Continuano i rialzi sui mercati finanziari internazionali. La trascorsa settimana ha visto le principali asset class (bond, equity e commodities) archiviare la seconda ottava del 2023 all’insegna della positività. Con il dato mensile (rif. dicembre) sull’inflazione statunitense ancora in calo, gli Usa vedono i loro prezzi al consumo terminare il 2022 a quota +6,5% con una componente core giunta a +5,7%. A seguito di questo concreto ridimensionamento, il picco degli oltre 9 punti percentuali (rif. giugno 2022), sembra essere un lontano ricordo e, in chiave monetaria, ora gli operatori potrebbero aspettarsi un allentamento delle prossime azioni della Fed: al momento appare plausibile auspicare un primo rialzo dei tassi di interesse di soli 25 punti base rispetto ai 50 in precedenza ipotizzati.
Se oltreoceano queste prospettive potrebbe essere portate avanti dalla Banca centrale a stelle e strisce, nel Vecchio continente, invece, lo scenario è decisamente diverso: «Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse debbano ancora aumentare in misura significativa a un ritmo costante». Questo è quanto si legge nel “quadro generale” del Bollettino economico diffuso dalla Bce. Nonostante gli intenti diversi dei due principali istituti monetari, attualmente, l’incognita tassi sembra essere archiviata almeno dal punto di vista delle dichiarazioni e, in questo clima di ritrovata certezza, gli operatori hanno ritenuto opportuno acquistare sui rispettivi mercati finanziari di riferimento.



A confermare l’attuale stato di serenità giungono segnali incoraggianti sul versante del MOVE e del Vix.

L’ICE BofA MOVE Index (più comunemente identificato con MOVE o “Vix del mercato obbligazionario“) ha raggiunto i valori di area 113 che, se raffrontati ai massimi di ottobre 2022 (oltre i 160 punti), rappresentano un vero e proprio ritrovato ottimismo sulla tanto sacrificata asset class obbligazionaria. Tecnicamente si potrebbe assistere a un ulteriore ribasso qualora ci fosse una violazione del supporto statico in area 111,5/112,7 punti: un successivo allungo fino a quota 106,28 favorirebbe la continuazione degli acquisti sul mercato dei bond. Viceversa, un eventuale ritorno oltre soglia 124,38 punti decreterebbe un possibile conseguimento del target a 128,44 con nuovo potenziale upside in direzione dell’importante livello posto a 135,17 punti. L’intero scenario finora descritto, se traslato sul rispettivo benchmark di riferimento JPM GBI Gl. Usd, vede i seguenti livelli di prezzo: 497,82 punti quale prima soglia target rialzista di breve termine. All’opposto, invece, la violazione di quota 488,749 agevolerebbe il downside fino a 484,78 punti.



Medesima dinamica ribassista è quella riscontrabile sul consueto indice Vix. La soglia psicologica dei 20 punti è stata abbondantemente violata e attualmente area 16,34 punti rappresenta il principale obiettivo di brevissimo termine. Da temere un ritorno oltre quota 19,12 che, se fosse concretizzato mediante una chiusura weekly, agevolerebbe un successivo allungo in direzione di soglia 21,67 punti.

In parallelo alle possibili dinamiche del Vix possiamo accostare quelle dell’indice MSCI World Usd in veste di nostro principale benchmark per la componente azionaria. Le recenti quotazioni settimanali (2.735,72 punti) si sono riportate al di sopra della media mobile a 50 osservazioni (weekly) in transito a 2.716,91 identificando, di fatto, il primario e potenziale obiettivo rialzista in area 2.794,15 punti. Con il trascorrere delle prossime giornate è necessario porre particolare attenzione a quota 2.707,72 punti che, in caso di mancato supporto, agevolerebbe una fase di debolezza con target oltre i 2.650,42 punti.



Mercato delle commodities. Il CRB Index, nonostante la buona performance settimanale (+4,18%), potrebbe replicare in territorio negativo nelle prossime giornate. Dal punto di vista algoritmico i principali indicatori di maggior sentiment non confermano un ritrovato e concreto posizionamento long (fatta eccezione per quelli più reattivi e pertanto oggetto di maggiore erraticità). Il monitoraggio della tenuta di area 270,17 punti appare fondamentale poiché una sua violazione comporterebbe il conseguimento di nuovi minimi di periodo (livello dei prezzi inferiore a 263,68 punti). Scenario completamento opposto, e pertanto positivo, un eventuale superamento di soglia 278,468 con buon probabilità di approdo (nel breve termine) a quota 287,13 punti. Per l’ottava in corso, viene suggerito – in chiave tattica – un alleggerimento sul basket metals preziosi (gold e silver) e, consapevoli di un maggior rischio in termini di rischio/rendimento atteso, vengono privilegiati tre ingressi sul contrapposto paniere energy: heating oil (con target rialzista a quota in prossimità di area 330), rbob gasoline (take profit a 2,565) e natural gas: per quest’ultimo, l’obiettivo long viene collocato oltre la soglia psicologica dei 4 dollari, mentre il price entry potrebbe subire più ingressi (primo acquisto inferiore a quota 3,687) nel corso delle prossime sedute.

Sul comparto forex, il cross Gbp/Usd potrebbe godere di un ulteriore allungo in direzione di area 1,2344 e, solo una battuta di arresto con scambi inferiori a quota 1,2116, potrebbe inficiare la dinamica rialzista prospettata.

Da inizio anno i mercati finanziari hanno recuperato una parte delle precedenti perdite e le ancora e significative minusvalenze rimangono molte al pari delle numerose incognite. Se sul versante della politica monetaria (Fed e Bce) alcuni spiragli di inaspettata certezza sembrano esserci, sui listini internazionali (soprattutto quelli azionari), l’attuale ottimismo deve però confermarsi in un più ampio arco temporale. Il timore di incappare in falsi segnali è concreto e, pertanto, viene fortemente suggerito un approccio al mercato in modalità “safety” sottopesando i singoli ingressi per ciascuna asset class.

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