Gli sviluppi sul fronte del vaccino anti-Covid19 aggiornano i loro progressi con il trascorrere delle giornate. Se fino a qualche settimana fa il rimedio alla pandemia si faceva attendere, ora, invece, le notizie di nuovi e confortanti passi avanti sembrano non destare più l’entusiasmo sperato. È indubbio come la scienza abbia compiuto passi avanti nella ricerca e ora possa ambire a una più efficace e perfezionata soluzione al nefasto evento che ha caratterizzato l’anno in corso. Noi stessi agli inizi di settembre confidavamo in un significativo avanzamento scientifico e, oggi, grazie alle notizie sugli ordinativi prenotati (Commission europea) sui singoli vaccini, confidiamo in una più concreta certezza nel poter assistere a una immediata cura che interesserà l’intera popolazione mondiale.



Nonostante il sentiment sia migliore, il numero dei contagiati (sempre in aumento) catalizza l’attenzione degli osservatori soprattutto in funzione degli ancora non chiari risvolti sull’economia mondiale. A seguito di tale incertezza il mercato appare procedere per inerzia come se fosse in attesa di poter assistere al tanto atteso ribasso che in molti ormai auspicano da qualche tempo. Nel corso dell’ottava che si è conclusa, i mercati azionari internazionali (rif. MSCI World Usd), hanno nuovamente aggiornato i propri massimi storici confermando il nostro precedente outlook per il mese in corso.



Dall’analisi grafica (su base weekly) dello stesso sottostante risulta evidente una cosiddetta divergenza ribassista con uno dei principali indicatori tecnici (RSI); prescindendo dal tipico elemento anticipatore che caratterizza quest’ultimo strumento, anche la stessa dinamica dei prezzi registrata nel corso delle ultime tre sedute settimanali sembra presagire una prima fase di momentanea pausa rispetto al rialzo finora conseguito.

Coerentemente a quanto da noi suggerito in precedenza, ora, in questa ennesima fase post “massimi storici” riteniamo possa essere plausibile liquidare l’intera quota azionaria e attendere il ripiegamento verso il primo target in area 2.434,95 punti. A riprova di questa strategia, la sola osservazione del sopracitato indicatore ci viene in aiuto: in ottica di brevissimo periodo non si può escludere un possibile rialzo che, se così fosse, vedrebbe un rapporto rischio/rendimento “perdente” con un upside da noi stimato pari al 2,47% rispetto a un potenziale downside di entità maggiore (superiore ai quattro punti percentuali).



Come la componente azionaria, anche l’opposta asset class obbligazionaria (rif. JPM GBI Gl. Usd), vede il livello dei propri prezzi in prossimità dei massimi storici. Un probabile aggiornamento di questi ultimi potrebbe avvenire nel corso dell’ottava in corso e, successivamente, si potrebbe assistere a una prima fase di ribasso con obiettivo a quota 606,72 punti. Qualora questa ipotesi si dovesse concretizzare nel brevissimo periodo, il posizionamento in chiave rialzista dovrà attendere un segnale di conferma che potrebbe arrivare mediante una prolungata (almeno due settimane) fase laterale.

Nell’attesa di poter assistere a un vero e proprio consolidamento sui precedenti sottostanti internazionali, una possibile opportunità giunge dal versante alternativo rappresento dalle materie prime. Il lingotto presenta un’interessante impostazione grafica che permette una chiara individuazione dei due rispettivi scenari: rialzista in caso di violazione della resistenza a quota 1.895,75 con target a 1.936 dollari; ribassista sulla violazione del supporto statico posto a 1.850,75 con obiettivo a 1.830,74 dollari. Sempre restando sul comparto metals, il take profit sull’alluminio è stato ampiamente conseguito, mentre il nickel, pur avendo oltrepassato la soglia di prezzo indicata (16.000 Usd/t), potrebbe beneficiare di un ulteriore allungo in direzione dei 16.500 dollari: questo obiettivo deve essere interpretato in ottica di breve termine poiché al momento i corsi potrebbero subire un possibile ritracciamento con target in corrispondenza del supporto dinamico posto a 15.360 Usd/t.

Spostando l’attenzione al comparto energy, il recente andamento del petrolio, ci impone la liquidazione dell’intera posizione assunta in precedenza (price entry a 38,58 dollari). Beneficiando dell’importante utile conseguito (+8,86% circa). il controvalore verrà switchato sull’heating oil che, in chiave rialzista (di breve termine), potrebbe allungare la propria corsa fino alla chiusura del precedente gap down registrato a marzo. Il posizionamento avverrà mediante due ingressi: il primo agli attuali corsi e il secondo qualora i prezzi dovessero scendere a 119,247.

Sul mercato valutario le rispettive view su Eur/Usd e Usd/Jpy si sono concretizzate. Con gli attuali scambi, il principale cross (Eur/Usd) si trova a un possibile bivio: in chiave long il superamento di area 1,19 lo porterebbe a lambire la soglia psicologica di 1,20. All’opposto, invece, qualora si dovesse assistere a un ripiegamento in prossimità di quota 1,18 il potenziale downside potrebbe terminare la propria corsa in corrispondenza di 1,171. Da monitorare il rapporto Usd/Jpy che, se non dovesse oltrepassare la resistenza a 104,158, potrebbe aggiornare i propri livelli di minimo mensile. Anche il cross Gbp/Usd potrebbe beneficiare di un movimento direzionale: qualora area 1,33092 fosse superata, le quotazioni potrebbero aggiudicarsi (velocemente) il primo target rialzista a quota 1,33912.

Gli elementi di natura tecnica impongono cautela soprattutto sulla componente equity del portafoglio, ma, allo stesso tempo, il perdurare di livelli così bassi sul versante dei rendimenti obbligazionari non invoglia a poter investire su quest’ultima asset class (visti gli elevati corsi). Per ovviare a probabili errori sul timing è auspicabile fare ricorso a un ingresso frazionato sui mercati che, a oggi, appare percorribile solo in occasione del primo significativo storno sui mercati azionari. Che l’attesa (non troppa) abbia inizio.