Il nuovo anno è iniziato e, come consuetudine, si diffondono i moltissimi documenti che illustrano le innumerevoli previsioni sul come andrà a finire ancor prima di iniziare. Analizzando la “storia dei report” emerge chiaramente l’intrinseca positività di ogni autore: comprare e accumulare sono i giudizi principali, positivo o moderatamente positivo sono invece le sfumature addotte da coloro che non vogliono ammettere la loro titubanza in ottica di parere definitivo. Raramente, o per meglio dire quasi per nulla, si legge a chiare lettere l’inequivocabile indicazione di vendere: talvolta, questa tipologia di intento viene soppiantata da un più modesto e accettato ridurre che, pur mascherando la principale volontà, protegge il soggetto che ha azzardato questa sua sregolata etiquette.
In finanza, la costante che viene pretesa da coloro che vi operano, coincide – molto spesso – con l’espressione di giudizi prevalentemente positivi: se il mercato salirà non si sarà fatto torto a nessuno e il pronosticato “l’avevo detto” viene premiato, all’opposto, invece, qualora i prezzi dovessero scendere, la negativa e temuta indicazione professata prenderà le sembianze di una Cassandra al pari del suo stesso divulgatore.
Nulla togliendo alla maggioranza dei positivisti e men che meno alla sparuta minoranza dei propinatori nefasti, noi, come ormai noto, ci confrontiamo con i numeri che la stessa macchina finanziaria produce ogni giorno. Sulla base di questa caotica “filosofia”, riteniamo opportuno valutare quanto accaduto nel trascorso 2020 per successivamente valutare (quantificandolo) i nuovi potenziali traguardi per l’anno in corso.
Premesso che non siamo in possesso della verità e che il metodo adottato finora rientra in quell’insieme costituito da un numero elevato di casistiche appartenenti all’analisi statistica, sulla base delle nostre precedenti valutazioni, abbiamo effettuato una comparazione tra di esse e il risultato ex post conseguito sui singoli listini. Da questo parallelismo, si può riscontrare come alcuni sottostanti abbiano oltrepassato il loro obiettivo annuale in precedenza calcolato. Nella fattispecie, l’aver superato il secondo livello (rif. “Target 2 rialzista”), rappresenta uno stato di “ipercomprato” rispetto ai valori stimati, il tutto, con serie implicazioni per la tenuta dei corsi.
Sulla base di questo assunto è facilmente individuabile una “overperformance” in tutti gli indici che, per immediatezza, riportiamo contrassegnati dal contrassegno positivo. Pertanto, a oggi, i mercati obbligazionari (rif. JPM GBI Gl. Usd) appaiono maggiormente a premio rispetto ai loro affiancati “emergenti”. Sul versante azionario invece, lo scenario è verosimilmente inverso, ossia i cosiddetti “Emerging markets” potrebbe risentire maggiormente rispetto agli opposti “Developed markets”.
Osservando le principali borse, le piazze statunitensi (rif. S&P 500 e Nasdaq 100) vedono i loro valori trattare ben oltre i listini del Vecchio continente, mentre nell’area Pacifico il solo Giappone spicca nei confronti dei suoi competitors.
Anche sul versante azionario emergente gran parte della componente Asia è stata protagonista nell’anno che si è concluso e, al momento, potrebbe vivere alcune tensioni conseguenti a questo andamento.
Nel 2020, l’asset class obbligazionaria, ha continuato la propria corsa facendo registrare nuovi record. Nonostante i rialzi generalizzati sui mercati dei bond, il decennale Usa ha superato ogni aspettativa rispetto ai suoi simili europei e asiatici che pur oltrepassando i loro obiettivi rialzisti (primo livello) non hanno avuto la forza di proseguire verso i successivi target.
Nelle commodities si distinguono le eccellenti performance del comparto metals rispetto all’energy dove il solo gas naturale ha parzialmente soddisfatto le precedenti stime mediante il conseguimento del primo obiettivo annuale.
Sulle valute, il principale cross internazionale (rif. Euro/Usd), ha visto il pieno riconoscimento dei target a lui associati a inizio 2020, mentre i restanti rapporti (rif. Usd/Jpy e Gbp/Usd) hanno sottoperformato lo scenario rialzista per invece privilegiare la compagine short.
Preso atto delle precedenti dinamiche cha hanno contraddistinto l’intera evoluzione del 2020, presentiamo i nuovi target annuali 2021 per ciascuna asset class e i suoi constituents.
Coerentemente all’osservazione del 2020, per l’anno in corso, la componente obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd) appare quella maggiormente penalizzata sulla base del rapporto rischio/rendimento associato.
L’asset class azionaria vede un significativo apprezzamento dell’area Europe & Middle East rispetto alle Americhe: fermo restando la presenza di quest’ultime nel paniere mondiale (rif. MSCI World Usd e simili), non è auspicabile la totale eliminazione, bensì un sottopeso all’interno del portafoglio.
Particolare attenzione verrà riposta ad Argentina e Grecia: entrambi i Paesi riportano valori di rischio implicito ben oltre la media del campione osservato. Medesima considerazione, ma contraddistinta da altre entità pur sempre interessanti, riguarda la Russia: il proprio ratio rischio/rendimento gravita in una delicata situazione che potrebbe mutarne lo scenario.
I Governativi europei evidenziano nei titoli UK e italiani quelli con maggior upside (e ovvio downside) rispetto all’interno panel obbligazionario preso in esame.
Sulle commodities potremmo assistere a una rotazione dai metals al comparto energy con buone implicazioni per il petrolio rispetto ai suoi “derivati” (rif. gas naturale e heating oil).
La view sulle valute vede un rapporto Usd/Jpy rappresentare il miglior connubio in ambito di ritorno atteso. Da sottolineare come sul principale cross Euro/Usd l’eventuale superamento del primo target (1,2803) comporterebbe un più che probabile avvicinamento all’area posta in corrispondenza di soglia 1,33: qualora dovessimo assistere a una rivalutazione di tale portata è verosimilmente scontata una ripercussione sul fronte obbligazionario.
Sulla base delle nostre valutazioni non crediamo che una strategia buy & hold possa rappresentare la migliore soluzione per approcciare il delicato mondo degli investimenti. Come per il 2020, anche per l’anno in corso ci impegneremo a guidarvi attraverso periodici outlook mensili: come già fatto lasceremo parlare i numeri e mediante l’utilizzo di questi cercheremo di rappresentare la realtà. La costanza di un metodo di lavoro, ancora una volta, sarà l’unica bussola a poterci guidare, mentre il resto lo farà sempre e solamente il mercato.