Mancano pochi giorni alla fine dell’anno e i saldi finali di ciascuna asset class rappresenteranno le inevitabili conclusioni. Successivamente all’aver valorizzato il “quanto” guadagnato (o nella malaugurata ipotesi perso), si procederà con la consueta ricerca delle previsioni per il nuovo corso. I numerosi money manager, analisti e le prestigiose banche d’affari emetteranno il loro giudizio sul futuro che presto accadrà: come spesso accade, difficilmente, soprattutto in ambito azionario, si apprenderanno numeri contraddistinti dal segno negativo. Si leggeranno i cosiddetti pareri “positivo”, “molto positivo”, “moderatamente positivo” oppure altre forme che sommariamente esprimono il loro intento come il “sovrappesare” o “sottopesare”.
Facciamo un passo indietro e torniamo a un anno fa. Il mercato azionario Usa con il suo principale indice S&P 500 – a settembre 2018 – registrava i massimi di sempre. Subito dopo, si assisteva a una significativa flessione di oltre 16 punti percentuali riportando lo stesso sottostante a livelli del precedente agosto 2017 e terminando il 2018 in deciso affanno. Spontaneo l’interrogativo a inizio 2019: quanti avrebbero predetto la pronta ripresa dello stesso benchmark internazionale con – inoltre – l’aggiornamento dei suoi record storici di sempre?
Rispondiamo accademicamente sfruttando il teorema di Bernoulli o più comunemente conosciuto come “la legge dei grandi numeri”: qualcuno ci sarà stato sicuramente, ma possiamo credere che abbia rappresentato la minoranza degli addetti ai lavori. Si tratta di un esempio molto concreto poiché di recente attualità, ma la storia finanziaria si caratterizza per i numerosi casi di previsioni sbagliate o azzeccate anche nel corso di anno.
Noi non faremo questo. Noi non faremo previsioni per il futuro. Noi cercheremo di fare altro. A inizio di nuovo anno indicheremo le singole soglie di prezzo – sia al rialzo che al ribasso – dove il mercato, i mercati, potrebbero giungere nel corso del 2020. Successivamente, nel trascorrere di anno, al fine di poter conseguire i rispettivi obiettivi da noi inizialmente individuati, andremo a suddividere mensilmente (prima) e settimanalmente (dopo) gli step intermedi di prezzo con l’intento di poter modulare i posizionamenti in ottica dell’obiettivo finale. Un lavoro di pianificazione ex ante sia in termini di perfomance attribution che di risk budgeting.
Riteniamo di poter avanzare questa tipologia di approccio all’investimento senza alcuna pretesa di essere i migliori oppure i detentori dell’ormai dispersa e mai trovata sfera di cristallo. Crediamo invece che si possa condividere una metodologia che, di settimana in settimana, può maggiormente consapevolizzare tutti voi nelle scelte di investimento poiché attualizzate al “momentum” di mercato. Doveroso ricordare che ogni forma di impiego del proprio capitale in strumenti finanziari (a loro volta diversi per categoria) ha un suo orizzonte temporale ben definito, ma, ciò non toglie, che si possa arrivare nel cosiddetto “lungo periodo” mediante risultati conseguiti fin nel breve termine. Questo nostro “processo di investimento” avrà l’innegabile vantaggio di poter affrontare le singole settimane come tessere di un mosaico mensile. A loro volta, ciascuna mensilità, costituirà i fondamentali dell’intera opera finale.
Fin da subito vogliamo esprimere il nostro intento: alla base dell’intero processo non c’è la volontà di fare meglio del mercato o dei mercati, non c’è desiderio di sovraperformare alcun gestore o società di gestione, non vogliamo essere o apparire come i “primi della classe”. Noi vogliamo – e dobbiamo – informare il nostro pubblico ricordandoci sempre che il mercato è solo “il mezzo” mentre i bisogni degli investitori sono “il fine”.
Pertanto, nessuna formula magica, nessuna sfera di cristallo, nessuna previsione. Il futuro verrà esplorato man mano con metodo e costanza, avvalendosi di soli numeri, poiché i mercati finanziari sono solo questo: numeri.