La Fed ha finalmente scoperto le proprie carte in materia di tapering: si inizierà con un primo taglio agli acquisti di titoli pari a un ammontare di 15 miliardi mensili per successivamente proseguire con 30 miliardi e terminando – entro la metà del 2022 – l’intero piano. Il mercato attendeva da parecchio tempo questa indicazione e, di fatto, le modalità illustrate hanno agevolato ulteriormente la salita dei principali listini. Le piazze azionarie (rif. MSCI World Usd) hanno concluso in territorio positivo (+1,81%) la trascorsa ottava registrando nuovi massimi storici poiché trainati prevalentemente dalla performance della borsa statunitense. Anche l’opposto comparto obbligazionario (rif. JPM GBI Gl. Usd) ha visto una moderata progressione settimanale (+0,27%) riportandosi a ridosso dell’importante soglia dei 582,23 punti, mentre un saldo negativo (-1,13%), invece, ha caratterizzato la cinquina weekly delle materie prime (rif. CRB Index).
A sintetizzare l’umore che si percepisce sul mercato è utile soffermare l’attenzione su quanto rappresentato dall’indice Vix.
L’andamento dell’ultima ottava evidenzia la terza settimana consecutiva con valori compresi in un range circoscrivibile (poco superiore ai 3 punti) tra il supporto in area 14,73 e la resistenza individuabile presso quota 18,06 punti. Avendo ricalcato più volte la stessa ampiezza riportata è naturale aspettarsi una rottura oltre le singole soglie indicate: tale violazione identificherà la prossima direzionalità del mercato in ottica di breve termine e in concomitanza dell’imminente (potenziale) rally di fine anno.
Osservando l’impostazione di fondo sui sottostanti da noi abitualmente analizzati, emerge senza alcun dubbio la configurazione di potenziale instabilità (sia tecnica che algoritmica), che vede coinvolto il benchmark equity MSCI World Usd. La divergenza su base daily tra l’andamento dei prezzi e il più comune indicatore RSI non può consentire la diffusione di una view positiva in ottica di brevissimo termine poiché ulteriormente avvalorata dall’ampia soglia di ipercomprato (ben oltre i 70 punti) riportata dallo stesso oscillatore.
Inoltre, prendendo in considerazione la sola analisi basata sulle consuete proiezioni mensili, si possono verosimilmente accumunare i massimi finora raggiunti (3.242,90) con il primo target rialzista indicato (3.244,28) fornendo, pertanto, un ennesimo alert sulla precarietà dell’intero scenario azionario. Individuiamo area 3.195,87 punti quale primo punto di supporto che, se violato, comporterebbe la discesa del livello dei prezzi fino a quota 3.174,13. All’opposto, invece, è plausibile affermare che, qualora le quotazioni dovessero resistere al sopracitato supporto, gli scambi ritroverebbero forza per un allungo oltre gli attuali record e quindi destinarsi in prossimità di soglia 3.313,82 punti (secondo target rialzista mensile).
Per la componente obbligazionaria appare diversa (rispetto al benchmark equity) la configurazione daily dello stesso sottostante governativo (rif. JPM GBI Gl. Usd). Nonostante l’innegabile area di supporto che si riscontra in area 579,92 / 582,268 punti, l’attuale configurazione non sembra poter contrastare un potenziale movimento direzionale ribassista di medio termine con obiettivo a 575,43 punti.
In chiave di brevissimo termine: l’attenzione viene posta sull’importante tenuta del supporto a 579,17 punti che, in caso di rottura, vedrebbe (prima) nuovi minimi annuali e (dopo) un’accelerazione con anche significativi downside giornalieri. Prezzi in rialzo, invece, con quotazioni oltre area 582,23 e obiettivo a 583,97 punti.
Il versante “alternativo” delle commodities ha visto la precedente sessione settimanale ancora in territorio negativo (terza ottava consecutiva). Come già indicato a inizio mese, l’area di gap (tra 228,922 e 230,382 punti) risulta essere sostanzialmente il principale target in chiave ribassista. Qualora, invece, dovessimo assistere nel corso di queste prossime sedute a una ripresa dei prezzi (almeno oltre quota 237,678 punti), la tendenza di brevissimo periodo si vedrebbe confermata al rialzo con obiettivo oltre ai massimi annuali.
Nei singoli panieri osservati (metals & energy): viene mantenuto un outlook positivo sull’argento, ma – allo stesso modo – viene introdotta una view (buy signal) anche sull’oro. A entrambi si affianca un possibile ingresso (take profit su base intraday) sul nickel in caso di violazione della resistenza psicologica in area 20.000. Nel contrapposto basket energy potrebbe essere interessante (buy signal) il gas naturale in caso di quotazioni oltre soglia 5,695 (target oltre 6).
Il mercato valutario, rispetto ai precedenti, vive un momentaneo stallo direzionale a causa del significativo incremento di volatilità giornaliera. Al momento il solo cross Usd/Jpy può auspicare una possibile operatività con un rapporto rischio/rendimento pressoché sostenibile su base intraday: viene indicata area 113,24 quale soglia di price entry (short) e obiettivo in prossimità di quota 112,37. Sia sul principale rapporto valutario Eur/Usd che su Gbp/Usd – per l’ottava in corso – si preferisce attendere nuovi e ulteriori elementi per una più approfondita valutazione.
La comunità finanziaria ha visto dipanare la matassa del tapering e, ora, attende maggiori chiarimenti sulla risoluzione della successiva mossa in ambito monetario (rialzo dei tassi). I tempi sembrano essere ancora lunghi e, in ottica di breve termine, un’eventuale fuoriuscita dal comparto commodities potrebbe rappresentare un nuovo driver (in veste di switch) a sostegno del mercato azionario. Uno sguardo attento alle prossime dinamiche sulle materie prime potrà individuare questa potenziale opportunità. Nel frattempo, in chiave di brevissimo periodo, viene sempre auspicata la massima prudenza.
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