«Il denaro di per sé non si fa né si perde, semplicemente si trasferisce: da un’intuizione a un’altra. Magicamente». In molti avranno riconosciuto queste parole. Si tratta di una delle numerose considerazioni di Gordon Gekko nel film Wall Street (1987) di Oliver Stone. Questo modo di pensare del celebre e cinico banchiere era stato da noi riportato come incipit ad un commento settimanale: era luglio 2019 e il titolo “La trappola da evitare sul mercato dei bond” appariva quasi certamente fuori luogo. Oggi, invece, a distanza di poco meno di tre anni, l’introduzione all’odierno articolo, potrebbe essere questa: «L’avidità è valida. L’avidità è giusta. L’avidità funziona. L’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo. L’avidità in tutte le sue forme: l’avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro ha improntato lo slancio in avanti di tutta l’umanità». Sempre parole di Gordon Gekko, sempre sprezzanti, sempre attuali: almeno nel mondo finanziario.
Perché dobbiamo parlare di avidità? Perché quanto accaduto sul mercato obbligazionario tedesco nel corso dell’ottava che si è appena conclusa deve obbligatoriamente far riflettere. La Germania – martedì – ha collocato i propri titoli di Stato biennali (rif. Schatz): l’importo oggetto di offerta è stato pari a 6 miliardi di euro, ma, contro ogni pronostico, la cosiddetta asta è andata “tecnicamente scoperta”. Rispetto all’intero pacchetto l’effettiva domanda ha solo coperto 4,23 miliardi: per quanto riguarda i restanti, si legge, «l’Agenzia delle Finanze ha trattenuto 1,885 miliardi per scopi di mercato, portando la dimensione totale dell’emissione ai 6 miliardi annunciati» (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus). Il rendimento in dote al risparmiatore? Una media dello 0,29%. A conti fatti una bazzecola (sempre termine tratto dal sopracitato celebre film).
Tutto questo cosa può significare? Premesso che una asta di titoli di Stato possa andare “scoperta” e questo talvolta può accadere, oggi è facilmente ipotizzabile come esigui rendimenti (quanto meno sulla parte breve della curva) non siano ritenuti sufficienti per le tasche degli investitori più attenti: soprattutto in vista di una verosimile certezza di un aumento dei tassi di interesse in sede di politica monetaria con conseguente e inevitabile perdita in conto capitale.
Tornando indietro al luglio 2019, l’allora Bund tedesco (rif. future) quotava in prossimità di una soglia da noi commentata: «L’attuale status raggiunto dal livello di prezzi, appare “a premio” rispetto ai veri fondamentali di natura economica. Sono moltissimi i fattori che potrebbero essere citati e – sicuramente – rappresenterebbero un maggior numero di elementi rispetto alle motivazioni a sostegno di un’ulteriore crescita dei prezzi». E inoltre: «L’attuale trade off rischio/rendimento gioca a sfavore di quest’ultimo. L’aspettativa di assistere a sicuri e continui rendimenti sembra essere alla portata di tutti al pari di una vera e proprio illusione».
Quanto poi accaduto nel corso dei successivi mesi e anni è ormai storia (inaspettata) per i molti possessori di titoli di Stato o comunque di obbligazioni. Facendo un breve approfondimento si può osservare come nel successivo agosto 2019 il livello dei rendimenti dei titoli di Stato tedeschi raggiunse nuovi minimi storici per poi proseguire all’interno di una lateralità di oltre due anni fino al termine del 2021. Gli attuali e recenti rendimenti, invece, hanno visto un loro incremento esponenziale già a inizio 2022 con un inevitabile ripercussione sui corsi degli stessi titoli quotati.
Al momento, questa dinamica di rendimento appare confermata al rialzo anche per i prossimi mesi e, salvo inaspettati fattori, il trend di fondo sembra già presente in tutti coloro che dovranno scegliere di comprare: l’asta tedesca “tecnicamente scoperta” è un evidente e tangibile gesto di disaffezione in chiave di remunerazione del proprio capitale.
Sulla base di queste considerazioni «l’avidità» del potenziale risparmiatore ha avuto il suo meglio e probabilmente continuerà lungo il cammino di una maggiore ricerca di gratificazione monetaria. Noi, invece, a distanza di quasi tre anni, potremmo elogiarci per aver anticipato un movimento “nascosto” ai molti osservatori. Sicuramente, attraverso il consueto “senno di poi”, si potrebbe enfatizzare questa “previsione”, ma a noi non importa. A noi, invece, importa avere solo il “senno”. Quel senno nell’agire su basi oggettive e nell’interesse di chi legge. «Tutto il resto è solo conversazione» (Gordon Gekko).
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