Potrebbe apparire un azzardo al pari di un’ipotetica e nefasta proiezione, ma, nel corso dell’ottava che ci lasciamo alle spalle la pubblicazione di alcuni dati di natura economica sembra poter confermare (definitivamente) l’inizio di un generalizzato rallentamento che coinvolge in particolare modo l’Europa, per poi estendersi agli Stati Uniti e, per il momento, risparmiare parzialmente l’Oriente. La dinamica di questa nostra potenziale view vede il Vecchio continente in qualità di capofila tra le aree maggiormente penalizzate: la sola revisione al ribasso del Pil (dall’iniziale stima pari al +0,3% ora a +0,1%) relativa al secondo trimestre riconducibile all’Eurozona rappresenta una effettiva involuzione economica dove, a confermare ulteriormente l’attuale debolezza di fondo si va ad aggiungere il dato sull’indice PMI Composite che, ancora una volta, in calo a 46,7 punti (rispetto al precedente 48,6) fa peggio di quanto atteso dagli analisti (47 punti).



Oltre oceano, invece, sempre l’indice PMI Composite si è, ormai, pericolosamente attestato in prossimità di area 50 ovvero a 50,2 punti con seria difficoltà in ottica di una imminente ripresa. A riprova del momento non felice degli Usa giungono, inoltre, le conclusioni del consueto Beige Book che, senza mezzi termini, palesa un rallentamento economico caratterizzato da una spesa dei consumatori in frenata. Nella loro interezza e puntualità, questo insieme di elementi, potrebbe concretizzare le fattezze di un fantomatico trigger che, se innescato, troverebbe un successivo e pronto riscontro attraverso la più diretta conseguenza: il calo generalizzato dei mercati finanziari internazionali.



Dopo un agosto caratterizzato per una comune debolezza sulle due principali asset class (equity e bond), anche queste prime sedute di settembre non vedono una pronta ed immediata reazione soprattutto da parte della componente azionaria (rif. MSCI World Usd). Quest’ultima, infatti, accusando una flessione nel corso dell’ultima ottava vede le proprie quotazioni gravitare in prossimità di importanti livelli di supporto che, se violati, favorirebbero una veloce accelerazione ribassista fino a comprendere entrambi gli obiettivi ribassisti mensili.

Operativamente, il monitoraggio di una potenziale tenuta di soglia 2.925,03 punti appare fondamentale poiché, in caso di cedimento, il livello dei prezzi potrebbe fin da subito giungere ai temuti target (ribassisti) indicati. Positivo, invece, un ritorno della quotazione oltre quota 2.988,50 punti con buone probabilità di prosecuzione fino ad area 3.010,31 punti.



Ad accompagnare l’effettiva debolezza azionaria si aggiunge la contrapposta asset class obbligazionaria. Il consueto benchmark JPM GBI Gl. Usd ha registrato nuovi minimi di anno e, complice l’incertezza in sede di politica monetaria, l’attuale livello dei prezzi pone qualche interrogativo sull’effettiva bontà di un posizionamento nel brevissimo termine.

Come noto il nostro outlook sull’intero comparto è positivo poiché finalizzato ad una strategia “di più ampio respiro” e, pertanto, qualora le quotazioni dovessero subire una discesa confermiamo l’ulteriore ingresso a quota 466,53 punti. Di certo, l’ormai imminente appuntamento di Bce e Fed sarà il primario driver dove, in tale ambito, ancor più rilevanti e significative saranno le rispettive dichiarazioni che i Governatori Lagarde e Powell rilasceranno a commento delle decisioni intraprese: particolare attenzione alle conclusioni che emergeranno da parte del FOMC.

Alla flessione di azionario e obbligazionario si contrappone, invece, l’andamento delle materie prime che, beneficiando del rialzo sul comparto energy vedono la loro più stretta sintesi (rif. CRB Index) gravitare sui massimi di periodo coincidenti alla fine di agosto. Gli auspicati “nuovi massimi di anno” si sono concretizzati oltrepassando quota 280,483 punti e arrestando la loro corsa in area 284,50. Attualmente, il price entry in precedenza indicato è stato confermato permettendone, quindi, il posizionamento long sullo stesso sottostante. Relativamente al take profit, è necessario porre una particolare attenzione nell’arco dell’ottava in corso, poiché, rispetto alla precedente indicazione a 289,27 punti (rif. target 1 mensile agosto), ora, invece, il livello corrispondente si è ridimensionato a quota 287,72 punti (v. tabella sopra).

Al momento, appare difficile una prosecuzione dell’attuale trend rialzista e, pertanto, qualora le quotazioni dovessero approssimarsi (e non coincidere) alla soglia indicata ne suggeriamo la liquidazione. Di fatto, tale prudenziale scelta, è subordinata all’ormai troppo vicina area di potenziale inversione ribassista che possiamo collocare a 282 punti: qualora si dovesse assistere ad una chiusura inferiore è plausibile una prosecuzione del downside in direzione di quota 279,187 punti. Osservando i rispettivi basket rimaniamo attendisti sull’intero paniere metals (sia “preziosi” che “non preziosi”) poiché, attualmente, sembrano essere inficiati da un significativo peggioramento sia tecnico che algoritmico. Viceversa, sul contrapposto comparto energy, rimaniamo convinti della bontà riconducibile a un possibile posizionamento (long) su RBob Gasoline, ma, adesso, solamente in caso di superamento di area 2,735. Da segnalare, inoltre, una possibile rottura (rialzista) sull’heating oil con ordine di acquisto a 333,75 ed un primo obiettivo a 341,05.

Sul fronte valutario, il ribasso sul principale cross Eur/Usd non ci sorprende, ma, all’opposto, ha visto confermata la nostra precedete view ribassista (28.08.2023). La debolezza dell’Euro perdura da otto settimane consecutive contraddistinte dal segno meno finale e, nel brevissimo termine, un possibile punto di arresto potrebbe trovare una prima coincidenza con l’approdo a quota 1,065. Guardando, invece, agli attuali scambi, individuiamo una unica soglia di possibile ingresso long in caso di superamento di area 1,0765.

Medesima impostazione per il rapporto Gbp/Usd con un plausibile downside ancora in essere ed esteso fino a 1,2345 o, alternativamente, un potenziale buy signal oltre soglia 1,2625. Rimaniamo in attesa del primo importante appuntamento di politica monetaria che vedrà la Bce alle prese con la condivisibile scelta di non aumentare i tassi di interesse. Se così non fosse, i mercati finanziari internazionali potrebbero accusare il colpo e, irreparabilmente, capitolare – ancora – in territorio negativo.

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