I mercati azionari hanno concluso la scorsa settimana in territorio positivo. Nonostante il diffuso rialzo fatto registrare sui principali listini internazionali, la flessione che aveva caratterizzato la seconda ottava non è stata completamente assorbita. Da rilevare il buon ritracciamento sull’indice Vix che, sin dalle prime battute settimanali, ha ripiegato fino a far registrare il proprio minimo weekly (30,40 punti) in occasione dell’ultima giornata di scambi. In base alle dinamiche finora registrate, solo un valore inferiore ai 27,83 punti comporterebbe un concreto ritorno verso nuovi minimi mensili. Da monitorare l’area a 39,37 punti che, se oltrepassata, riporterebbe “l’indice della paura” in prossimità di soglia 44.
Osservando quanto accaduto sul mercato azionario, sull’indice MSCI World Usd (rif. benchmark equity) è facilmente individuabile la vicinanza alla media mobile a 200 giorni (area 2.182,69 punti) che, qualora fosse nuovamente violata questa volta potrebbe contribuire a una fase di accentuato ribasso. La fragilità dell’impostazione grafica sottostante all’asset class azionaria è riscontrabile anche sul fronte algoritmico con l’insieme dei leading indicators ancora in sell signal nonostante i valori prossimi alla neutralità dalla quale provengono. Di certo, un livello di prezzo inferiore ai 2.196,02, punti agevolerebbe una prima fase di inversione anche sui principali lagging indicators attualmente in territorio neutral. Decisamente positivo il superamento della resistenza dinamica a 2.238 con conseguente e ulteriore rialzo esteso oltre i massimi mensili.
La componente azionaria riconducibile ai Paesi emergenti (rif. MSCI Emerging Usd) ha visto segnare un nuovo minimo (961,55) a inizio di settimana per successivamente riprendere quota e oltrepassare la soglia psicologica dei 1.000 punti. Il precedente orientamento al ribasso sul versante algoritmico evidenzia un’attuale fase neutrale con possibili debolezze su alcuni leading indicators poiché maggiormente sensibili nel brevissimo periodo, mentre i lagging indicators appaiono ancora flat. Fondamentale la tenuta dei 977,86 punti che, in caso di mancato supporto, favorirebbe un potenziale downside con minimi inferiori a quelli registrati nel corso dell’ottava conclusa. Buone possibilità per la realizzazione di nuovi massimi in caso di chiusura al di sopra di quota 1.007,69: oltrepassata quest’ultima, anche gli indicatori meno reattivi (rif. lagging), si riporterebbero in territorio positivo (buy signal).
L’asset class obbligazionaria rappresentata dal JPM GBI Gl. Usd – nel corso della settimana – ha visto il proprio livello degli scambi al di sotto del target monthly (590,80 punti): dopo aver toccato un massimo a 588,11, la chiusura weekly a 587,14, deve imporre maggior prudenza soprattutto nel brevissimo periodo. Nel corso dei prossimi giorni non si può escludere il raggiungimento del primo target ribassista a 587,14 poiché, attualmente, l’intero palinsesto algoritmico permane ancor più in vendita rispetto alle trascorse settimane. Focalizzando inoltre l’attenzione sull’operatività concernente il sottostante obbligazionario tedesco (rif. Bund future) si conferma il precedente outlook negativo.
Le materie prime, favorite dall’andamento del petrolio, hanno confermato il loro trend rialzista di breve termine. I prezzi del barile (rif. WTI) si sono riportati a ridosso dei 40 dollari e, mediante la chiusura weekly a 38,84 dollari, sembrano ormai pronti per un nuovo massimo mensile. Solo il cedimento di area 36,23 dollari potrebbe compromettere l’attuale impostazione con target ribassista a quota 34,76. Per la settimana in corso confermiamo il precedente posizionamento sull’heating oil, ma rivediamo il take profit in prossimità di soglia 121,97; per il nickel, si rimane ancora long, con un ulteriore area di ingresso a 12.575 qualora i prezzi dovessero scendere.
Sul forex, la nostra attenzione nei confronti del principale cross (Eur/Usd), ha beneficiato dei recenti ribassi. Il precedente position keeping in chiave short è stato confermato dal mercato mediante nuovi minimi mensili. L’auspicata soglia a 1,1165 è stata pressoché raggiunta (low weekly a 1,1167) e, in apertura di questa nuova settimana, è plausibile un suo definito completamento con conseguente liquidazione dell’intera posizione in precedenza strutturata (attraverso due singoli ingressi). L’attuale “naturale” target è circoscrivibile in prossimità di 1,1146, ma, prescindendo da quest’ultimo livello, riteniamo soddisfacente il gain finora conseguito. In ottica di prossimo e potenziale posizionamento suggeriamo l’iniziale osservazione del rapporto Gbp/Usd: anche se attualmente distante, l’area di supporto a 1,22471 rappresenta un buon ingresso (long).
Dai mercati azionari internazionali si attendono maggiori segnali di conferma in chiave rialzista che, in caso di assenza, potrebbero coincidere con l’inizio di una prolungata fase laterale. Sull’opposto versante obbligazionario, invece, permane uno stato di incertezza che, inaspettatamente, potrebbe favorire una discesa dei prezzi.
Al momento, sottopesare gli investimenti in essere, è la soluzione ideale.