Prima settimana del mese contraddistinta da una comune flessione sulle principali asset class di investimento. Nonostante l’assenza di importanti appuntamenti nell’agenda economica-finanziaria, l’ottava che si è conclusa ha subito l’onda emotiva riconducibile al downgrade del debito statunitense da parte dell’agenzia di rating Fitch. Nonostante il giudizio di quest’ultima non possa considerarsi inaspettato, l’intera comunità finanziaria, ha ritenuto valido questo trigger al fine di poter alleggerire le proprie esposizioni.
A farne le spese, ancora una volta, è il comparto obbligazionario internazionale (rif. JPM GBI Gl. Usd) che, per la terza settimana consecutiva, registra un saldo negativo e una performance YTD (year to date) ormai inferiore alla parità (-0,29%). Anche la contrapposta componente azionaria (rif. MSCI World Usd) vede annullata in una sola ottava (-2,33%) i risultati conseguiti nelle due precedenti tornate settimanali. Seppur negativa, ma di entità pressoché frazionale (-0,36%), la flessione riconducibile alle materie prime (rif. CRB Index) che, dopo aver accusato una perdita accentuata a inizio mese, hanno poi recuperato in direzione degli attuali corsi.
Guardando al complessivo insieme delle piazze borsistiche internazionali, come già indicato nel nostro precedente outlook (rif. «l’attuale impostazione grafica appare improntata a poter godere di un’opportuna pausa al fine di scaricare i molti indicatori di forza relativa ormai giunti su importante soglie di ipercomprato»), l’attuale momentum negativo sembra aver concretizzato l’ipotizzata «gamba ribassista con obiettivo inferiore alla soglia psicologica dei 3.000 punti». Di fatto, il livello dei prezzi finora raggiunto (area 2.986,54 punti) potrebbe favorire un’ulteriore prosecuzione dei ribassi fino a soglia 2.959,46 (primo target ribassista mensile) e, solo successivamente, si potrà valutare l’intera impostazione grafica. Viceversa, un’immediata risalita delle quotazioni oltre la resistenza statica coincidente ai 3.027,03 punti, favorirebbe un plausibile allungo in ottica di nuovi massimi di periodo.
Particolare attenzione al monitoraggio del Vix che, ormai a quota 17 punti, vedrebbe area 18,51 quale target di brevissimo periodo. In attesa di conferme, iniziamo la valutazione di un potenziale ingresso nell’area “Pacif & Asia” e specificatamente sulla piazza cinese (rif. Shangai Composite Index): un buy signal non può essere escluso, ma, al momento, si necessita di maggior stabilità a livello internazionale.
Penalizzati dal downgrade Usa, i precedenti livelli a 483,36 e 482,55 punti sul JPM GBI Gl. Usd, hanno visto sfumare (come temuto) la loro funzione di obiettivi di brevissimo termine. I nostri evidenziati «ulteriori ribassi» hanno raggiunto l’importante supporto statico a 475,86 punti ovvero l’area di chiusura al termine dello scorso anno. Quest’ultimo traguardo favorisce il preannunciato posizionamento (long) sull’intero comparto obbligazionario che, in caso di ennesima flessione (inferiore a quota 473,69 punti), vedrebbe un ulteriore incremento della posizione.
Le commodities sintetizzate dal consueto CRB Index hanno concretizzato lo scenario di ripiegamento post gap up con una flessione che ha coperto l’intera area di prezzo delimitata tra i 276,481 e 280,134 punti. Successivamente, le quotazioni si sono riportate in prossimità dei 280 punti (279,4587 chiusura weekly) con alcuni strascichi negativi sul versante del palinsesto algoritmico: una flessione, pertanto, non può esclusa e, qualora ciò dovesse realizzarsi, individuiamo ancora area 276,481 punti quale principale obiettivo.
Positivo, invece, l’eventuale superamento di soglia 280,134 punti con buone probabilità di crescita oltre quota 281,892 punti. Dalle precedenti strategie impostate sul basket metals “non preziosi”, l’operatività sia sul rame che sul nickel, hanno conseguito i rispettivi obiettivi a inizio ottava. Mentre sul primo il take profit è arrivato nell’arco della prima seduta, sul secondo invece, l’intera strategia stop & reverse ha beneficiato di entrambe le direzioni (long e short). Al momento, quindi, l’attuale tratto ribassista in essere porta con sé un beneficio di poco inferiore ai due punti percentuali che, guardando alle recenti dinamiche, ci impone una prudenziale chiusura del trade.
Rimanendo nel basket metals “non preziosi” facciamo attenzione ad una potenziale flessione in capo all’alluminio che, in caso di cedimento di quota 2.203, potrebbe subire un incremento di volatilità con approdo inferiore a soglia 2.163,50. Sul contrapposto paniere metals “preziosi” potrebbe giungere un buy signal sull’oro in caso di superamento di 1.982,60 dollari: una successiva accelerazione delle quotazioni non può essere esclusa. Per ora, volutamente, tralasciamo l’esposizione sul basket energy: il timore di incappare in falsi segnali è molto elevato.
Sul bacino currencies la preannunciata flessione del principale cross Eur/Usd ha visto un minimo weekly a 1,091 per poi registrare un ritorno in area 1,10. Sono già quattro settimane consecutive che i singoli rapporti valutari vedono ampi ATR (average true range) caratterizzare le loro rispettive ottave includendo, pertanto, un elevato rischio operativo. Nonostante la bontà delle nostre interpretazioni (v. anche l’upside su Usd/Jpy), sconsigliamo un posizionamento in chiave strategica. Un eventuale ridimensionamento degli ATR agevolerà sicuramente una miglior interpretazione soprattutto in sede tattica e, in tal senso, sarà nostra cura valutarne i migliori rapporti (ex ante) rischio/rendimento attesi.
Confidiamo che la flessione registrata in questa prima settimana del mese possa limitarsi attraverso una pronta e immediata reazione dei mercati finanziari. L’attesa maggiore rimane sul comparto azionario, mentre sulla contrapposta asset class obbligazionaria i margini di rivalutazione risultano ovviamente più contenuti. Su quest’ultima riteniamo gli attuali valori coerenti per un iniziale posizionamento che, in caso di eventuale lateralità, potrà favorirne un ben e più ampio incremento. Prudenza sulle materie prime. Azionario in stand-by.
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