Anche l’ottava che si è conclusa vede ancora una volta i mercati azionari internazionali continuare la loro corsa all’insegna di un nuovo rialzo. Complessivamente sono quattro le settimane consecutive contraddistinte da un saldo finale positivo e, osservando l’ampiezza dell’intero movimento (+10,65%) e l’evoluzione tecnica finora riscontrabile, possiamo ascrivere questa intera dinamica tra le più importanti e significative degli ultimi 24 mesi.
A confermare l’effettiva concretezza da parte degli operatori impegnati all’acquisto giunge senza alcun dubbio l’epilogo di venerdì: una chiusura con un prezzo corrispondente ai massimi weekly. Oltre alla componente equity, a beneficiare di una già ritrovata fiducia c’è anche la contrapposta asset class bond che, ovviamente, seppur caratterizzata da performance più contenute, ha visto segnare un nuovo massimo di periodo. A questo positivo binomio fa da contraltare il comparto commodities che, confinato in una negatività di breve termine, vede l’attuale livello dei prezzi tendere ad un poco auspicabile scenario ribassista di più ampio periodo.
Attraverso l’analisi del consueto benchmark azionario MSCI World Usd possiamo osservare l’avvenuto conseguimento dell’obiettivo psicologico corrispondente ai 3.000 punti. Rispetto alla precedente view, i mercati azionari internazionali hanno fin da subito proseguito nella loro corsa escludendo, di fatto, una fisiologica pausa dedita a una fase di plausibili vendite.
Da un attento e puntuale monitoraggio dell’insieme delle metriche in nostro possesso possiamo ipotizzare come tale momentum di consolidamento possa giungere a partire dall’ottava che quest’oggi inizia. Graficamente, un primo approdo lo individuiamo a quota 2.995,78 punti e, se si dovesse realizzare un ulteriore cedimento, possiamo fin da subito circoscrivere una vera e propria area di contenimento nel range di prezzo tra 2.948 e 2.961 punti. Dal punto di vista rialzista, l’attuale palinsesto algoritmico appare in affanno e, in ottica weekly, potrebbe essere ancora possibile un ulteriore upside limitato a non oltre i 3.071 punti.
Una doverosa e importante nota a favore dell’attuale positività dell’intera componente azionaria arriva dai nuovi minimi realizzati dall’indice Vix che, portandosi a quota 12,45 punti, rivede i valori del gennaio 2020: nonostante il livello si trovi a poca distanza dal nostro recente outlook, al momento, però, ci aspettiamo un incremento con approdo in prossimità di soglia 13,57.
Il comparto obbligazionario governativo internazionale sintetizzato dal JPM GBI Gl. Usd ha nuovamente sorpreso andando ben oltre ogni aspettativa della vigilia. Il massimo settimanale a 474,43 punti ha, però, forzatamente obbligato alcune vendite sul mercato quali prese di profitto per tutti coloro che hanno beneficiato di un posizionamento in corrispondenza dei precedenti minimi di anno.
Noi stessi, godendo di questa indubbia condizione e avendo individuato i ripetuti ingressi in chiave strategica, ammettiamo di aver ipotizzato un eventuale alleggerimento: se ciò dovesse accadere, ci vedrà venditori per il 50% dell’intera size detenuta con un prezzo non inferiore a quota 472,54 punti. Particolare attenzione a un’eventuale risalita oltre area 473,41 che, se realizzata in una sola seduta, potrebbe vedere un successivo impulso in direzione di soglia 475,52 punti.
Ai precedenti commenti positivi sulle due contrapposte asset class equity e bond quello che, invece, emerge sulle commodities sembra poter incappare in un futuro poco roseo soprattutto in vista della fine dell’anno. Il CRB Index ha recentemente messo a segno tre candele negative settimanali che, se contestualizzate al livello delle quotazioni, vedono un’area di prezzo delimitata tra i 271,314 e i 281,885 punti.
A questo range di poco superiore ai 10 punti equivale il potenziale movimento che lo stesso benchmark, potrebbe subire nell’arco delle prossime giornate. Tecnicamente, nuovi minimi di periodo (ovvero inferiori a quota 271,314 punti) non si possono escludere nel corso delle prime sedute e, qualora ci fosse una discesa inferiore ai 270,90 punti, un eventuale incremento di volatilità agevolerebbe la formazione di una prima spinta ribassista con un verosimile traguardo a quota 268,474 punti. A negare questa ipotesi dovremmo assistere a una rincorsa agli acquisti con scambi oltre area 276,481 punti che, osservando ai soli valori degli attuali leading indicators, risulta un’opzione poco concreta.
Monitorando i singoli basket riconfermiamo l’attenzione a RBob Gasoline quale unico sottostante interessante del comparto energy: rimanendo ancora in attesa di un incremento di volatilità possiamo, però, individuare i due rispettivi price entry ai fini dell’impostazione delle due opposte strategie. Long in caso di violazione di area 2,261 oppure short sul cedimento del supporto a quota 2,122. Per entrambi (ovviamente l’uno esclude l’altro) i posizionamenti viene stimato un take profit non inferiore al 2,61%. Sul paniere metals, procederemo con l’intera liquidazione della posizione sul rame mentre rimane confermato l’outlook (hold) sull’alluminio. Sul nickel, invece, si auspica un ulteriore ingresso a quota 16.180.
L’ambito valutario ci vede ampiamente premiati sul nostro unico slot rappresentato dallo short sul cross Usd/Jpy: l’accentuato ribasso registrato nella trascorsa ottava ha completato (anticipando) l’intera strategia da noi riportata con ampio take profit ben oltre le iniziali aspettative. Iniziamo a osservare il principale rapporto Eur/Usd che, qualora dovesse violare 1,0907, favorirebbe un primo ribasso con target ravvicinato a quota 1,086.
È innegabile come queste ultime settimane abbiano caratterizzato positivamente l’intero andamento di un portafoglio posizionato in occasione dei recenti minimi. Preso atto che il consueto rally di fine anno possa essere partito in anticipo, oggi sembra corretto ipotizzare una fase (fisiologica) di ribasso. Un ribasso, quest’ultimo, che potrebbe iniziare già da questa settimana.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.