L’ottava conclusiva di aprile si è contraddistinta per l’ulteriore allungo rialzista della componente azionaria e la buona ripresa delle quotazioni sull’opposta asset class obbligazionaria governativa. Arrancano, invece, le materie prime che, a seguito della debolezza del comparto energy, hanno visto il prevalere della forza dei venditori soprattutto a inizio settimana.



Dal punto di vista macroeconomico i dati diffusi sulla crescita (rif. Pil) hanno confermato, seppur positivi, un vistoso rallentamento sul versante statunitense, mentre nel Vecchio continente si è potuto rilevare un importante e complessivo incremento nelle rispettive stime preliminari sul Pil del I trimestre 2023 riconducibili ai principali Paesi europei: tra questi ultimi nessuno ha registrato variazioni negative escludendo, di fatto, la temuta recessione tecnica, ma, nonostante questo importante “evitamento”, appare opportuno segnalare le difficoltà in capo alla Germania che, con un saldo trimestrale pari a zero, certifica una sua – finora – debolezza di fondo.



Beneficiando di un nuovo importante ridimensionamento della volatilità (l’indice Vix ha raggiunto valori dello scorso novembre 2021), i mercati azionari sintetizzati dall’indice MSCI World Usd, si sono riportati a ridosso della soglia da noi riportata in precedenza: il superamento della resistenza a 2.841 punti, infatti, rimane il primario obiettivo per la continuazione dell’attuale trend rialzista di breve termine.

In base agli attuali obiettivi mensili, di certo, il mancato supporto di area 2.800,75 potrebbe inevitabilmente favorire un successivo e immediato downside con target coincidente al secondo target ribassista (rif. 2.747,57 punti). Al momento, quest’ultimo, sembra poter identificare la soglia di maggiore importanza che, se violata, decreterebbe la conclusione dell’attuale sentiment positivo. Sui singoli panieri azionari si preferisce il comparto tecnologico Usa rispetto al tradizionale indice S&P 500, mentre, ancora una volta, nell’area “Pacif & Asia” viene ritenuto interessante il nipponico Nikkey 225. Un sottostante “di compromesso” in termini di rapporto rischio/rendimento atteso trova la sua collocazione con il benchmark europeo Stoxx Europe 600.



Sulla componente obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd) ,la chiusura positiva della scorsa ottava contribuisce a una maggiore chiarezza in ambito grafico poiché si può ritenere concluso l’intero setup up tecnico con l’ormai completata sequenza ribasso/rialzo (rif. «L’area di prezzo compresa tra i 492,32 e 494,68 punti identifica un potenziale approdo qualora dovessimo assistere a una prima fase di ribasso»).

Operativamente, riscontrare sul mercato il superamento di quota 494,68 punti equivarrebbe a un ritorno dei compratori con un loro plausibile obiettivo in prossimità dei recenti massimi (497,87 punti). Scenario opposto e oggetto di preoccupazione, invece, il ritorno (prima) e il cedimento (dopo) del supporto in area 490,46 punti: se quest’ultimo dovesse concretizzarsi, fin da ora, potremmo già individuare la soglia 483,52 (target ribassista mensile di secondo livello) quale destinazione in ottica di breve termine. Monitoraggio particolare sul decennale statunitense che, salvo inversioni su base algoritmica, potrebbe soffrire nel corso dell’intero mese.

Le commodities continuano la loro lateralità di medio termine che, nel corso delle ultime due ottave, ha, però, subito un deciso deterioramento sull’intero palinsesto leading e lagging indicators. Prendere posizione alle attuali quotazioni (rif. CRB Index) implica un’assunzione di rischio maggiore rispetto al tradizionale risk premium dell’intero comparto.

Confidiamo che l’attuale settimana potrà contribuire a un auspicato miglioramento sia su base weekly che monthly, ma, nell’attesa, nonostante questa generalizzata precarietà, possiamo anticipare una potenziale preferenza al basket metals rispetto a quello energy. Se nell’arco delle prossime giornate giungeranno risposte ai nostri (molti) dubbi, l’opzione quest’oggi anticipata, potrà tradursi in una vera e propria opportunità.

Tra i principali cross valutari, il recente trend rialzista che ha accomunato Eur/Usd e Gbp/Usd dà a quest’ultimo una maggior forza relativa. Nel brevissimo termine, pertanto, non può essere escluso un primo ritracciamento (fisiologico) sul rapporto Eur/Usd con target in prossimità di area 1,0907. Guardando, invece, a Usd/Jpy, potremmo registrare un avvicinamento ai massimi dello scorso febbraio (137,91) solo dopo una fase di circoscritto ribasso con obiettivo a quota 135,12.

Complessivamente possiamo affermare che gran parte delle impostazioni grafiche relative ai principali benchmark sembrano ormai prossime a una loro definizione (rif. brevissimo termine). Prescindendo dai tecnicismi di natura operativa riteniamo, però, doveroso sollevare alcune perplessità sulla reazione (positiva) dei mercati finanziari alla recente cronaca finanziaria sui dati (negativi) emersi negli Usa (rif. Pil, Pce sull’inflazione e componente “core”). Pur comprendendo l’euforia degli operatori a seguito delle importanti risultanze emerse nei conti trimestrali aziendali di alcune società temiamo che la “vera” realtà dei fatti possa essere molto diversa. Assistiamo, pazienti, al trascorrere delle prossime giornate.

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