Ennesima settimana finanziaria caratterizzata da ribassi sulle principali asset class. Anche per l’ottava che si è conclusa il segno meno ha sancito il termine delle contrattazioni. Infatti, osservando le recenti dinamiche dei prezzi, si può vedere una complessiva flessione perdurare da diverse giornate.

Nello specifico: la componente azionaria, insieme alle materie prime, vedono archiviata la loro terza sessione consecutiva settimanale in territorio negativo, mentre, a far peggio, è il meno volatile segmento obbligazionario con un numero di ottave (cinque consecutive) ciascuna con valori weekly inferiori alla parità.



Da agosto, ci troviamo di fronte a un importante ridimensionamento generalizzato del livello dei prezzi che, favorito da elementi tecnici da una parte (rif. equity) e da ripercussioni macroeconomiche dall’altra (rif. bond), comporta inevitabilmente un serio monito al mantenimento (immutato) di un’eventuale asset allocation in precedenza predefinita.



Il citato e principale aspetto tecnico riconducibile al comparto azionario è pressoché giunto a un punto crociale. Monitorando il consueto benchmark MSCI World Usd, è facilmente individuabile il conseguimento del menzionato (al termine di settembre) punto di approdo rappresentato dalla violazione della media mobile a 50 osservazioni settimanali.

Sul finire dell’ultima ottava, lo stesso sottostante ha potuto beneficiare di un pull back che ha visto le quotazioni abbandonare la soglia dei 2.788 punti e concludere in prossimità di area 2.845. Algoritmicamente, quest’ultimo movimento non ha inciso sull’intero palinsesto leading e lagging indicators che, trovandosi già in forte sell signal, hanno impercettibilmente rivisto i loro valori attenuandone solo l’entità, ma non la direzionalità in essere (negativa). Pertanto, al momento possiamo individuare la tenuta di soglia 2.822 punti quale supporto dinamico di brevissimo termine che, se violato in chiusura, vedrebbe un potenziale downside esteso oltre i finora attuali minimi registrati (2.788 punti).



Da sottolineare come, se tale ipotesi dovesse concretizzarsi in poche giornate, appare fin da oggi plausibile uno scenario di breve termine contraddistinto dall’indirizzo dei prezzi verso la destinazione tracciata dalla media mobile a 200 weekly (area 2.706 punti): un target che, tecnicamente, implicherebbe una serie e importante inversione di tendenza (sfavorevole) all’intera asset class azionaria.

Complice i nuovi minimi di periodo (ai livelli dell’agosto 2007) registrati dal titolo di Stato decennale statunitense, il nostro abituale parametro di riferimento JPM GBI Gl. Usd incrementa il suo saldo negativo YTD (year to date) portandolo a una perdita di oltre quattro punti percentuali (-4,39%).

Attualmente, l’intero impianto tecnico/algoritmico evidenzia uno stato di accentuato sell signal che, se contestualizzato alle prossime azioni di politica monetaria, potrebbe coincidere con il raggiungimento del supporto statico di lungo periodo posto a quota 448,29 punti. Senza creare inutili allarmismi, questa ipotesi appare verosimilmente concreta poiché sostenuta (ex ante) da due potenziali aspetti (tecnico e macroeconomico), entrambi in corso di sviluppo. Certamente, osservando alle dinamiche settimanali, i recenti gap down suggeriscono una plausibile futura chiusura, ma, allo stesso modo, è opportuno rilevare come tale opzione possa (al momento) passare in secondo pianto rispetto al più rilevante obiettivo grafico ipotizzato (rif. supporto statico a 448,29 punti).

Nonostante la precarietà in essere, individuiamo il superamento di area 457,65 punti quale iniziale set up al fine di un posizionamento long. Viceversa, qualora si dovesse riscontrare un cedimento di soglia 455,30 punti, il successivo obiettivo vedrebbe un naturale arresto in prossimità di quota 454,10 punti. Guardando, invece, al nostro posizionamento (long) finora avvenuto, riteniamo utile mantenere l’intera size e, in caso di ulteriori discese, valutarne l’ulteriore ingresso. Da ricordare come questa importante allocazione rappresenta per noi un asset allocation in chiave strategica.

Le materie prime, rappresentate dal CRB Index, hanno replicato all’andamento negativo generale dei mercati finanziari internazionali e la flessione registrata (-2,68%) nel corso dell’ultima tornata settimanale ha, di fatto, finalizzato il possibile target ribassista circoscritto a settembre. Nel brevissimo termine monitoriamo la tenuta di soglia 276,009 punti che, in caso di mancato supporto, vedrebbe un primo possibile calo delle quotazioni fino a quota 273,46 punti. Positivo, invece, il ritorno dei prezzi oltre area 278,641 che, in caso di mantenimento (almeno per un’ottava), favorirebbe un auspicabile ridimensionamento degli attuali numerosi segnali di vendita sull’intero palinsesto algoritmico.

Nei rispettivi basket appartenenti all’intero paniere commodities, il precedente ingresso sul lingotto ha potuto beneficiare del circoscritto range individuato, così come l’alluminio mediante il superamento di quota 2.300. In essere, invece, rimaneva la strategia stop & reverse impostata sul sottostante RBob Gasoline appartenente al comparto energy. La violazione di area 2,53 ha favorito il nostro posizionamento short che, prudenzialmente, riteniamo opportuno capitalizzare agli attuali corsi (soglia 2,19) nonostante ci possa essere una prosecuzione della debolezza in essere fino a quota 2,035. Beneficiando dell’intera quota messa in liquidità riconducibile all’asset class commodities, da oggi, monitoriamo con attenzione il susseguirsi delle prossime giornate: una serie di alert posti su rame e nickel ci semplificheranno l’eventuale individuazione di pattern operativi che, come consuetudine, forniremo.

Sul fronte valutario rimane in essere e quindi immutata la nostra view sul principale cross Eur/Usd che, qualora dovessimo assistere a un ritorno degli scambi oltre area 1,065, potremmo iniziare a valutare in sede di ulteriore acquisto. Su rapporto Usd/Jpy ci poniamo short a quota 151,45: consapevoli di voler anticipare un eventuale movimento di mercato, crediamo, che si possa beneficiare di un incremento di volatilità al fine di un insperato (oggi) eseguito.

Le principali asset class iniziano il loro ultimo trimestre dell’anno all’insegna di una comune fase ribassista che trova le sue origini nelle trascorse settimane e, pertanto, quello che stiamo vivendo in queste giornate non può essere catalogato come un semplice momentum negativo di mercato, ma, bensì, l’inizio di una possibile inversione di tendenza. Risulta, quindi, fondamentale la tenuta dei supporti finora individuati (soprattutto sulla componente equity), poiché il loro cedimento confermerebbe il temuto cambio di sentiment con, ovvie, e irreversibili implicazioni sulle quotazioni.

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