Mercati azionari e obbligazionari ancora in grande spolvero nel corso dell’ottava che si è conclusa. Viceversa, saldo negativo per le materie prime che archiviano la terza sessione settimanale consecutiva all’insegna del ribasso. Gli operatori hanno atteso le risultanze delle minute delle banche centrali Fed e Bce che, di fatto, hanno confermato le precedenti aspettative in ottica di prossime mosse di politica monetaria: se sul fronte statunitense le attuali probabilità quotano un rialzo a dicembre di mezzo punto percentuale, sul contrapposto Vecchio continente il destino della Banca centrale europea sconta la più totale incertezza.
Soffermando l’attenzione ad alcuni report diffusi sembrano essere confermati i seguenti scenari per il nuovo anno: tassi Usa a cinque punti percentuali, mentre in Europa la soglia che viene preferibilmente individuata corrisponde al 4,25%. A seguire questi potenziali rialzi, dovrebbe poi perdurare una fase di lateralità che, salvo imprevisti, favorirà un momentaneo stallo in attesa che il livello di inflazione possa subire i primi consolidamenti al ribasso.
A confermare e rafforzare queste ipotesi sono giunti i responsi da parte dei mercati finanziari internazionali con una componente azionaria (rif. MSCI World Usd) che ha ulteriormente allungato la sua precedente corsa.
Il target individuato in corrispondenza di quota 2.773,50 punti è verosimilmente conseguito e il prossimo a 2.802,44 punti rappresenterebbe il completamento dell’intero setup rialzista individuato a fine ottobre con conclusione finale a 2.784,20 ovvero l’importante transito della media mobile a 50 osservazioni settimanali. Prima di giungere a questo significativo approdo potrebbe essere realistica una fase di consolidamento con obiettivo nel brevissimo termine a 2.674,08: successivamente un nuovo rialzo dovrebbe accompagnare la tendenza primaria rialzista in atto mentre, viceversa, un mancato upside comporterebbe una discesa del livello dei prezzi fino ad area 2.563,87 punti.
Sull’asset class obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd), invece, i potenziali margini di crescita dei prezzi appaiono molto più ampi rispetto alla precedente componente equity: area 485,137 punti rappresenta il target intermedio rispetto all’obiettivo finale posto a quota 488,749 punti.
In ottica di breve termine, fin da ora, è possibile individuare soglia 495,685 punti quale punto di riferimento per la fine dell’anno. L’unica avvisaglia per una possibile inversione di tendenza potrebbe giungere in caso di mancato supporto a 472,61: la violazione agevolerebbe un downside con meta a 462,58 punti.
Se complessivamente le due principali asset class equity e bond hanno beneficiato di un ritrovato ottimismo, all’opposto, invece, il CRB Index (benchmark delle materie prime) registra un importante deterioramento sia dal punto di vista tecnico che algoritmico con le attuali quotazioni ormai destinate a quota 268,991 punti.
Nel corso dell’attuale ottava è possibile assistere a un veloce rimbalzo tecnico con massimi non superiori ai 281,127 punti, ma, al momento, nonostante quest’ultima ipotesi, è sconsigliabile comunque un posizionamento in ottica long di medio termine. Pertanto va posta particolare attenzione al sopracitato livello di quota 268,991 punti che, in caso di cedimento, comporterebbe inevitabilmente un accentuato downside caratterizzato da singole giornate all’insegna di significativi ribassi.
A seguito dell’attuale incertezza e del complessivo down trend in atto, per questa ottava riteniamo opportuno rimanere flat su entrambi i basket (energy e metals) appartenenti all’intero paniere delle materie prime. Contrariamente, invece, per tutti coloro che – ora – volessero posizionarsi in chiave strategica sulle commodities, viene indicato il comparto dei metalli preziosi quale miglior opzione in rapporto all’attuale rischio/rendimento potenziale; in tale ambito, oltre ai tradizionali oro e argento, riteniamo opportuno sottolineare l’importanza di estendere l’osservazione (e pertanto all’eventuale investimento) anche al platino.
Sui principali cross valutari la nostra view si sofferma sul rapporto Usd/Jpy che, dopo aver subito un accentuato ribasso, ha prima visto i corsi gravitare attorno ad area 138,45 e, poi, a lateralizzare nel corso delle ultime due ottave: per le prossime giornate quota 138 assumerà un ruolo significativo poiché, in caso di un ulteriore ribasso, potrebbe mancare la propria funzione di supporto di breve termine. Viceversa, è sicuramente positivo, un ritorno degli scambi oltre soglia 143,50 con obiettivo oltre area 146.
L’ottava in corso dovrà confermare i buoni presupposti finora registrati e, salvo brusche frenate sui principali mercati azionari, i presupposti per poter assistere a una parte finale di anno all’insegna di nuovi spunti rialzisti sembrano concreti. Con estrema pazienza, e la consueta prudenza, guarderemo alle prossime dinamiche.
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