La trascorsa ottava si caratterizza per un saldo negativo che accomuna le tre principali asset class. I benchmark rappresentativi dei mercati azionari, obbligazionari e delle materie prime hanno capitolato (in forma diversa) attraverso un segno meno prima delle rispettive performance.
A essere maggiormente penalizzate sono state le commodities (rif. CRB Index) con una variazione negativa prossima ai due punti percentuali, a seguire il comparto bond (rif. JPM GBI Gl. Usd) con una flessione pressoché pari all’unità e, infine, verosimilmente invariata (-0,15%) la restante asset class equity rappresentata dal sottostante MSCI World Usd.
Complessivamente, quanto registrato durante l’ultima tornata finanziaria, vede ricalcare le medesime dinamiche di prezzo che hanno contraddistinto la seconda settimana del mese e, sostanzialmente, confermano lo status di prudenza e conseguente presa di profitto dopo il rally concretizzato da inizio anno. Di fatto, tale ritracciamento appare coerente ancor più se contestualizzato ai recenti dati sull’inflazione Usa e di alcuni Paesi dell’Europa (Francia e potenzialmente la Germania), così come, sempre restando nel Vecchio continente, a seguito delle dichiarazioni del membro del Comitato esecutivo della Bce Isabel Schnabel («i mercati sottostimano i rischi inflazione»).
Monitorando i recenti scambi sull’asset class azionaria (rif. MSCI World Usd) appare evidente il range di prezzo compreso tra i 2.592 e i 2.695 punti quale area di importante supporto in ottica di breve/medio termine.
Essenzialmente, come già noto, le soglie indicate rappresentano i transiti delle medie mobili a 50 e 200 osservazioni settimanali che, con il trascorrere delle giornate vedono il loro reciproco avvicinamento. Seppur ancora relativamente distanti rispetto alle attuali quotazioni (2.779) identificano comunque un potenziale target qualora si dovessero concretizzare maggiori pressioni da parte dei venditori che, non soddisfatti, potrebbero intensificare la loro stessa azione conseguendo entrambi gli obiettivi menzionati nel corso di poche sedute. Preso atto di questo scenario, nel brevissimo termine viene individuata la resistenza a quota 2.803,81 punti quale trigger per poter innescare un ritrovato ottimismo con implicito rialzo esteso fino a soglia 2.836,13. Diversa dinamica, invece, qualora il livello delle quotazioni dovesse raggiungere (prima) e violare (dopo) il supporto a 2.733,50 punti: inevitabile, qualora ciò accadesse, la prosecuzione del trend negativo con realizzazione dello scenario sopra indicato (rif. medie mobili).
Il contrapposto versante obbligazionario (rif. JPM GBI Gl. Usd) ha accusato una forte debolezza nel corso di queste ultime sessioni settimanali e gli attuali prezzi confermano il nostro paventato “terremoto” sull’intero comparto che – oggettivamente – vede annullare la positiva e significativa perfomance da inizio anno.
I timori di poter assistere a un ennesimo ripiegamento in saldo negativo YTD (year to date) è molto concreto e i recenti massimi di rendimento registrati da T-Bond e Bund biennali possono confermarne l’effettiva (ormai prossima) realtà. Solo il ritorno oltre quota 483,505 punti vedrebbe l’inizio di un’auspicabile formazione laterale con obiettivo (over weekly) oltre soglia 486,864. Contrariamente, se nelle prossime ore si dovesse riscontrare la violazione dei 478,70 punti, la certezza di un successivo e immediato conseguimento di area 475,79 non stupirebbe nessuno.
Sul fronte commodities (rif. CRB Index) l’osservazione sul trascorrere delle prossime giornate sarà obbligatoriamente di primaria importanza: gli attuali prezzi gravitano a ridosso dell’importate supporto statico di medio termine coincidente a soglia 265/266 punti. Una violazione di quest’ultimo, soprattutto se contraddistinta da una significativa variazione (negativa) percentuale, comporterebbe un principio di potenziale sell off sull’intero comparto: in tal senso, se tutto ciò trovasse una “adesione” da parte del mercato collocherebbe il suo principale traguardo ribassista in coincidenza dei massimi registrati a ottobre 2021 (241,184 punti). Ovviamente si tratta di un obiettivo (al momento) prematuro, ma, nonostante l’odierna anticipazione, riteniamo opportuno porre fin da oggi un alert in tal senso.
Come già ricordato nel precedente intervento settimanale, a “veicolare” le eventuali dinamiche del CRB Index, è l’andamento del petrolio (principale constituent del benchmark stesso) che, momentaneamente vede le proprie quotazioni (rif. Wti) nella parte superiore del trading range compreso tra gli 80,50 ed i 72,50 dollari. Rimanendo nel paniere energy porre particolare attenzione alle prossime ore su heating oil che, in caso di sua approssimazione a quota 276,60, potrebbe subire una veloce accelerazione ribassista con l’aggiornamento dei minimi di anno. Possibile spunto rialzista, invece, per RBob Gasoline che, in caso di superamento di area 2,602, si vedrebbe beneficiato di un potenziale upside oltre soglia 2,715. Immutata la view sul Natural gas che vede ancora una volta il nostro interesse in ottica di accumulo. Sul basket metals non preziosi rimaniamo in attesa su nickel e alluminio mentre un eventuale ingresso long potrebbe realizzarsi sul rame in caso di violazione della resistenza a 415,5 con target oltre area 430. Debolezza diffusa sui metalli preziosi (rif. gold e silver) e, pertanto, se ne sconsiglia il posizionamento nel brevissimo termine.
Nell’ambito valutario oggetto di nostro monitoraggio, i precedenti outlook su Eur/Usd e Usd/Jpy hanno beneficiato delle auspicate indicazioni e se sul principale cross (rif. Eur/Usd) il target è stato mancato di poco (se ne consiglia la liquidazione alle attuali quotazioni), il restante monito su Usd/Jpy ha, invece, soddisfatto a pieno le nostre aspettative. Rimaniamo flat sull’intero paniere, ma, anticipiamo l’osservazione sulla prossima evoluzione del rapporto Gbp/Usd.
L’odierno intervento vede da noi individuate alcune importanti soglie di prezzo sulle principali asset class. Ancora una volta, il nostro commento ci vede costretti ad anticipare una possibile flessione del comparto obbligazionario che, inevitabilmente ostaggio delle prossime azioni di politica monetaria, potrebbe registrare perdite (le ennesime) con conseguenti ripercussioni dirette sui portafogli dei risparmiatori. La serenità su questo importante comparto non sembra essere all’ordine del giorno nelle prossime settimane. Chi, in precedenza ha sottovalutato la prudenza, ora, purtroppo deve fare i conti con la sempre e poca pazienza che potrebbe non essere (mai) abbastanza.
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