Il conflitto Russia-Ucraina ha caratterizzato l’ottava che si è conclusa e, a seguito dell’intensificarsi delle reazioni in sede geopolitica, i mercati finanziari hanno presto tramutato le medesime tensioni in significativi cali sulle principali asset class. Fatta eccezione per il vistoso crollo della borsa russa, le altre piazze finanziarie, hanno prima subìto la crisi bellica per poi recuperare gran parte delle perdite: il tutto nell’arco di pochi giorni. L’insieme di questa circoscritta dinamica ribassista/rialzista sembra nascondere un più ampio e drammatico movimento negativo sugli stessi mercati finanziari: in primis sulla componente azionaria. La conferma di questa ipotesi può essere rappresentata dell’indice Vix.
Osservando la sua evoluzione settimanale si è potuto assistere a una partenza a 31,80 punti, un successivo massimo weekly a 37,79 e infine una chiusura a 27,59. Contestualizzando le tensioni internazionali (vedasi sanzioni e conseguenze a esse legate) con le stesse aspettative degli operatori finanziari, riscontare valori inferiori ai 30 punti sul cosiddetto “indice della paura” appare alquanto distante dalla realtà dei fatti.
Ad avvalorare questa tesi, ovvero una sorta di sottovalutazione della crisi Russia/Ucraina, può essere utile l’approfondimento grafico relativo all’asset class obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd): anche in questo caso, il livello dei prezzi raggiunto (ancora basso), non vede l’assorbimento di una fuoriuscita dall’azionario a favore di un comparto maggiormente difensivo (bond governativi); pertanto, viene naturale pensare come l’attuale momento di mercato (soprattutto per l’equity) sia stato un mero esercizio di parziali ricoperture rispetto al trend ribassista in corso con buone probabilità – già nel corso delle prossime sedute – di poter assistere all’effettiva forza dei venditori.
Se questa ipotesi fosse confermata da un’apertura settimanale all’insegna di un accentuato ribasso, è inutile sottolineare come sia sconsigliato procedere con operazioni di acquisto sui mercati azionari.
Soffermando l’attenzione sull’impianto grafico delle singole asset class, si possono osservare gli effettivi conseguimenti dei target individuati: sul benchmark MSCI World Usd i 2.838,96 punti sono stati raggiunti e poi respinti. Ora, il principale indice rappresentativo dell’asset class azionaria vede nuovamente un proprio supporto a 2.838,40 con potenziale violazione fino a 2.770,88 punti. Positivo, invece, il ritorno delle quotazioni sopra area 3.003,11 punti con obiettivo a ridosso di quota 3.067,56 punti.
Sul contrapposto paniere obbligazionario (rif. JPM GBI Gl. Usd) l’attuale palinsesto algoritmico costituito dai più sensibili leading indicators e corredato dall’analisi dei principali lagging indicators vede un potenziale ribassista con obiettivo in prossimità della lontana zona a 547,69 punti; concretamente si tratta di un target negativo molto ampio rispetto alla chiusura settimanale (557,01) e, infatti, tale proiezione implica una sua evoluzione in ottica over weekly. Prescindendo dall’effettivo raggiungimento in termini temporali, il livello di prezzo indicato rimane confermato nel breve termine, mentre in chiave di brevissimo periodo si può circoscrivere a un più modesto downside (con target a 555,07 punti) l’evoluzione obbligazionaria oppure, in caso di scenario positivo, rivedere il ritorno degli scambi oltre area 558,50.
Le commodities e il loro rappresentativo CRB Index hanno aggiornato i loro massimi di periodo beneficiando direttamente del nuovo rialzo dei prezzi del petrolio. Quest’ultimo, oltrepassando i 100 dollari, ha successivamente ripiegato ma sempre rimanendo in prossimità della soglia psicologica a tre cifre. Ovviamente, il conflitto bellico tra Russia e Ucraina, rappresenterà il driver che detterà i ritmi dell’evoluzione tra le asset class e le materie prime, potranno essere sicuramente influenzate beneficiando ancora una volta di un ritrovato interesse.
Sul basket energy, per coloro che volessero posizionarsi, evitiamo petrolio e gas naturale al fine di evitare falsi segnali: per entrambi si attende una minor volatilità; nel frattempo, però, si prende in considerazione un potenziale long a 287,53 sull’heating oil oppure, in caso di ribasso dei prezzi, un possibile short a 278,49 con target a 264,59. Sul paniere “metalli non preziosi”, il precedente outlook positivo su nickel e alluminio ha trovato riscontro nelle quotazioni e, pertanto, se ne suggerisce un alleggerimento in chiave tattica. Per le prossime sedute viene monitorato l’andamento del rame che, in questo momento, appare confinato in un trading range ormai prossimo a una presa di direzionalità: il superamento di area 458,50 agevolerebbe nuovi massimi di periodo mentre, all’opposto, un cedimento di soglia 434,492 riporterebbe le quotazioni ai valori di novembre 2021 (quota 411,95). Sul basket metalli preziosi all’oro viene preferito l’argento attendendo su quest’ultimo un ritorno degli scambi a 23,74 (soglia di price entry).
Anche per l’ottava in corso, il paniere valutario non sarà oggetto di valutazioni operative: come già indicato, l’eccessiva volatilità potrebbe compromettere le singole strategie con significative perdite soprattutto in ottica intraday. Iniziamo, comunque, il monitoraggio del cross Usd/Jpy che, potenzialmente, potrebbe aggiornare i propri massimi di periodo nel corso delle prossime sedute comprendendo la successiva tornata settimanale.
L’ottava che sta per iniziare potrebbe caratterizzarsi per violenti ribassi sui principali listini azionari con il conflitto Russia-Ucraina in veste di catalizzatore degli umori degli operatori: come accaduto in precedenza, “il saper attendere” rappresenta la miglior proposta di investimento.
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