La settimana finanziaria che ci lasciamo alla spalle ha evidenziato una correlazione negativa tra i benchmark azionari e quelli obbligazionari internazionali. La componente equity – rappresentata dall’indice MSCI World Usd – archivia la propria ottava con un saldo positivo finale pari allo 0,61% mentre, l’opposto paniere bond vede l’indice JPM GBI contraddistinto da un segno meno (-0,69%). Riteniamo opportuno riportare quanto accaduto per il citato MSCI: il massimo weekly è stato 2.386,53 ovvero poco meno di 15 punti rispetto alla soglia “Target 1” da noi individuata come primo scenario rialzista su base mensile. Per tale significativo livello raggiunto è opportuno monitorare il corso delle prossime sedute in ottica di eventuale superamento (con direzionalità verso il Target 2) oppure di potenziale fase di ripiegamento. Sul fronte obbligazionario internazionale, invece, si rimane in attesa di avere una maggior concretezza sul versante grafico e algoritmico mentre si suggerisce un’attenta valutazione (in chiave di take profit) per tutti coloro che sono esposti sulla componente Emerging Market (rif. JPM EMBI+TR USB) poiché l’attuale quotazione incorpora un potenziale downside con obiettivo di brevissimo periodo in corrispondenza di area 892,74 punti.
Nel corso della settimana, al pari del citato benchmark azionario internazionale, anche il principale indice statunitense (rif. S&P 500) ha lambito il Target 1 mensile appartenente all’individuato scenario rialzista: rispetto ai nostri riportati 3.295,70 punti, i prezzi hanno raggiunto quota 3.282,99 soddisfacendo inoltre l’auspicato superamento di area 3.247,91. Gli sviluppi tra Usa e Iran giocheranno un ruolo fondamentale al fine di poter agevolare un ulteriore allungo con primo obiettivo il superamento dell’obiettivo monthly. Salvo inaspettati sviluppi, rimaniamo fiduciosi dell’attuale costruzione grafica rialzista. Da temere un eventuale discesa dei prezzi sotto soglia 3.236 punti.
Piazza Affari chiude positivamente la propria ottava con un finale +1,35%. L’intera dinamica di prezzo ipotizzata nel precedente outlook è stata rispettata: dopo la violazione del supporto a quota 23.506,37 i corsi hanno proseguito al ribasso fino a 23.265,21 (circa 100 punti sopra il nostro obiettivo) per successivamente innescare un significativo movimento al rialzo con – prima – il superamento del target a 23.732,27 e – dopo – oltrepassare i 24.000 punti.
Appare rilevante, e pertanto doveroso sottoporre alla vostra attenzione come il Target 1 rialzista (rif. 24.146,30) da noi stimato ex-ante si sia concretizzato sul mercato attraverso il massimo weekly a 24.146,55 punti. L’attuale impostazione grafica evidenzia un solo potenziale negativo qualora i prezzi ritornassero sotto area 23.831,06 punti. All’opposto, invece, se nel corso delle prossime ore i principali lagging indicators consolidassero la loro entità valoriale, potremmo già vedere il principale listino domestico dirigersi in prossimità del secondo obiettivo mensile (rif. scenario rialzista).
Il mercato obbligazionario ha registrato flessioni diffuse sui principali sottostanti a lui riconducibili: la nostra view sul decennale tedesco, al pari di quello Usa, ha confermato la propria attendibilità. Per il primo: in apertura di ottava i prezzi si sono portati oltre il primo obiettivo mensile rialzista (rif. 172,41) per successivamente perdere forza fino al profondo downside a quota 170,85. Nonostante il saldo negativo finale weekly – l’obiettivo in corrispondenza di quota 173 – è stato raggiunto come lo stesso Treasury americano che ha visto oltrepassata l’indicata area posta a 130 (high weekly a 130,1875).
Il preannunciato incremento di volatilità sul Gilt è arrivato: in apertura di ottava, il sottostante britannico, si è subito portato in territorio positivo; nel trascorrere delle ore, la pressione dei venditori si è fatta sentire agevolando la discesa dei prezzi fino ad arrestarsi poco sopra la soglia psicologica dei 131 punti. Per la settimana in corso assumiamo un posizionamento flat in chiave bond future ma osserviamo con molta attenzione l’andamento del Btp Future poiché i prezzi potrebbero spingersi oltre quota 144.
Per il mercato delle commodities, con focus sul prezzo del petrolio, ripresentiamo il grafico dei recenti appuntamenti al fine di poter evidenziare come il target in corrispondenza della trendline superiore sia stato raggiunto completamente: la soglia pari a 65,609 dollari è stata raggiunta mediante il massimo settimanale a 65,65 confermando, pertanto, il nostro precedente “monitoraggio in chiave rialzista”.
Passando all’andamento dell’oro: i corsi si sono portati oltre 1.600 dollari (con un high a 1.613,30) completando l’intera panoramica di scenari rialzisti mensile (entrambi i target 1 e 2). Quest’ultima dinamica, solitamente, comporta l’esaurimento di un potenziale ulteriore sviluppo (in questo caso al rialzo) e il tutto ha – di fatto – trovato presto riscontro nel mercato con i corsi che hanno ripiegato in prossimità di area 1.540 (minimo weekly a 1.541 dollari). Per tale situazione, rimaniamo in attesa che venga confermata la nostra precedente view, ovvero con i prezzi del lingotto sotto quota 1.521 dollari. L’argento: la paventata approssimazione verso quota 18,60 (causa l’incremento di volatilità) si è presto strutturata con un massimo settimanale a 18,895. Il successivo movimento ribassista preclude – al momento – una chiara ipotesi di scenario.
Breve considerazione sul Forex da noi identificato mediante i tre cross Eur/Usd, Usd/Jpy e Gbp/Usd: la trascorsa ottava ha registrato flessioni su questi ultimi. La nostra motivata attesa a causa di un «palinsesto algoritmico orientato a un diffuso sell signal» è stata confermato e – attualmente – appare solamente ridimensionare i propri valori.
Come anticipato, gli sviluppi tra Usa e Iran catalizzeranno l’attenzione di queste giornate. Un posizionamento sui mercati delle materie prime e della valute appare oggetto di potenziali rischi interpretativi. Preferiamo pertanto osservare e attendere poiché, nel durante, i nostri sguardi privilegeranno i mercati azionari.