La Bce e il suo non detto della Presidente Christine Lagarde hanno caratterizzato gran parte della trascorsa ottava. Nonostante il successivo ricorrere (e rincorrere) ai ripari mediante la convocazione di una riunione straordinaria, il mercato e l’intera comunità finanziaria sembrano non essere sufficientemente convinti delle prossime mosse in chiave di cosiddetto scudo anti-spread. Di certo, questa mancanza comunicativa sul versante di una precisa ed efficace indicazione relativa a questo potenziale paracadute in dote ai Paesi più a rischio ha contribuito a incrementare di un’altra incognita il già denso e irrisolto insieme di perplessità in coloro che volessero ritornare ad acquistare sui mercati internazionali.
Per tali incertezze, e il sempre presente timore sull’elevato livello finora raggiunto dall’inflazione, anche per questa settimana le principali asset class (equity e bond) hanno capitolato in territorio negativo aggiornando i loro minimi di anno. A questo finale, divenuto ormai consueto con il trascorrere degli ultimi due mesi, si è però aggiunta – anche – la significativa flessione settimanale (-5,13%) delle materie prime (rif. CRB Index).
A conferma dell’attuale incertezza (generalizzata) giungono i livelli weekly dell’indice Vix che, durante il trascorrere delle ultime cinque giornate, hanno registrato un’ampia escursione compresa tra i 27,76 e 35,05 punti e una finale chiusura a quota 31,13. Nella sua interezza, quest’ultima intera dinamica, ha confermato il nostro precedente outlook che, in ottica di brevissimo termine, vede come possibili approdi: area 33,11 e quota 28,89 punti.
Passando ai principali benchmark internazionali da noi adottati, la certezza che emerge e può essere riscontrata mediante il recente andamento dei prezzi, arriva dal fronte azionario. In quest’ultima ottava, il consueto sottostante MSCI World Usd, ha raggiunto e violato la temuta media mobile a 200 osservazioni settimanali che, da un mese, veniva indicata come «naturale» e coincidente al «primo target ribassista in ottica di breve termine».
Ora, focalizzando l’attenzione ai possibili scenari conseguenti a quest’ultimo obiettivo, si può individuare soglia 2.434 punti quale primo supporto statico mentre area 2.535 in veste di resistenza dinamica. Solo successivamente al loro conseguimento si potranno delineare i potenziali sviluppi, ma, fin da subito, è doveroso considerare il raggiungimento della sopracitata media mobile come un importante e significativo alert anticipatorio a una prolungata fase di debolezza sui listini azionari internazionali.
Nulla di buono (e nuovo) sulla contrapposta asset class obbligazionaria governativa (rif. JPM GBI Gl. Usd). I minimi registrati a quota 485,16 punti hanno riportato il livello dei prezzi al luglio 2015 e, in caso di ulteriore ribasso, si può già ipotizzare il prossimo obiettivo: 479,708 punti ovvero i massimi di inizio dicembre 2009.
Una prima possibile positività si potrebbe intravvedere se, nel corso dell’attuale ottava, le quotazioni dovessero riportarsi oltre area 495,65 punti. Nonostante quest’ultimo spiraglio, l’intonazione di fondo appare compromessa e, pertanto, un posizionamento long in ottica strategica non viene preso in considerazione. Dal punto di vista tattico, invece, il superamento della soglia psicologica dei 500 punti agevolerebbe un’iniziale inversione di tendenza sui principali leading indicators (tutti attualmente in sell signal) che, concretamente, favorirebbero un possibile acquisto.
Le commodities e la loro impiegata sintesi (rif. CRB Index) hanno pesantemente ritracciato nel corso dell’ultima settimana. Il saldo negativo riportato (oltre i cinque punti percentuali) può essere archiviato come un “dato storico” soprattutto se contestualizzato al perentorio trend rialzista iniziato dall’aprile 2020. Attualmente, il già citato indicatore RSI settimanale riporta valori in prossimità dei 62 punti che, a seguito del ridimensionamento iniziato lo scorso marzo (livello di RSI a 87,47), sembra poter confermare «l’importante divergenza negativa attualmente in essere con potenziale ripercussione sul prossimo andamento di mercato». Salvo nuovi acquisti con spinte oltre quota 320,524, l’attuale obiettivo di brevissimo termine viene collocato in coincidenza al primo target ribassista mensile, ovvero 302,24 punti. In attesa di poter osservare una conferma a quest’ultimo potenziale scenario, l’operatività sui singoli sottostanti appartenenti ai basket energy e metals viene sospesa o, verosimilmente, monitorata complessivamente in chiave ribassista. Di fatto, in base al completamento delle recenti metriche in possesso, non è proibitivo ipotizzare un serio e significativo ridimensionamento dell’intero comparto commodities.
Sulle principali valute, l’operatività in chiave short sui cross Eur/Usd e Gbp/Usd, ha conseguito entrambi gli obiettivi settimanali. Dalle attuali quotazioni è plausibile assistere a un possibile pull back, ma, al tempo stesso, se ne sconsigliano gli eventuali acquisti poiché oggetto di elevata variabilità in termini di rapporto rischio/rendimento attesi.
Un’attenta osservazione sull’andamento delle materie prime potrebbe favorire un’anticipata individuazione di un prossimo trend ribassista: quest’ultimo, se confermato con il trascorrere delle settimane, contribuirebbe a una complessiva revisione in tema di inflazione complessiva. Se così fosse, saremo lieti di annunciarne la buona notizia.
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