Una settimana, quella che si è conclusa, all’insegna di ribassi diffusi sui principali mercati finanziari internazionali. Alle incognite già presenti sui versanti economico e finanziario, nel corso delle ultime ore, si sono aggiunte le notizie riguardanti le tensioni tra Russia e Ucraina. Un insieme di elementi che, guardando alle quotazioni, hanno visto beneficiare dell’intero clima di incertezza la sola componente rappresentata dalle materie prime. Quest’ultima (rif. CRB Index), grazie all’ennesimo rialzo del petrolio, ha potuto chiudere la propria sessione settimanale in frazionale territorio positivo (+0,68%) confermando, ancora una volta, la sua funzione di asset class alternativa alle tradizionali componenti equity e bond. 



A meglio rappresentare l’attuale stato dei mercati finanziari è sufficiente soffermare l’attenzione su due grafici tra loro correlati. Il primo è quello relativo all’indice Vix dove è facilmente riscontrabile una sua fase di lateralità caratterizzata da consistenti valori (ben al di sopra della consueta media): da inizio anno, infatti, con eccezione per la prima seduta settimanale, si possono osservare quattro sessioni weekly consecutive distinguibili per il loro ampio ATR (Average True Range) compreso tra i 21 ed i 29 punti; escludendo volutamente gli eccessi oltre quest’ultimi valori, si può correttamente ipotizzare come l’area indicata circoscrivibile a 8 punti, possa realmente definire i prossimi scenari di brevissimo periodo ovvero: un ritorno in prossimità di quota 29 agevolerebbe un potenziale superamento con target in direzione di soglia 33,10 punti. Viceversa, qualora dovessimo assistere ad un veloce ripiegamento in area 23,25 punti, una successiva prosecuzione del downside favorirebbe un primo allentamento dell’incertezza con buone probabilità di poter osservare un ritorno sotto i 18 punti.



Poiché strettamente correlata, ad affiancare le sorti del Vix, ci viene in aiuto l’analisi grafica del benchmark azionario rappresentato dal consueto MSCI World Usd. 

Le attuali quotazioni gravitano attorno alla già individuata media mobile a 50 osservazioni (weekly) e il suo continuo permanere in corrispondenza del transito di quest’ultima non agevola l’individuazione del potenziale trend. In questo momento di mercato non può considerarsi un azzardo affermare che in caso di violazione (settimanale) di area 3.000 punti, l’immediato futuro del benchmark azionario potrebbe coincidere con l’aggiornamento dei nuovi minimi di anno. Scenario opposto e alquanto contrastato, invece, la ripresa dei corsi oltre quota 3.201,87: per potersi concretizzare nel brevissimo periodo è necessaria una fase di upside oltre soglia 3.114,27 punti. 



Tralasciando le molte e costanti notizie concernenti il fronte dell’inflazione, il tema sul rialzo dei tassi di interesse si è ulteriormente aggravato: se a marzo la Fed inizierà la propria azione con un aumento di 50 punti base, non può essere esclusa una continuazione della stretta in programma con successivi incrementi che andranno oltre il punto percentuale complessivo di tale manovra. A seguito di questa possibile dinamica, anche la Bce non potrà escludere un suo immediato intervento, almeno dal punto di vista della comunicazione alla comunità finanziaria: il tutto a danno dell’intera asset class obbligazionaria. In merito alla componente bond (rif. JPM GBI Gl. Usd), è opportuno sottolineare come si siano raggiunti (minimo settimanale) e oltrepassati i livelli del marzo 2020 azzerando, di fatto, le performance positive dal dicembre 2019. Nonostante il significativo ritracciamento appare prematuro un posizionamento in chiave strategica privilegiando, invece, un approccio tattico di brevissimo termine: acquistare alle attuali quotazioni, permetterebbe un incremento della precedente quota allocata.

Le commodities allungano il loro già consistente trend rialzista in atto e, oltrepassando i 260 punti (rif. CRB Index), archiviano la sesta ottava consecutiva contraddistinta da una variazione percentuale in territorio positivo. L’area di gap up tra 252,847 e 255,115 punti può essere considerata il primo vero e proprio target ribassista; viceversa, in ottica rialzista si può individuare la resistenza a quota 266,78 quale immediato obiettivo a esaurimento della tendenza in essere. Sui rispettivi panieri (metals ed energy) si riscontrano diverse impostazioni tecniche: sul primo basket, sia l’oro che l’argento confermano il loro stallo laterale che li accomuna da oltre sei mesi. Diversa situazione, invece, per i metalli non preziosi con l’alluminio su nuovi massimi di periodo e un rame ancora oggetto di incertezza. Il nickel, nel corso delle prossime sedute, potrebbe registrare un incremento di volatilità che, in base agli attuali indicatori (rif. leading indicators), favorirebbe una spinta rialzista oltre area 24.000. 

Rimanendo sulle materie prime ma passando al paniere energy, sia l’heating oil che il petrolio (rif. WTI) hanno visto aggiornati i loro recenti livello di prezzo: per l’oro nero viene confermata la nostra precedente view oltre la soglia psicologica dei 100 dollari. Sul gas naturale, purtroppo, la congestione degli scambi durante l’ultima settimana non permette di poter individuare una chiara direzionalità: di certo, il superamento di soglia 4,487 favorirebbe una prosecuzione del rialzo a ridosso di quota 5. Scenario negativo, invece, qualora i prezzi dovessero ritrovare quota 3,826 che, se violata, comporterebbe un inevitabile downside a doppia cifra. 

A causa dell’incertezza sul fronte monetario (inflazione e tassi di interesse) viene momentaneamente accantonata l’operatività sui tradizionali cross valutari: un inaspettato incremento della volatilità (soprattutto su base intraday) comprometterebbe il buon esito della singola operazione. Attendiamo, pertanto, un quadro d’insieme più completo.

Gli sviluppi del confronto tra Russia e Ucraina detteranno i prossimi ritmi sui mercati finanziari. Il concretizzarsi di un possibile conflitto contribuirà alla creazione di un’ulteriore variabile da aggiungere alle molte già presenti. Oggi, con il senno di poi, aver preferito detenere liquidità rispetto a un investimento in asset class tradizionali avrebbe coinciso con il fare la scelta migliore e, probabilmente, qualcuno starà godendo di questa opzione. Confidiamo che siano in molti ovvero la gran parte di coloro che ci hanno creduto.

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