La settimana finanziaria che si è conclusa ha focalizzato l’attenzione del mercato sul comparto energetico. A seguito dei recenti e significativi rialzi registrati su petrolio e gas naturale, molti osservatori attendevano un possibile intervento quale argine a questa tendenza che – inevitabilmente – comporterà un ulteriore indebolimento sullo scenario inflazionistico internazionale.



A calmierare l’intero settore è bastato l’annuncio di Putin sulla possibilità di poter incrementare la propria distribuzione di gas naturale per successivamente osservare una prima fase di realizzi sullo stesso combustibile; questo “dovuto” intervento da parte del principale attore protagonista vicino al Vecchio continente non è però bastato a frenare la corsa del petrolio che, immediatamente dopo a una fisiologica pausa post annuncio, ha ripreso continuità e vigore nei prezzi registrando nuovi massimi annuali oltre quota 80 dollari (rif. WTI).



A margine della “disputa energetica” che presumibilmente catalizzerà ancora una volta l’attenzione dei mercati internazionali, le principali borse (rif. MSCI World Usd) hanno archiviato l’ottava in territorio positivo con un frazionale progresso dello 0,63%. 

Analizzando la dinamica delle quotazioni si può facilmente riscontrare come la soglia psicologica dei 3.000 punti ha rappresentato un valido supporto di brevissimo periodo: pur essendo stata violata nelle prime tre sedute settimanali è stata poi abbandonata nelle seguenti e finali giornate di scambi. L’attuale livello di prezzo (3.043,74 punti) non appare sufficiente per poter decretare un arresto al trend ribassista di breve termine ancora in atto; un’ulteriore conferma alla precarietà grafica in essere giunge a causa della distanza tra le quotazioni e la loro importante soglia rappresentata dalla media mobile a 50 osservazioni (area 3.096,41). Solo in occasione di un superamento di quest’ultima potremmo considerare una ripresa più robusta dei prezzi, viceversa il perdurare di un livello inferiore concretizzerà – con il trascorrere delle giornate – un chiaro ed evidente segnale di potenziale instabilità. 



Ad avallare l’incertezza sui mercati azionari è bene riportare la dinamica registrata dall’indice VIX: innegabile il ritracciamento avvenuto dai 24,58 punti di inizio settimana all’epilogo weekly in prossimità di soglia 18 punti (minimo settimanale a 18,20), ma, allo stesso tempo, è oggettivamente rilevabile come al ribasso della componente equity (v. prime tre sedute) non abbia invece corrisposto l’opposto andamento (crescente) del famigerato “indice della paura”. Questa asincronicità tra mercato e indicatore è sicuramente interpretabile come monito (negativo) per le prossime sedute. 

Alla negatività dell’asset class azionaria si affianca anche quella riportata dalla contrapposta componente obbligazionaria. Il benchmark governativo (rif. JPM GBI Gl. Usd) ha aggiornato i propri minimi di anno portandosi a quota 580,12 punti ovvero in corrispondenza dei livelli di maggio 2020. L’attuale impostazione algoritmica conferma il suo stato negativo (sell signal) mentre l’aspetto grafico vede un potenziale ennesimo ribasso fino a un primo obiettivo in corrispondenza di area 579,69 punti: un mancato supporto agevolerebbe un certo ripiegamento con estensione del movimento fino a soglia 575,43. Positivo, invece, il ribalzo oltre i 587 punti che, in ottica di brevissimo termine, configurerebbe un iniziale e plausibile fase di assestamento laterale. 

Le materie prime, grazie al rialzo del comparto energy, vedono il loro principale sottostante (rif. CRB Index) aggiornare i massimi dell’anno in corso. Porre particolare attenzione ad area 235,793 punti che, in caso di mancato supporto, vedrebbe un primo downside a 230,382 con successivo target a 227,153. A partire dell’ottava in corso iniziamo a monitorare (long position) il rame con price entry a 430,45 e il nickel a 18,745. Confermata la precedente view a favore del basket metals (preziosi) con outlook positivo su argento (preferito all’oro).

In ambito valutario si osserva una sola ma interessante configurazione grafica: per il cross Gbp/Usd è auspicabile un potenziale rialzo nel brevissimo termine e pertanto un ingresso long viene monitorato sulla rottura a quota 1,3655 con take profit in prossimità di soglia 1,3735.

Complessivamente, il mercato rappresentato dalle contrapposte componenti equity e bond appare confinato all’interno di un quadro tecnico negativo. Solo un’importante e ritrovata fase di acquisto potrà negare questa attuale impostazione e già il trascorrere dei prossimi giorni potrà confermare tale view. Al momento, l’incertezza, regna sovrana.

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