La trascorsa settimana finanziaria si è conclusa con un rialzo diffuso su tutte le principali asset class. A caratterizzare il susseguirsi delle giornate è giunta la volatilità che, attraverso valori intraday che non si vedevano da qualche tempo, ha favorito la creazione di molti falsi segnali sui principali listini azionari. È sufficiente osservare quanto sintetizza l’indice Vix che – nella sola giornata di lunedì – ha visto i propri valori oltrepassare area 25 rispetto la precedente chiusura a quota 18,45 punti. 



Successivamente a questo significativo rialzo, gli scambi hanno poi ridotto la loro forza riportando lo stesso sottostante al di sotto della precedente chiusura weekly ovvero a 17,20 punti. Ovviamente, questa dinamica ha rappresentato una flessione per le borse mondiali che, nell’arco della prima giornata di contrattazioni settimanali, hanno registrato pesanti ribassi soprattutto per le piazze finanziarie del Vecchio continente. Alla base di questo veloce movimento ribassista, i motivi scatenanti sono stati ricondotti ai nuovi timori per la variante Delta da Covid-19, ma, allo stesso tempo, tale motivazione non riteniamo possa essere sostenibile quale giustificazione: di fatto, nei giorni a seguire, le borse hanno recuperato i loro precedenti livelli di prezzo fino a superarli e registrare ennesimi rialzi. Sicuramente la variante pandemica ha la sua importanza, ma ciò che si è potuto vedere sui mercati conferma una certa autonomia e discrezionalità ancora indipendenti da fattori esterni. 



Il MSCI World USD – rappresentante dell’asset class azionaria – ha riconfermato il setup rialzista dell’ottava precedente raggiungendo (e superando) ancora l’obiettivo annuale di primo livello. Al momento – area 3.070,78 punti – viene vista come il nuovo supporto di brevissimo periodo che, se violato (molto probabile), agevolerebbe un ritorno dei corsi in prossimità di quota 3.053,53: quest’ultima soglia riteniamo possa essere la corretta (attuale) valutazione per il principale benchmark azionario internazionale. 

Anche l’opposta componente obbligazionaria ha chiuso l’ottava positivamente: il JPM GBI Gl. Usd ha registrato un rialzo di poco superiore alla parità (+0,07%) che, agli attuali prezzi, non può escludere una nuova fase ribassista. Soglia 593,81 punti viene individuata come spartiacque per il futuro dell’asset class governativa: la violazione mediante una chiusura settimanale inferiore favorirebbe il ritorno delle quotazioni in prossimità di quota 591,13 punti. Scenario positivo, invece, qualora gli scambi dovessero gravitare nei pressi di area 598,40 con potenziale prosecuzione del rialzo fino a oltrepassare i 600 punti.



Al fine di poter concretizzare quest’ultimo scenario, come già osservato nei precedenti interventi, appare fondamentale il monitoraggio del decennale statunitense che, trovandosi al di sopra dei 134 punti, dovrà confermare la propria forza senza arretrare al di sotto di soglia 133,50 punti.

A concludere la serie settimanale di rialzi ci sono anche le materie prime (rif. CRB Index) che, grazie ai ritrovati acquisti post “lunedì nero”, hanno lambito i massimi di periodo. L’iniziale debacle delle commodities è stata causata dalla pesante flessione del petrolio (rif. WTI) che, in apertura di ottava, ha visto la sua prima giornata caratterizzata da un accentuato ribasso esteso fino a 65,63 rispetto i precedenti 71,45 dollari. Il pronto recupero nelle ore successive ha inevitabilmente contribuito all’intera asset class. Complessivamente, l’intero comparto commodities (rif. CRB Index) vede un primo target rialzista in prossimità di area 219,853 punti; negativo, invece, un ritracciamento con prezzi inferiori a 215,412 punti con implicito obiettivo di brevissimo periodo a quota 206,936. Nonostante i singoli target, l’attuale impostazione tecnica non ci convince e pertanto rinnoviamo il nostro precedente outlook flat. 

Nei singoli comparti commodities, e specificatamente su quello energy, è stata capitalizzata in gain la precedente operatività sul gas naturale: attraverso il superamento di soglia quattro (massimo settimanale a 4,071) si è concluso l’intero scenario prospettato in precedenza. Sul versante metals confidiamo di poter chiudere il trade short sul lingotto con take profit in prossimità di soglia 1.787,5 dollari: già in queste ore potremmo assistere all’eseguito sul mercato. Anche sul rame si è potuto beneficiare dell’avvenuto incremento di volatilità: l’indicato step rialzista a 442,95 è stato conseguito sul finire di settimana. 

Sul mercato valutario, il principale cross (Eur/Usd) ha intensificato la sua debolezza con un minimo weekly a 1,1750: il target mensile a 1,1714 sembra ancora prematuro e, nel corso delle prossime sedute, è plausibile osservare un ritorno degli scambi oltre area 1,18. Sul rapporto Gbp/Usd è mancata la tenuta del supporto a 1,3753: il successivo rimbalzo, nuovamente in area 1,3750, non consente una chiara direzionalità nel brevissimo periodo. 

Per l’ottava in corso, l’ultima del mese, attendiamo conferme sul versante azionario: qualora dovessimo assistere a un accentuato ribasso (anche solo su base giornaliera) il tutto potrebbe rappresentare l’anteprima di un caldo mese di agosto.

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