolando con la violazione dello spread sotto soglia 200 punti base e con rendimenti pari a quelli del maggio 2018.



Anche il versante americano ha registrato ottime performance: finanziariamente – l’indice S&P 500 – ha raggiunto nuovi massimi mancando di pochi punti la tanto attesa soglia dei 3.000. Economicamente – l’occupazione americana – ha incrementato il proprio stato di salute oltre le previsioni (le stime per il dato di giugno erano pari a 165mila unità mentre si sono visti creare 224mila nuovi posti di lavoro). Quest’ultimo dato, dal punto di vista operativo, avrà un sicuro impatto per gli addetti ai lavori: l’atteso taglio dei tassi d’interesse Usa appare più lontano.



A seguito dell’insieme di questi citati importanti “momenti”, e analizzando l’andamento dei sottostanti oggetto di nostro monitoraggio, possiamo riscontrare ottime risultante: nel corso della precedente ottava, quanto indicato nel precedente outlook, ha trovato pronto riscontro nei prezzi. L’indice italiano Ftse Mib ha prima superato soglia 21.345,98 (da noi ritenuta fondamentale in caso di sua violazione) per poi oltrepassare quota 21.554,81 punti e con il successivo conseguimento del target oltre i 22.000 punti (massimo weekly a 22.175,35). Nel corso dell’attuale settimana borsistica ci aspettiamo prese di profitto sul nostro principale indice soprattutto in ottica di brevissimo periodo e pertanto è auspicabile il monitoraggio del supporto a 21.911,64 punti: un suo cedimento agevolerebbe un posizionamento short con obiettivo ravvicinato a 21.665,24 punti. Qualora quest’ultimo trade si realizzasse, l’operatività assumerebbe uno stato flat sul nostro Paese. Segnale rialzista invece con prezzi sopra quota 22.193 (soglia di price entry) con target a 22.508,30 punti.

Vengono confermate le precedenti view sia sull’indice europeo DJ Stoxx 600 (flat) che sullo S&P 500: per quest’ultimo, il mantenimento della posizione è riconducibile al raggiungimento del traguardo psicologico dei 3.000 punti: in caso di suo superamento, il target individuabile è corrispondente ad area 3.056,63 punti con conseguente liquidazione totale della posizione. Fondamentale la tenuta del supporto a quota 2.952,33 poiché, in caso di suo eventuale cedimento, l’attuale configurazione grafica rialzista verrebbe compromessa (in ottica di brevissimo periodo) con obiettivo a 2.921,37 punti.

Il mercato delle commodities ha registrato importanti dinamiche soprattutto sul versante petrolifero: a inizio settimana i corsi (rif. Wti) hanno rivisto area 56 favorendo pertanto la nostra precedente scelta di liquidare gli asset. Nelle successive sedute il barile ha quotato in uno stretto trading range e, grazie a quest’ultima configurazione in atto, si possono ipotizzare i due scenari potenziali: ipotesi long sopra 57,88 con target a 59,93, mentre short in caso di violazione del supporto a 56,05 con obiettivo a quota 54,84.

Durante la settimana in corso, è doveroso monitorare l’andamento dei principali listini obbligazionari (sia dal punto di vista dei prezzi che dei rendimenti). Gli attuali corsi sembrano trattare “a premio” rispetto alle metriche economiche/finanziarie da noi impiegate: una possibile fase di ritracciamento potrebbe essere imminente.