Il maggio finanziario che ci lasciamo alle spalle ha visto un epilogo in territorio negativo per le principali asset class. Equity, bond e commodities hanno archiviato il mese registrando flessioni che, in taluni casi, hanno significativamente penalizzato i rendimenti da inizio anno finora ottenuti: ad accusare la peggior performance monthly sono le materie prime che, con un saldo di oltre cinque punti percentuali (CRB index a -5,33%), hanno prima aggiornato i loro minimi di anno a -8,60% per dopo limitarsi attraverso un recupero ed un’attuale -6,50% year to date.
A seguire, il comparto obbligazionario ha subito l’ancora attuale tensione sul versante dei tassi di interesse che, complici le indicazioni di Fed e Bce relative al loro intento di proseguire (seppur con maggiore gradualità) nella stretta monetaria, hanno, di fatto, penalizzato le quotazioni dei titoli governativi internazionali: -2,15% la performance mensile del bechmark JPM GBI Gl. Usd. Segno meno anche per l’asset class equity che, con un MSCI World Usd inferiore alla parità (-1,25 % a maggio), ha concretizzato una doverosa e fisiologica pausa prima di poter aggiornare i massimi di periodo al termine della trascorsa ottava.
A comprovare il ritrovato ottimismo sui mercati azionari internazionali sono i valori del Vix che, ormai giunto a livelli inferiori ad area 15 punti, si è riportato ai minimi di luglio 2021. Dal punto di vista strettamente tecnico, questa impronta positiva non trova la giusta “ricompensa” con i massimi finora conseguiti dallo stesso comparto equity con una motivazione alla base di questa mancata corrispondenza strettamente riconducibile alla prevalente performance del comparto high tech statunitense rispetto alla meno volatile e meno performante compagine value. Nelle prossime settimane sarà interessante monitorare un’eventuale rotazione di portafoglio a favore di quest’ultima che, qualora dovesse avvenire, comporterebbe una spinta rialzista caratterizzata da variazioni percentuali di minore entità, ma maggiormente distribuite lungo l’intero arco temporale di osservazione.
Sul listino statunitense S&P 500 si può ipotizzare un approdo in area 4.325 punti, mentre un potenziale scenario di inversione potrebbe giungere con il ripiegamento delle quotazioni oltre quota 4.179 punti. In Europa, l’indice Stoxx 600 dovrà oltrepassare quota 470,45 punti per poter soddisfare una migliore impostazione dal punto di vista algoritmico: oggi, infatti, solo i più reattivi leading indicators riportano buy signals, mentre sul contrapposto bacino dei lagging indicators risultano ancora valori di non chiara direzionalità. All’area “Pacif & Asia” potrebbe subentrare (quale alternativa) un primo posizionamento sul paniere Emerging Markets che, ancora penalizzato da inizio anno, beneficerebbe di un possibile ritorno di interesse.
L’ambito obbligazionario vivrà – ancora – inevitabili tensioni sempre riconducibili ai prossimi dettami da parte della banche centrali Fed e Bce. Il messaggio univoco è quello di poter assistere ad un ulteriore rialzo dei tassi con, l’entità di questi ultimi, consolidata attraverso interventi pari a 25 punti base in sede di ciascun consiglio direttivo.
Le attuali quotazioni potrebbero, pertanto, registrare un ulteriore fase di consolidamento che, pur già scontando le future decisioni, vedrebbe comunque i prezzi subire una maggiore volatilità soprattutto nel brevissimo termine. Sul sottostante JPM GBI Gl. Usd l’area a 477,303 punti identifica il principale supporto statico che, se violato, riporterebbe le quotazioni in prossimità dei minimi registrati lo scorso marzo. Sui singoli sottostanti governativi viene preferito il basket europeo (Btp e Bund) rispetto a quello Usa: un’esposizione valutaria (rif. dollaro) potrebbe inficiare la già debole e precaria impostazione tecnica di fondo.
Le materie prime rappresentate dal CRB Index vedono le attuali quotazioni ritornare ai livelli di febbraio 2022. Graficamente, il perdurare dei prezzi in concomitanza di soglia 255 punti non favorisce un posizionamento in chiave strategica poiché, in caso di eventuale ritracciamento (inferiore a quota 254,032 punti), il potenziale approdo vedrebbe una destinazione ben oltre i 250 punti (rif. target II livello ribassista). Positivo, invece, il superamento (già in questa ottava) del primo obiettivo rialzista mensile: se ciò dovesse accadere, il successivo target (secondo livello) oltre 270 punti, vedrebbe una concreta realizzazione nel corso delle prossime ottave. Al momento, seppur limitata, viene confermata la nostra precedente view a favore del solo basket metals non preziosi (nickel e rame).
Favoriti dal recente ingresso (price entry a 1,0634 rispetto al minimo weekly a 1,0633) sul principale cross valutario Eur/Usd riteniamo opportuno valutare una plausibile liquidazione (oltre 1,07) già nel corso di queste ore: la tendenza di fondo è prettamente ribassista e, salvo inaspettati pull back di brevissimo termine, il ritorno degli scambi oltre area 1,09 appare – al momento – poco realizzabile. Viceversa, per il mese in corso, assistere a un trading range delimitato tra 1,0634 e 1,075 sembra l’ipotesi con più valenza probabilistica. Gbp/Usd e Usd/Jpy scontano un’impostazione algoritmica favorevole in vista di un ulteriore allungo rialzista: pur sottopesando ciascun rapporto, un posizionamento in chiave tattica non appare privo di senso e, pertanto, viene auspicato un ingresso prudenziale rispettivamente a quota 1,2473 e 140,73.
Considerando le tre principali asset class (equity, bond e commodities) siamo consapevoli dell’attuale (migliore) impostazione dei mercati azionari internazionali. Da quest’ultimi, però, vorremo ricavare una maggiore consistenza (rif. performance attribution) dal comparto value che, oggi, non sembra alquanto maturo in sede di copertura da parte dei compratori. In assenza di questa attesa riprova, eventuali significavi ribassi, potrebbe giungere inaspettatamente.
Conclusione: azionario sì, ma, con estrema prudenza. Meglio ingressi frazionati anziché in un’unica soluzione. Monitoraggio costante del Vix e prese di profitto concentrate nel brevissimo termine. Dopo il recente Sell in May and go away poi divenuto reale, ora è meglio adottare l’approccio “pochi, maledetti e subito”. Mai in disuso e, oggi, ancor più attuale.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.