L’ottava che si è conclusa ci presenta nuovamente uno scenario che è stato più volte osservato nel corso di quest’ultima parte dell’anno: sia la componente azionaria che quella obbligazionaria viaggiano all’unisono segnando nuovi record e bruciandone i precedenti. Nel suo epilogo, il 2020 sembra aver dimenticato le difficoltà emerse nel corso del proprio trascorre dei mesi e, nonostante le incertezze che gravano sulla vita sociale dei moltissimi Stati “core” dell’economia mondiale, continua la propria costante ascesa sui mercati azionari (rif. MSCI World Usd).
Osservando la principale economia mondiale (Stati Uniti), è opportuno riportare all’attenzione quanto emerso dalla Fed che, lasciando invariati i tassi di interessi, ha inoltre confermando il programma di acquisto sui bond: quest’ultimo permarrà fino a quando non ci saranno progressi in materia di disoccupazione e inflazione. Nel corso del proprio report, è inoltre giunta una nota che in pochi si aspettavano e riguardante la crescita dell’economia nel 2021: la banca centrale statunitense ha rivisto al rialzo le stime del Pil portandole a un 4,2% rispetto al precedente 3,2%. Tale revisione ha certamente influito sull’umore degli investitori che si sono prontamente riversati – ancora una volta – nell’acquistare l’indice domestico e facendone aggiornare i record storici (rif. S&P 500).
Grazie a tale ottimismo, lo stesso benchmark azionario internazionale (rif. MSCI World Usd) ha rivisto i suoi massimi dirigersi verso l’attesa quota dei 2.700 punti. Al momento ci troviamo a poco meno di un punto percentuale dal target individuato a 2.701,74 e, analizzando il trascorrere delle ultime giornate, il mercato potrebbe raggiungere il nostro obiettivo per successivamente accusare una prima fase di realizzi.
Dall’analisi giornaliera delle singole sedute si può constatare come gli scambi appaiono meno incisivi rispetto alle precedenti sessioni con una marcata “azione di copertura” sul finire di ciascuna giornata. Generalmente – questo tipo di dinamica – identifica un’operatività short a inizio seduta e successiva chiusura delle operazioni sul finale senza esclusione di posizionamenti ribassisti anche nell’overnight. A seguito di questi potenziali scenari, la cautela deve ancor più caratterizzare l’attuale momento.
Dal punto di vista grafico, rimane confermata la nostra view con particolare attenzione al completamento della divergenza negativa su base weekly: con il raggiungimento di area 2.717,26 punti, l’indice MSCI World Usd vedrebbe una “chiusura accademica”, ma, allo stesso tempo, è importante sottolineare come non si possa pretendere tale ipotesi lasciando pertanto un possibile intervallo di confidenza relativo a valori inferiori. Qualora dovessimo assistere a una fase di ritracciamento (nel brevissimo periodo), viene individuato il supporto a 2.603,45 punti quale primo obiettivo ribassista.
Come detto, anche l’asset class obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd), ha aggiornato i propri massimi: l’attuale impostazione tecnica coincide con quella dell’opposto mercato azionario e, l’ultima sessione settimanale, ha rilevato una debolezza sul finire di ottava: gli attuali rendimenti obbligazionari sono ormai irrisori e la perfomance sui corsi ha sopperito a questi ultimi trainando i prezzi a soglie pressoché proibitive in caso di posizionamento.
Fatta eccezione per un long position, si può segnalare la valenza operativa del supporto a 612,11 punti quale target ribassista. In ottica 2021, un comparto bond che potrà beneficiare nel medio termine sarà quello indicizzato all’inflazione: a oggi, un suo acquisto sembra prematuro, ma, nel corso del nuovo anno, sarà certamente un’opportunità da poter cogliere.
Le materie prime godono dell’ottima performance appartenente al loro maggiore contributore: il petrolio. Dal recente outlook, l’auspicato suggerimento (in chiave strategica) per un’allocazione sul CRB Index, vede un incremento di poco inferiore ai quattro punti percentuali; giunti a questi valori – anche se prossimi all’area di ulteriore upside (170 punti) – si preferisce la capitalizzazione degli utili conseguiti. Parallelamente, facendo riferimento all'”oro nero” (rif. WTI), possiamo ritener completato il precedente setup rialzista (target a 49,32 dollari) con definitiva liquidazione (per coloro che sono investiti) dell’intera posizione assunta. Il comparto metals vede un lingotto in piena fase di rimbalzo rispetto ai minimi di novembre: dopo un circoscritto trading range, i prezzi hanno oltrepassato i 1.900 dollari. Qualora non si dovesse assistere a un ripiegamento inferiore a 1.850 dollari, i corsi vedrebbero un ulteriore allungo (entro fine anno) in direzione di area 1.957,43 dollari.
Sui mercati valutari non giunge inaspettato il rally del cross Eur/Usd. I recenti rialzi riportano il principale rapporto sui livelli dell’aprile 2018: le considerazioni di politica monetaria della Fed hanno certamente impattato sui recenti incrementi, ma appare oggettivo come quest’ultimo upside sembra fin troppo enfatizzato con serie implicazioni ribassiste nel brevissimo termine. Al fine di poter scongiurare quest’ultima ipotesi è auspicabile una prima fase di lateralità che, a oggi, sembra non aver basi sufficientemente solide (parte inferiore del potenziale trading range): un possibile supporto – anche se debole – possiamo individuarlo in corrispondenza di soglia 1,21773.
L’anno in corso è ormai giunto alla propria conclusione e, possiamo affermarlo senza alcun timore, nessuno avrebbe mai “scommesso” su una chiusura come quella che oggi possiamo riscontrare sui monitor delle numerose sale operative. Questo inaspettato risultato include ogni condivisibile perplessità, ma, retorica a parte, tutti coloro che ne hanno potuto beneficiare ringrazieranno i mercati finanziari internazionali nonostante le incognite per il futuro. Il cinismo finanziario è anche questo.