I mercati finanziari internazionali hanno beneficiato della nuova “tregua” in ambito commerciale. Se l’inizio della trascorsa settimana si è caratterizzato dall’incertezza generalizzata sui principali listini azionari, già a metà ottava l’umore tra gli operatori era mutato in prospettiva del nuovo incontro tra le due forze contendenti Usa e Cina. L’aspettativa per un possibile primo accordo ha favorito pertanto la conclusione della settimana borsistica in diffuso territorio positivo.



Il benchmark azionario (rif. MSCI World) ha completato l’intero pattern costituito dai nostri precedenti scenari: la parte ribassista ha prima violato il supporto a 2.146,91 punti per successivamente approssimarsi ad area 2.121,47 punti (minimo settimanale a 2.121,99). Sul finire di settimana, i corsi hanno ripreso forza riportandosi sopra soglia 2.158,41 per dopo raggiungere e superare il rispettivo target individuato a 2.175,54 punti (massimo weekly a 2.190,08). L’attuale impostazione grafica pone in evidenza il primo obiettivo rialzista a quota 2.193,22 punti: il raggiungimento di quest’ultimo nel corso della settimana in corso favorirebbe la costruzione di una solida base per un ulteriore allungo. Da monitorare l’eventuale cedimento di soglia 2.158,47 con possibile downside a 2.147,89 punti.



L’azionario riconducibile ai paesi emergenti (rif. MSCI Emerging Market) ha confermato la nostra precedente view: i corsi si sono riportati sopra area 1.1013,57 rafforzando – di fatto – l’impostazione grafica in essere. È auspicabile una potenziale discesa con chiusura inferiore a 1.011,15 prima che si possa assistere al ritorno dei prezzi sopra nuovi massimi settimanali (area 1015,77 punti). Al momento, il supporto statico posto a 992,773, può essere considerato quale soglia di pivot per l’eventuale definizione del trend di brevissimo periodo: una sua violazione (attraverso una chiusura) comprometterebbe l’impostazione di gran parte degli indicatori e oscillatori favorendone l’inversione in territorio negativo (sell signal).



Ottimo slancio positivo per Piazza Affari che completa le perfomance rialziste fatte registrare dai principali indici azionari europei. Con il superamento di area 22.000 punti – l’indice domestico Ftse Mib – si porta a ridosso della trend line mediana del Raff Regression Channel calcolato in corrispondenza dei minimi registrati lo scorso agosto. Il primo target individuato a 21.777,93 così come il successivo a 22.111,55 punti sono stati raggiunti e superati: il recente upside fatto registrare sul finire di ottava ha rivitalizzato l’intero palinsesto algoritmico che – attualmente – evidenzia i leading indicators in territorio positivo (buy signal) e parte dei principali lagging indicators con primi segnali di acquisto (anche se contraddistinti da valori ancora prossimi alla neutralità lasciata alla proprie spalle).

Al fine di poter confermare un eventuale struttura rialzista è necessario un “setup di conferma” caratterizzato da una chiusura weekly superiore a 22.360,73 punti. Positivo il superamento di area 22.282,94 con potenziale allungo in prossimità di quota 22.500 punti. Scenario negativo in caso di chiusura inferiore a 21.782,63 con primo target a 21.566,56 punti.

Il JPM GBI ha terminato la propria settimana in territorio negativo. Estendendo l’analisi al vecchio continente, si possono osservare le medesime sedute settimanali contraddistinte dal segno meno sia per il decennale tedesco che per il nostro Btp. La dinamica degli scambi sui principali benchmark obbligazionari (sia index che Future) sembra confermare l’inizio di una prima fase ribassista con possibili flessioni di entità non superiore all’unità su base settimanale. Qualora questa ipotesi fosse rispettata nel corso dei prossimi giorni, si assisterebbe a un vero e proprio consolidamento (negativo), con implicazioni sulla gestione delle singole posizioni detenute in asset class obbligazionarie: un alleggerimento dettato da politiche di risk budgeting potrebbe contribuire a una fase di sell off generalizzato. La tenuta del supporto a 561,57 punti è fondamentale in ottica di breve termine.

La componente obbligazionaria emergente (rif. JPM EMBI+TR USD), nel corso della trascorsa settimana, ha “navigato” in area 868 punti: il ristretto trading range fatto registrare non consente un’analisi ai fini di un posizionamento di brevissimo periodo, ma – al tempo stesso – è pressoché sinonimo di un incremento di volatilità sul futuro dei propri corsi. Ai fini di un possibile position keeping il nostro outlook è flat.

La strategia long di brevissimo periodo indicata nel precedente intervento ha sortito i suoi effetti nel corso di poche ore: il supporto a 172,322 (price entry) è stato raggiunto per dopo favorire la risalita dei prezzi fino al target indicato a 173,889 punti. Nonostante l’attuale pattern possa indicare buone probabilità di continuazione al rialzo (target a 177,006 punti), si ritiene opportuno attendere gli sviluppi in ambito settimanale prima di poter individuare una possibile operatività.

Il nostro scetticismo sul cross USD/CHF rimane confermato. La settimana conclusa ha rivisto nuovamente i minimi della precedente tornata (area 0,99). Al momento, l’orientamento è ancora short: tale indicazione potrà essere mantenuta fino a quando il rapporto non supererà l’unità e solo, successivamente a tale evento, provvederemo a rivedere la nostra view.

Per l’ottava in corso vogliamo privilegiare la componente cash rispetto alle principali asset class: il mercato azionario sembra essere il vettore con maggiore forza relativa inespressa, ma ciò che più deve far riflettere, è quanto accaduto e potrebbe accadere sul versante obbligazionario (rif. titoli governativi). Un turn over di portafoglio (da bond a equity) potrebbe concretizzarsi gradualmente nel corso delle prossime settimane.