Concluso il periodo di festività natalizia, la prima ottava completa del nuovo anno ha confermato il precedente trend che ha contraddistinto l’ultima parte del 2023. Mercati azionari e obbligazionari internazionali ben intonati contrapposti, invece, a un’asset class rappresentata dalle materie prime che, ancora incerta, inizia il 2024 all’insegna del ribasso.
A creare alcune perplessità è stato il dato di dicembre sull’inflazione statunitense: un 3,4% su base annua rispetto alle attese che, invece, auspicavano un 3,2%. Nonostante questa differenza può, comunque, soddisfare il rilievo sulla componente “core” a 3,9% anziché il 3,8% del consensus. Complessivamente, l’insieme di questi fattori ha inciso sull’umore degli operatori che hanno rivisto le loro convinzioni sul prossimo taglio dei tassi di interesse da parte della Fed: non più a marzo, ma in un successivo momento.
Quest’ultimo, con buone probabilità, rappresenterà per l’intero 2024 un “fattore timing” di grande importanza poiché, alla certezza di assistere a una politica monetaria restrittiva, ancora oggi, non è ben chiaro l’effettivo momento di intervento. Questa incognita, inoltre, non è solamente in capo alla Fed, ma, di fatto, accomuna anche la Bce. A beneficiarne, comunque, sono e saranno i mercati obbligazionari e, la riprova di tale assunto, giunge dall’indice MOVE attualmente a quota 106,51 punti.
Focalizzandoci sull’operatività, la trascorsa dinamica settimanale dei mercati azionari internazionali sintetizzati attraverso il consueto MSCI World Usd ha mostrato un chiaro segno di forza dei compratori intenzionati ad aggiornare i massimi di breve termine, infatti, la soglia individuata a 3.124 punti è stata ampiamente oltrepassata con un picco weekly a quota 3.181,22 punti e una successiva chiusura in lieve ridimensionamento (3.168,31).
In questa fase, il principale obiettivo rialzista di brevissimo termine viene circoscritto al superamento di soglia 3.174,22 punti: verosimilmente, se ciò dovesse accadere, un nuovo massimo oltre area 3.184 vedrebbe un’immediata realizzazione. Contrariamente, invece, un ritorno delle quotazioni a 3.134,35 punti coinciderebbe con una pressoché concreta violazione di quest’ultimo livello e, inevitabilmente, un potenziale (successivo) downside fino a 3.069 punti. Al fine di poter anticipare questi due scenari (rialzista e ribassista) viene suggerito il monitoraggio del VIX con particolare attenzione alle rispettive soglie a 14 e 12,45 punti.
Il contrapposto mercato obbligazionario possiamo considerarlo a un naturale punto di svolta se contestualizzato alla sua mera ed esclusiva impostazione tecnica. Osservando, infatti, il neointrodotto indice Bloomberg Global-Aggregate Total Return Index Value Unhedged USD è facilmente delimitabile un plausibile trading range di breve termine compreso tra 460,04 e 471,34 punti.
In ottica settimanale, qualora i prezzi dovessero oltrepassare i 466,68 punti, potremmo successivamente assistere a un primo allungo a quota 467,71 con quest’ultima soglia in veste di resistenza prima del traguardo a 471,34 punti. Prudenza, invece, in caso di cedimento di area 464,087: una possibile accelerazione ribassista favorirebbe il conseguimento della parte inferiore (460,04 punti) del trading range indicato.
Sulle materie prime e il loro principale benchmark CRB Index rimane confermata la precedente fotografia con l’area di prezzo compresa tra 260,50 e 267,62 punti quale fase di lateralità attualmente in essere. Algoritmicamente l’intero palinsesto di indicatori utilizzati presenta un quadro contrastato, mentre dal punto di vista grafico possiamo individuare soglia 265,066 punti quale potenziale trigger (in caso di superamento) per un (anticipato) posizionamento long. Negativa, invece, la violazione dei 260,50 punti con implicazioni ribassiste fino ai 255 punti.
Prescindendo dall'”impasse CRB”, l’ottava che si è conclusa ci ha visto beneficiari di un’eccellente performance (oltre la doppia cifra) sul gas naturale, inoltre, riteniamo interessante il movimento dell’heating oil che, in chiave tattica, ci vedrà compratori (price entry a 272,50) nel corso delle prossime giornate. Sul versante metals, il ribasso sul rame ha trovato riscontro nei prezzi così come la debolezza di oro e argento ha iniziato a prendere forma: su questi ultimi, il trascorrere di queste giornate confermerà la potenziale tendenza di brevissimo termine con probabili indicazioni di natura operativa in occasione del nostro prossimo appuntamento settimanale.
Un incremento di volatilità ha contraddistinto l’evoluzione weekly del paniere valutario abitualmente osservato. Il rapporto Usd/Jpy ha beneficiato dello scenario long ipotizzato (price entry a 144,95 con take profit a +75pb), mentre, ancora per questa tornata settimanale, sia il principale cross Eur/Usd che Gbp/Usd non permettono l’individuazione di una strategia profittevole di breve termine. Nell’attesa, siamo certi che il trascorre delle prossime giornate potrà dipanare le nostre titubanze.
La settimana in corso potrebbe confermare l’attuale stato di grazia del mercato azionario attraverso il conseguimento di nuovi massimi rispetto a quelli raggiunti nel 2023. Augurandoci questo, però, non possiamo dimenticare come, successivamente, potrebbe giungere una fase di fisiologiche prese di profitto. La vera indole (finora nascosta) del mercato si manifesterà in quella occasione, oggi, invece, possiamo solamente godere degli ultimi regali natalizi ancora da scoprire.
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