Battuta d’arresto settimanale sui mercati azionari e obbligazionari internazionali. A rimanere indenni, invece, sono le materie prime che, beneficiando di un ritrovato interesse di brevissimo termine sul petrolio quale principale constituent della stessa asset class, hanno archiviato l’ottava con un saldo finale positivo prossimo all’unità (rif. CRB Index). A motivare il comune ribasso sulle contrapposte componenti equity e bond sono giunte le notizie sul fronte economico statunitense che hanno visto un’occupazione privata statunitense ancora molto forte (inaspettatamente meglio delle stime degli analisti) e le risultanze nei verbali dell’ultima riunione dal Fomc paventare implicitamente ulteriori rialzi dei tassi di interesse (probabilmente il primo già questo mese).
Rimanendo in ottica di politica monetaria, anche nel Vecchio continente, i futuri scenari vedono un ennesimo incremento (pari a 25 punti base) durante la riunione che si terrà tra poco per, successivamente, attendere i nuovi dati che man mano saranno pubblicati. Certamente, guardando ai valori dell’indice PMI Composite diffuso nei giorni scorsi e al Pil mensile (negativo) della Germania, non può essere escluso un peggioramento del sentiment in capo alla Bce. Se, inoltre, le prossime rilevazioni sull’inflazione non dovessero risultare in calo, allora, le mosse della Presidente Lagarde e del suo Consiglio direttivo vedrebbero un significativo inasprimento sia in termini operativi (rif. rialzi sui tassi di interesse) che, soprattutto, in sede di commento alle eventuali scelte intraprese e da intraprendere.
Osservando i consueti benchmark riconducibili all’intero universo investibile emerge chiaramente una sopraggiunta fase di indecisione sul versante azionario. L’indice MSCI World Usd, penalizzato nel corso dell’ultima ottava, vede deteriorato il proprio palinsesto grafico e algoritmico. Nonostante il nostro recente outlook immaginasse di poter assistere a «una iniziale fase di consolidamento delle quotazioni in un trading range compreso tra i 2.912,89 e i 2.963,95 punti», le attuali quotazioni (area 2.924 punti), non appaiono abbastanza robuste per contrastare una (eventuale) discesa.
Di fatto, il minimo indicato in corrispondenza dei 2.912,89 punti è stato violato attraverso un minimo weekly a 2.910,39 per, poi, assestare un marginale recupero. Precario, pertanto, lo scenario grafico come anche gli indicatori algoritmici che, causa un loro repentino peggioramento soprattutto in casa leading indicators, potrebbero concretizzare un peggioramento (anche sui lagging indicators) in occasione di sedute negative. In chiave tecnica viene nuovamente attenzionato il supporto a quota 2.912,89 punti che, in caso di violazione, comprometterebbe l’attuale stallo laterale convertendolo in una iniziale fase ribassista. Positivo, invece, il ritorno delle quotazioni oltre soglia 2.962,65 punti.
Il mercato obbligazionario, da noi sintetizzato mediante l’impiego del sottostante governativo JPM GBI Gl. Usd, aggiorna la view di breve termine con nuovi minimi a quota 476,40 punti. L’aver già conseguito l’obiettivo (rif. target 2) ribassista mensile con un attuale livello dei prezzi ancora in prossimità di quest’ultimo non favorisce la costruzione di solide basi tecniche.
Particolare attenzione ad area 477,76 punti che, se conseguita, potrebbe subire un’accelerazione da parte dei venditori con immediato approdo in corrispondenza di soglia 473,69 punti. Al fine di poter meglio “assistere” a questo potenziale downside viene suggerita l’osservazione del decennale Usa che, avendo finora confermato la nostra precedente tesi ribassista, potrebbe anticipare le ulteriori pressioni in vendita sull’intero comparto obbligazionario internazionale.
Prescindendo dal buon andamento settimanale registrato dal principale bechmark CRB Index, l’insieme delle materie prime, non convince a sufficienza in chiave strategica. La lateralità commentata nel corso delle precedenti settimane permane poiché caratterizzata da un ulteriore trading range appartenente alla zona inferiore del canale (260,531/255,043 punti). Sicuramente, se dovessimo assistere a un approdo all’interno di quest’ultimo, il successivo plausibile scenario vedrebbe un’ipotesi di ritorno delle quotazioni ben oltre soglia 252,847 punti. Consapevoli di questo, ma, guardando, invece, a una ritrovata fase rialzista, possiamo individuare il superamento (in chiusura) di area 265,654 punti quale iniziale step per valutare un posizionamento tattico in ottica di brevissimo termine. Invariato il nostro outlook sul paniere metals, mentre, sul contrapposto insieme energy, al gas naturale viene affiancato il monitoraggio dell’heating oil con potenziale ingresso (long) in caso di violazione di quota 257,55 (target ravvicinato oltre soglia 262); particolare interesse anche per l’altro sottostante energy RBob Gasoline che, in caso di approdo oltre area 2,634, vedrebbe una inversione (in buy signal) sull’intero palinsesto algoritmico dei più reattivi leading indicators.
Sul versante valutario il rapporto Usd/Jpy sta beneficiando di un importante risultato a seguito della flessione concretizzata nell’ottava che si è conclusa: la presa di profitto, pertanto, è auspicata in queste prime ore della giornata. Sul cross Gbp/Usd, invece, confermando la nostra precedente view negativa riteniamo opportuno incrementare (short) qualora gli scambi dovessero traguardarsi oltre soglia 1,297.
Le azioni e intenzioni della politica monetaria saranno nuovamente al centro del dibattito nel corso delle prossime settimane. Pur considerando scontato (sia da parte di Fed che Bce) un intervento sui tassi di interesse, il timore di assistere a un prolungato periodo (privo di scadenza) per gli ulteriori rialzi minerà la fiducia degli operatori finanziari. Guardando alla sola Bce, inoltre, lo spettro di una recessione che si dilata nel tempo graverebbe significativamente sulle scelte da intraprendere favorendo una politica maggiormente restrittiva con serie e inevitabili ripercussioni sui mercati obbligazionari europei: aspettiamoci, quindi, nuovi rialzi sui rendimenti soprattutto sulla parte breve della curva che, al momento, rappresenta l’unico vantaggio in questo vasto e complesso mosaico finanziario.
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