Quest’oggi la Bce si pronuncerà nuovamente in materia di politica monetaria e, un taglio dei tassi di interesse (il terzo), appare scontato. Rivolgendo lo sguardo alla trascorsa estate il principale obiettivo era quello di poter assistere a un intervento a settembre dopo quanto accaduto a giugno e, di fatto, così è stato.
In quel pomeriggio del 12 settembre, ipotizzare di un ennesimo, “certo” ed immediato taglio nel mese successivo appariva utopico e, infatti, questa conferma è (sembra) giunta solamente nell’arco di queste ultime giornate che hanno anticipato l’odierno appuntamento. Pur appellandoci all’amata prudenza, salvo intoppi, le parole del consueto comunicato stampa appaiono risuonare in queste prime ore del giorno e, attraverso il finora adottato mantra «Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine» continuando «a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione», il mercato si lascerà alle spalle il dato per attendere, invece, la voce della Presidente Christine Lagarde che, di qualcosa di udibile, al momento, non risulta pervenuto. E proprio questo, le parole, della Governatrice avranno importanti ripercussioni sui potenziali scenari in ottica futura.
Nell’attesa di ascoltarne il suono rimane, comunque, la sostanza di fondo rappresentata da una precisa certezza coincidente al ribasso con “solamente” l’incognita della velocità di attuazione. Un elemento, quest’ultimo, dove si giocherà l’intera strategia attuativa della Bce che, fin da ora, possiamo ipotizzare già traguardata al 2025.
Sono trascorsi cinque anni dal lontano settembre 2019 dove, un segno meno, caratterizzava la variazione percentuale del tasso di interesse sui depositi overnight: a -0,50% ammontava il dato che, come riporta Banca d’Italia, non trovava alcun identico valore nell’intera serie storica iniziata vent’anni prima a gennaio 1999.
Il tempo è ormai trascorso e, in vista dei prossimi e futuri interventi, riteniamo opportuno fornire una fotografia (operativa) di quanto accaduto sul mercato obbligazionario. La nostra analisi, volutamente, prenderà come riferimento il solo andamento di due futures rispettivamente sul Bund tedesco e sul domestico Btp.
Oggi, ricordando inizio anno, sono molti gli osservatori che avrebbero vinto un’ipotetica scommessa sulle mosse realizzate dalle principali banche centrali (Bce e Fed), ma, in tutto questo, solo in pochi, anzi, possiamo azzardare nessuno avrebbe, invece, vinto sul delicato fattore timing. Sinceramente, ammettiamolo senza alcuno indugio, chiunque avrebbe acquistato asset obbligazionari all’insegna di un guadagno certo. Insomma, il 2024 doveva essere l’anno dei bond, che diamine. Era ovvio. Sì, certo, talmente ovvio che, non tutti, ancora oggi, possono brindare a questo ambizioso traguardo che, a dirla proprio tutta, vede plausibilmente alcuni (appartenenti ai famigerati gruppi dei chiunque) detentori di un segno meno.
Guardando all’operatività, infatti, i due recenti tagli dei tassi di interesse a firma Bce hanno sicuramente ingolosito i chiunque a voler impostare acquisti in occasione della singole date di intervento: qualche giorno o addirittura qualche ora prima di ciascuna decisione. Al pensiero comune era tutto molto semplice: riducono i tassi e i prezzi dei titoli obbligazionari saliranno. Ovvio, ma solo per i chiunque. La realtà dei fatti, invece, evidenzia qualcosa di lievemente diverso e, su quel “lievemente diverso”, sfidiamo (i) chiunque ad aver retto all’emozione.
Raffrontando le dinamiche di prezzo dei citati futures (Bund e Btp) si può rilevare come, a un iniziale rialzo (post-annuncio), è proseguita una fase discendente delle quotazioni per, poi, assistere a un ulteriore upside: il tutto senza alcun automatismo certo sia nei tempi che nell’entità di ogni movimento. Ovviamente.
Arriviamo, quindi, alla giornata di oggi. Focalizzando l’attenzione sul livello dei prezzi dei rispettivi futures obbligazionari indicati, solo grazie alle ultime 48 ore si è giunti ai valori di carico dello scorso settembre (rif. secondo intervento Bce): oggettivamente, in assenza di “questa due giorni”, l’eventuale investimento avrebbe registrato una flessione. Discorso finito.
Mancano poche ore all’atteso intervento della Presidente Lagarde e, prescindendo dalla nostra analisi, vorremmo conoscere (i) chiunque propensi all’acquisto “sicuro” pre-annuncio. È difficile, almeno per chi scrive, trattenersi nel dirlo: lo so, lo sappiamo, siete e sarete molti, moltissimi. Verosimilmente, chiunque.
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