Il mercato ha sempre ragione. Pur banale e apparentemente scontata come considerazione, questo noto assunto nasconde una verità cruda: il mercato azionario ha conseguito un nuovo record. Storico. Delle tante, tantissime ipotesi economiche susseguite nel corso degli ultimi mesi, a conti fatti, il livello delle quotazioni ha replicato inanellando una prosecuzione lungo un trend rialzista che, probabilmente per molti, non è stato colto. Un “non cogliere” al pari di quello che, come riportato nell’incipit odierno, ancora molti (moltissimi) osservatori e investitori stentano a consapevolizzare come verità.
Molto spesso abbiamo distinto, anche forzando ed estremizzando gli elementi in gioco, la differenza concettuale tra “l’economia” e “la finanza”, ma, quando ci troviamo di fronte ai numeri, tale sostanziale diversità riscopre e conferma la sua stessa identità: la realtà (concreta) contrapposta alle parole (vane). Guardando alle innumerevoli fonti e punti di vista non si può tacere sull’errata percezione di coloro che, pur argomentando considerevolmente su più temi, rinnovando il loro monito avverso e, instancabili, proseguendo lungo un percorso contraddistinto da potenziali crisi, default e plausibili trigger pro-crash, oggi, il mercato abbia presentato il conto. Salato, molto caro, da record.
Un nuovo record storico (oltre i 5.000 punti) è quello registrato dal principale indice azionario statunitense S&P 500 e, a stretto giro, quello direttamente correlato a quest’ultimo ovvero dal nostro consueto benchmark MSCI World Usd.
Massimi che, di fatto, sono giunti (seppur in lieve ritardo) con quanto già archiviato e aggiornato dal listino tecnologico Nasdaq a stelle e strisce. Tutto in chiaro, alla luce del sole e, beneficiando di una caratteristica fondamentale: prescindendo, snobbando, le infinite tematiche contrarian (talvolta – in parte – condivisibili). Ora, invece, inizia il difficile. Tra gli analisti, gli operatori e i molti commentatori, c’è un solo e semplice quesito: quanto potrà durare? Si vende oppure si compra?
Come visto e vissuto, nonostante gli aspetti oggettivi di natura economica (possibili rallentamenti, recessioni, ecc.), i mercati internazionali hanno svolto il loro compito, pressoché indisturbati, e principalmente verso l’alto. Accantonato, pertanto, l’approccio “da economisti” quello che, invece, può essere maggiormente “addentro alla verità” (ossia le quotazioni) è riconducibile all’attento e costante monitoraggio delle infinite curve di prezzo che, quotidianamente, contraddistinguono il trascorre delle giornate.
Per alcuni, questo nostro approccio, potrebbe rappresentare un nulla di nuovo rispetto al periodico aggiornamento che forniamo su queste pagine, ma, invece, riteniamo opportuno sottolineare l’importanza di questo modus operandi. Di fatto, attraverso questa modalità, gli attuali livelli record raggiunti dai mercati non sono una sorpresa. Quindi, rivolgendo lo sguardo solamente ai monitor e ai grafici multicolore in esso contenuti, lo scenario che si palesa sulle tre principali asset class è questo: performance YTD (year to date) a +3,54% per l’equity, -2,77% per l’opposta componente bond e, infine, un quasi quattro per cento (+3,98%) per le commodities. Il tutto, caratterizzato da un sentiment complessivamente positivo, con un indice Vix a quota 12,93 e un MOVE a 106,21 punti.
Verosimilmente, questa breve sintesi, sembra poter identificare l’essenza dei mercati finanziari che, beneficiando della decorrelazione degli andamenti tra azioni e obbligazioni lasciano, anche, l’eventuale potenzialità di un ulteriore driver mediante l’impiego delle materie prime.
Il mercato azionario. Le attuali quotazioni del sottostante MSCI World Usd evidenziano un importante e fondamentale supporto statico in coincidenza di area 3.184 punti, mentre, in ottica rialzista, i valori godono di una plausibile proiezioni oltre i 3.300 punti con target in prossimità di soglia 3.350. Graficamente, il recente trend rialzista strutturato a inizio anno, trova la conferma nel canale ascendente tracciato in corrispondenza dei minimi di settembre 2022 e, pertanto, il perdurare all’interno di quest’ultimo può identificare una sorta di via maestra per le prossime ottave. Dal punto di vista algoritmico riscontriamo un orientamento al buy signal sull’intero palinsesto di strumenti impiegati e, in ambito leading indicators (più reattivi), non compare alcun cedimento. Per quanto evidenziato, complessivamente, l’asset class azionaria appare ben impostata e, solo un primo ritracciamento con quotazioni inferiori a 3.201,79 punti, potrà suscitare qualche dubbio in ottica rialzista.
Lasciato alle spalle l’importante e accentuato rally di fine anno, il mercato obbligazionario internazionale governativo registra una fisiologica flessione in queste prime ottave del 2024. Osservando l’indice Bloomberg Global-Aggregate Total Return Index Value Unhedged USD riteniamo l’attuale livello dei prezzi (area 458 punti) interessante per una prima e iniziale fase di accumulo su questa importante asset class. Già in precedenza avevamo seguito questa strategia di ingresso (poi liquidata con importanti realizzi) e, anche oggi, vorremmo procedere in tal senso. Pertanto, la nostra view, risulta essere accumulate in ottica di breve termine con un limite di prezzo massimo a quota 467,71 punti.
Sulle materie prime il quadro tecnico potrebbe celare un importante movimento direzionale. Seppur prematuro e, ovviamente, se confermato dalle quotazioni, il target di breve termine vede un potenziale rialzista ben oltre area 289 punti. Questa dinamica trova una sua possibile realizzazione mediante una prima violazione di quota 274,632 punti con successiva meta a 277,382. Consolidato questo movimento di brevissimo termine, potremmo assistere all’ulteriore allungo citato con definito target in prossimità di area 289 punti. Negativo, invece, il ritorno delle quotazioni al di sotto di soglia 266,953 punti.
Sul basket energy appare positiva l’impostazione dell’heating oil e del RBob gasoline, mentre ancora debole è il gas naturale. Sul petrolio (rif. WTI), nonostante la recente buona intonazione di fondo, preferiamo attendere ulteriori elementi al fine di una puntuale analisi entry long. Sul comparto metals, entrambi i panieri (preziosi e non preziosi) scontano una impostazione precaria dal punto di vista tecnico. Certamente, le prossime sedute, potranno delineare le possibili direzionalità su ciascun sottostante. Da rilevare, comunque, come i cosiddetti “preziosi” (oro e argento) evidenziano un auspicabile spunto rialzista (soprattutto in capo al silver), mentre sui contrapposti “non preziosi” una concreta flessione (seppur non accentuata) potrebbe coinvolgere l’intero segmento (alluminio, rame e nickel).
Focalizzando l’attenzione all’ambito valutario osserviamo con particolare interesse all’evoluzione sul rapporto Gbp/Usd che, in assenza di un immediato rialzo, vedrebbe le proprie quotazioni violare gli attuali livelli con destinazione (inferiore) a quota 1,25. Sul principale cross (rif. Eur/Usd) preferiamo attendere il superamento di area 1,08 che, beneficiando di una prolungata fase laterale, beneficerebbe (poi) di un possibile allungo (target oltre soglia 1,10). Nuovi massimi (rif. ottobre 2022) per il rapporto Usd/Jpy? Un sensato interrogativo poiché il livello dei prezzi finora raggiunto (soglia 149) sembra poter agevolare un ormai pressoché certa violazione di area 150 con verosimile obiettivo in direzione dei precedenti massimi di novembre (coincidenti a quelli del 2022).
Volutamente, in questo nostro consueto appuntamento, abbiamo soffermato l’approfondimento al solo aspetto tecnico (finanziario) tralasciando i vari e importanti elementi di natura strutturale (economica) che, come ovvio, saranno riportati come nostra abitudine. Oggi, abbiamo semplicemente sottolineato l’importanza di essere il più aderenti possibili alla realtà del mercato e dei suoi numeri (i prezzi). Quindi: parola al mercato che, ovviamente, ha e avrà sempre e solo ragione.
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