I mercati finanziari hanno iniziato a mostrare le loro prime fragilità. L’ottava che si è conclusa ha visto un generalizzato mutamento di sentiment sia sul versante azionario che su quello obbligazionario; pur non registrando perdite significative, il saldo negativo finale ha riportato i principali benchmark rappresentativi di ciascuna asset class a valori prossimi a importanti livello di supporto di brevissimo periodo. Unica eccezione per il sottostante riconducibile alle materie prime (rif. CRB Index) che, ancora all’insegna del rialzo, continua la propria serie positiva rispetto ai minimi toccati a inizio novembre: a oltre ventidue punti percentuale ammonta la progressione finora compiuta.
A motivare questo stallo finanziario ci sono molteplici indicazioni: dagli Usa, quanto trapelato in materia di prossimi stimoli monetari (1.900 miliardi di dollari) non ha destato grande clamore e gli attuali prezzi sembrano già scontare il previsto pacchetto. L’emergenza Covid, invece, pare possa creare nuove preoccupazioni: da un lato abbiamo un’offerta di vaccini che potrebbe non essere sufficiente in rapporto alle unità distribuite; sul fronte dei contagi – ancora una volta – si deve fare i conti con numeri in aumento.
A rappresentare l’intero stato di “ansia finanziaria” ci viene in aiuto la sintesi del già noto e più volte impiegato indice Vix: gli scambi gravitano in area 24/25 punti, ma è opportuno riportare come, nel corso delle trascorse settimane, i valori abbiano pressoché raggiunto la soglia dei 30 punti, ovvero un valore significativamente elevato (rispetto alla media storica) e di fondamentale rilevanza se raffrontato su base annuale (dal 2014 sono solo sei i periodi che hanno visto tali rilevazioni ripetersi nell’arco di poche settimane consecutive). Un ulteriore incremento potrebbe penalizzare i corsi in chiave rialzista.
Come preannunciato, sul mercato azionario (rif. MSCI World Usd) si è potuto assistere al definitivo completamento della divergenza in atto tra il sottostante e l’indicatore RSI (weekly): il ritracciamento avvenuto sulle principali borse ha favorito il ripiegamento dei valori presenti in ottica algoritmica e l’attuale soglia inferiore ai 70 punti (67,73) potrebbe subire una nuova fase di ridimensionamento a seguito di potenziali downside.
Il supporto a 2.699,37 punti appare fondamentale: qualora dovessimo osservare una sua violazione senza alcun ritorno al di sopra di esso, decretare l’inizio di un trend ribassista non risulterebbe assai prematuro e il target già individuato a 2.520,70 verrebbe confermato come obiettivo di breve/medio termine.
Ad affiancare la performance negativa dell’equity si presenta quella della contrapposta asset class obbligazionaria. Il temuto ribasso è arrivato e i suoi valori hanno oltrepassato il supporto coincidente ad area 609,385; tale violazione ha inciso sul complessivo impianto algoritmico che al momento vede i leading indicators in territorio negativo (sell signal) accompagnati dalla medesima direzionalità anche su alcuni lagging indicators. Una definitiva inversione potrà realizzarsi con un downside oltre area 608,43 e conseguente ribasso fino a 606,57 punti. Scenario di ritrovata positività, invece, qualora il livello del sottostante (rif. JPM GBI Gl. Usd) possa ritornare in prossimità di quota 613,40 punti.
Le materie prime, nel loro ennesimo rialzo, incorporano una prima sessione weekly contrastata. È facilmente individuabile un circoscritto trading range sul principale benchmark (rif. CRB Index): la resistenza a 176,838 e il supporto a 174,394 delimitano le prospettive di brevissimo termine; pertanto, un loro superamento agevolerebbe un movimento (rialzista o ribassista) che si può quantificare in un potenziale +/- 3,67% su base decadale. Nello specifico: il petrolio (rif. WTI) potrebbe rivedere i propri scambi sotto la soglia psicologica dei 50 dollari, mentre – sul paniere metals (rif. preziosi) – il lingotto e l’argento assistere a una settimana caratterizzata da forte volatilità all’insegna di un possibile finale ritracciamento (stimabile oltre i due punti percentuali). Uno sguardo attento (in chiave rialzista) viene suggerito sul nickel: un eventuale superamento di 18.500 favorirebbe nuovi massimi di periodo con ambizione verso i livelli di settembre 2019. Per chi volesse approfittare di un cosiddetto rimbalzo tecnico, l’alluminio, vede la soglia dei 1.980 come price entry e target oltre area 2.037. Viceversa, la violazione del supporto a 1.965, innescherebbe un drop in capo ai corsi fino a 1.935.
Sulle valute si è distinto il principale cross Eur/Usd: la nostra precedente view ha trovato riscontro nei prezzi e area 1,2176 è stata prima raggiunta e dopo ampiamente oltrepassata. Qualora i prezzi dovessero accusare una flessione nell’arco delle prime due giornate di scambi, la soglia a 1,20 non sembra poter essere sufficiente ad arginare una probabile dinamica ribassista con primo obiettivo al di sotto di quota 1,1970. Ottimo il ritorno oltre 1,2178 con primo upside a 1,2271.
Confermiamo la nostra principale attenzione (e preoccupazione) sulla componente obbligazionaria: le soglie finora raggiunte devono essere ridimensionate almeno attraverso un’auspicata fase laterale. Qualora i prezzi dovessero terminare in territorio negativo (saldo finale weekly), le aspettative di breve termine vedrebbero un drastico ridimensionamento con inevitabili conseguenze sul fronte dei prezzi: non solo dei bond, bensì generalizzato con estensione ai contrapposti mercati azionari.