Rush finale per l’anno in corso che, attraverso le comparazioni con le chiusure di novembre, riporta un’evidente decorrelazione dei rendimenti (year to date) tra le due principali asset class d’investimento. Agli oltre quindi punti percentuali (+15,307%) realizzati dalla componente azionaria (rif. MSCI World Usd) si affianca l’andamento del comparto obbligazionario (rif. JPM GBI GL. Usd) in pesante flessione e di poco inferiore ai sei punti (-5,876%).
Il mese in corso propone un quadro complessivamente mutato rispetto al precedente trimestre e non si può escludere, come la nostra precedente view, possa concretamente rappresentare l’attuale momentum ossia: «Cominciano a esserci timori sulla possibilità che sui mercati azionari vi sia un rally di fine anno, soprattutto dopo la diffusione del dato sull’inflazione Usa». Come ovvio, al recedente dato sull’inflazione Usa (e ai suoi successivi aggiornamenti), ora, sono ancora più alti i timori sistemici per il mercato a causa della continua evoluzione della nuova variante Omicron.
Osservando i singoli mercati finanziari suddivisi per classi di rischio è opportuno evidenziare come l’indice MSCI World Usd abbia – purtroppo – violato la propria media mobile a 50 giorni (rilevazione su base dati daily). Quest’ultimo indebolimento, già analizzato in un recente intervento, va a sommarsi al precedente elemento di preoccupazione e alla più cinica della conseguenze riportate nel corso del mese appena concluso: da quella data, andando ad analizzare i corsi azionari, il livello dei prezzi (rif. MSCI World Usd) ha registrato una flessione del 4,26%. Per l’asset class equity, è pertanto auspicabile il monitoraggio di area 3.137,45 punti quale riferimento in ottica di breve termine: in caso di mancato superamento (nelle prossime sedute) la view potrebbe significativamente mutare in trend negativo.
Per la contrapposta componente d’investimento (rif. JPM GBI Gl. Usd) sono facilmente osservabili i due rispettivi livello di prezzo che potranno delineare il prossimo movimento direzionale: resistenza statica a 584,64 e supporto a 580,53 punti. In entrambi i casi, qualora si dovesse assistere a un superamento o ripiegamento prima su base daily e successivamente confermato in chiave weekly, lo scenario assumerebbe la propria naturale connotazione (positiva nel primo caso, negativa nel secondo).
Anche in questo nostro intervento settimanale, ancora una volta, sottolineiamo l’importanza di uno sguardo attento alle prossime dinamiche dell’indice Vix. Sul finire della trascorsa ottava, “la paura” ha registrato un picco intraday oltre i 35 punti riportandoci ai valori dello scorso febbraio. Particolare attenzione all’eventuale superamento di area 36,2775 punti che, inevitabilmente, corrisponderebbe a un’ulteriore e significativa flessione sull’intero comparto azionario e, forse, con qualche “intoppo” sulla stessa componente obbligazionario governativa.
Appesantita dal recente downside del petrolio, anche l’asset class commodities ha risentito in chiave mensile. L’estensione della performance negativa (differenza tra apertura e chiusura) di novembre ci riporta a dinamiche di prezzo rilevabili (anche se di entità maggiori) a marzo 2020. Oggi, al fine di poter identificare un potenziale periodo di maggior stabilità, diventa necessario uno stazionamento dei corsi (almeno su base settimanale) oltre soglia 221,249 punti. Nel caso opposto, ovvero mediante un ennesimo cedimento, la violazione di quota 214,08 punti rappresenterebbe una temibile inversione di tendenza con il principale obiettivo al di sotto della soglia psicologica dei 200 punti.
In sede di prima selezione tattica viene preferito il nickel rispetto agli altri sottostanti appartenenti al basket metals (non preziosi); attesa, invece, sul rame. Tra i “preziosi” ora appare meglio impostato l’oro rispetto all’argento mentre, nel comparto energy, un ingresso frazionato (position keeping pari a 1/3 dell’intera size a 3,994 ) sul gas naturale potrebbe realizzarsi fino all’esaurimento dall’attuale movimento ribassista (ultimo terzo della posizione su buy signal a 3,396).
Sulle principali valute (Eur/Usd, Gbp/Usd e Usd/Jpy) la tendenza mensile è univoca: short sull’insieme dei cross da noi monitorati. Una possibile ripresa dei corsi potrebbe iniziare sul rapporto Eur/Usd, ma l’aspettativa di rivalutazione è al momento poco significativa (target superiore a 1,1422) e pertanto si rimanda alle consuete view settimanali.
Dicembre – in caso di negatività – potrebbe rappresentare una battuta d’arresto per molti portafogli in dote ai risparmiatori. Nella fattispecie, in base alle attuali quotazioni, si può facilmente riscontrare il significativo ripiegamento delle performance YTD: a titolo esemplificativo, una asset allocation costituita dal 30% in azioni (rif. MSCI World Usd) e il restante 70% in obbligazioni (JPM GBI Gl. Usd), oggi, vedrebbe un saldo positivo di poco superiore alla parità (+0,4788%). Dopo quanto accaduto durante l’intero anno, tale risultato potrebbe soddisfare le iniziali aspettative di un risparmiatore? Il timore di un’insoddisfazione è alquanto reale.
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